il Presidente, Roberto Rustichelli, ha presentato la Relazione sull’attività svolta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel 2020. Pubblichiamo sintesi punti maggior rilievo e link alla Relazione.
Di seguito, per punti, sintesi della relazione.
Il nodo della concorrenza fiscale sleale all’interno dell’UE
- Dumping fiscale – Il tema della concorrenza sleale è stato centrale nell’attività dell’Autorità in quanto il danno arrecato agli Stati che producono valore dal dumping fiscale posto in essere da taluni Paesi europei, divenuti oggi dei veri e propri paradisi fiscali con l’euro, si è ancor più aggravato. Secondo un’analisi recente, sono 27 i miliardi realizzati nel 2018 in Italia dalle multinazionali e spostati nei paradisi fiscali europei; 40 quelli spostati dalla Francia; 71 i profitti sottratti alla tassazione in Germania.
- Dumping contributivo – Ulteriore elemento che sta recando particolare pressione alla concorrenza è anche il dumping sul piano contributivo e delle tutele del lavoro proveniente da alcuni Paesi dell’Est Europa: tanto più grave quando vengono utilizzati contributi europei per conseguire indebiti vantaggi competitivi e favorire processi di delocalizzazione a scapito di altri Paesi membri.
- Global Minimum Tax – Sul terreno della concorrenza fiscale il vertice del G20 tenutosi a Venezia lo scorso luglio si è concluso con un accordo di massima che prevede l’introduzione di una global minimum tax pari ad almeno il 15%. Sebbene tale accordo rappresenti un passo avanti nel contrasto al comportamento delle multinazionali che oggi possono liberamente spostare i profitti nei paradisi fiscali, esso non risolve fino in fondo il problema della concorrenza sleale all’interno dell’Unione Europea. L’Autorità continua, dunque, ad auspicare un più deciso impegno su tale fronte poiché lo sviluppo di un Paese membro non può essere perseguito attraverso forme aggressive di concorrenza fiscale in danno degli altri.
- Azioni a voto plurimo – Al fine di garantire un effettivo level playing field nel mercato unico ed evitare una grave penalizzazione del nostro Paese, l’Autorità ha ribadito l’importanza di rimuovere i limiti oggi esistenti nel nostro ordinamento all’emissione di azioni a voto plurimo per le società quotate. Tali limiti costituiscono dei vincoli alla libera organizzazione dell’attività economica che possono spingere le imprese a non scegliere l’Italia come propria sede, ovvero a spostare quest’ultima in paesi in cui detti vincoli non sono previsti.
La necessità di rafforzare la competizione e l’equità nei mercati digitali
- Mercato digitale europeo – Le piattaforme di vendita sono diventate fondamentali per raggiungere i consumatori online, il problema evidenziato dall’Autorità è che ad oggi alcune di esse, godendo di un potere di mercato consolidato, riescono ad agire slealmente nei confronti dei soggetti che si interfacciano con essi. La conseguenza è che la concorrenza ne può risultare compromessa. In questo senso i servizi innovativi generati dai concorrenti commerciali delle piattaforme potrebbero non giungere al consumatore.
- Digital Markets Act (DMA)e Digital Services Act (DSA) – I due provvedimenti d’iniziativa della Commissione UE si muovono nella direzione giusta. L’AGCM ritiene positivo che, in questi casi non sempre agevolmente contrastabili con i tradizionali strumenti antitrust, si apra lo spazio della regolazione. Allo stesso tempo sono state rilevate alcune criticità contenute nel DMA:
- La prima è che il digitale non è un settore ma una tecnologia che pervade tutta l’economia, per cui risulta discutibile un approccio one size fits all, con l’introduzione di regole uguali per tutti di fronte a modelli di business molto diversi;
o La seconda è che la nuova disciplina privilegia un modello di enforcement centralistico, imperniato sulla competenza esclusiva della Commissione.
In questo senso l’AGCM rileva che sarebbe opportuno continuare con l’esperienza dello European Competition Network che dovrebbe essere utilizzato anche con riferimento ai mercati digitali. Si rileva poi, come sottolineato dalla rete delle Autorità nazionali della concorrenza, l’oggettiva carenza delle risorse che la Commissione potrà dedicare all’assolvimento dei nuovi compiti possa determinare pericolose lacune di tutela, con conseguente vulnus per i diritti fondamentali degli operatori economici e per l’assetto concorrenziale dei mercati. Sia auspica, quindi, che si possa approdate ad una soluzione finale diversa da quella attuale.
La ricostruzione economica del Paese. Lo snodo dell’attuazione del PNRR
- Le debolezze dell’Italia – Nonostante la ripresa preannunciata dai dati economici, l’Italia si trova a fronteggiare difficoltà ulteriori rispetto alle altre economie dell’area euro, a partire dall’enorme peso del debito pubblico che ha raggiunto, a luglio 2021, la cifra di 2.726 miliardi pari a circa il 160% del PIL. La condizione di debolezza in cui versa il Paese trova una delle sue cause più profonde nella carenza di crescita della produttività, dovuta a una serie di ritardi strutturali mai affrontati, che hanno condotto a una severa perdita di competitività. Per questo, la ricostruzione post-pandemica è un’occasione irripetibile per superare antiche fragilità e dare al Paese le strutture necessarie a garantire un sistema produttivo efficiente.
- La corruzione – La corruzione continua ad essere un fenomeno radicato in Italia che va combattuto con forza, in quanto rischia di condizionare la ripresa del paese. In questo senso, una parte significativa delle risorse del PNRR passa attraverso procedure ad evidenza pubblica e, ad oggi, il 74% dei procedimenti in materia di corruzione riguarda il settore degli appalti pubblici. Ciò dimostra che, nonostante il Codice dei contratti pubblici sia stato modificato plurime volte, non solo non è stato in grado di contribuire a ridurre gli illeciti, ma rischia altresì, di ostacolare il conseguimento degli ambiziosi obiettivi assegnati al nostro Paese. Per questo l’Autorità ha ribadito la necessità di semplificare la normativa vigente in un settore che rappresenta l’11% del PIL nazionale. L’Autorità ha inoltre sottolineato l’esigenza che in relazione alla spesa pubblica da finanziare mediante i fondi del Next Generation EU, trovino applicazione le sole norme contenute nelle direttive europee del 2014, con le dovute integrazioni solo laddove le disposizioni europee siano non self-executing.
- Italia vs. Ue – Secondo l’Autorità, l’ampio divario che caratterizza le dinamiche del sistema produttivo italiano rispetto al resto dell’Unione Europea si spiega non solo sulla base del basso livello di investimenti e innovazione, ovvero delle carenze che caratterizzano il quadro istituzionale e amministrativo, ma anche per il deficit di concorrenza che si registra in diversi settori. Per questo l’Autorità guarda con favore alla centralità assunta dalle politiche di concorrenza in seno al PNRR.
La linea ispiratrice dell’azione dell’Autorità durante la pandemia
- Linea d’azione – Nell’anno trascorso, l’Autorità ha cercato di orientarsi, quando possibile, verso misure di tipo conciliativo, attraverso moral suasion e impegni, che hanno comportato un effetto deflattivo del contenzioso. Questa modalità d’intervento può risultare più efficace delle sanzioni economiche, accresce la fiducia nelle Istituzioni da parte dei soggetti che necessitano di tutela e promuove un modello d’impresa virtuosa.
- I dati – Nel periodo tra gennaio 2019 e luglio 2021, questo tipo di misure ha riguardato oltre il 42% dei provvedimenti di accettazione di impegni adottati. L’insieme di questi interventi ha comportato il riconoscimento di ristori a beneficio di oltre 580 mila consumatori, per un totale di circa 34 milioni di euro restituiti.
I dati sull’attività svolta
- Sanzioni – Dal 1° gennaio 2020 al 31 luglio 2021 l’Autorità ha comminato sanzioni complessive pari a 627 milioni di euro, di cui 496 milioni in materia di tutela della concorrenza e 131 milioni in materia di tutela del consumatore.
- Tutela consumatore e microimprese – Per quanto riguarda la tutela del consumatore e delle microimprese, 82 sono stati i procedimenti conclusi con l’accertamento dell’infrazione e 52 quelli chiusi con impegni. In 165 casi, inoltre, l’Autorità ha disposto l’archiviazione a seguito di moral suasion.
- Altre competenze – Con riguardo alle altre competenze, sono stati svolti 131 interventi in materia di conflitto di interessi e ben 7.372 procedimenti per il rilascio del rating di legalità.
La tutela della concorrenza
- Infrastrutture digitali – È stato ritenuto prioritario l’obiettivo di contribuire con ogni strumento possibile a velocizzare gli investimenti nelle infrastrutture per la transizione digitale. In particolare, l’Autorità ha accertato, nei confronti di un primario operatore di telefonia, una condotta abusiva volta ad ostacolare lo sviluppo in senso concorrenziale degli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-larga.
- Mercati digitali – Sono attualmente in corso tre istruttorie, rispettivamente nei confronti di Amazon, Google e Apple e Amazon per presunti abusi di posizione dominante e presunta intesa restrittiva della concorrenza. Sempre in relazione ai nuovi mercati digitali, l’Autorità è intervenuta per favorire l’apertura del mercato delle prenotazioni delle corse taxi alle piattaforme digitali.
- Settore bancario – Gli interventi più significativi hanno riguardato il settore bancario, al centro di un processo di consolidamento che in futuro potrebbe coinvolgere diversi player nazionali e che ha visto nell’anno trascorso realizzarsi la concentrazione Intesa Sanpaolo-UBI, nonché quello della grande distribuzione organizzata, in cui da tempo i principali operatori di mercato stanno attuando strategie di crescita dimensionale per vie esterne. Anche in considerazione della costante crescita dimensionale di numerose imprese, l’Autorità ha prestato particolare attenzione alla fattispecie di abuso di dipendenza economica, strumento particolarmente utile per contrastare le condotte illecite di operatori che, pur non trovandosi in posizione dominante, dispongono di un elevato potere di mercato.
- Gestione dei rifiuti – Nel settore della gestione dei rifiuti, in cui la leva concorrenziale assume un rilievo cruciale per il pieno sviluppo dell’economia circolare, è stato sanzionato per oltre 25 milioni di euro un consorzio attivo nell’ambito del recupero e del riciclo del PET, per aver posto in essere un abuso volto ad escludere un consorzio concorrente che aveva introdotto un sistema di riciclo alternativo e innovativo.
La tutela dei consumatori
- Impegno – L’Autorità ha sensibilmente rafforzato il proprio impegno al fine di tutelare i consumatori, anche inaugurando filoni applicativi innovativi al fine di contrastare tutte quelle condotte hanno fatto leva sulle paure e sulle nuove esigenze di consumo, sorte per effetto della pandemia. Viene, innanzitutto, in rilievo la tutela dei consumatori nel commercio online, fortemente cresciuto anche a seguito dell’emergenza sanitaria e dei connessi lockdown. L’Autorità, consapevole che la diffusione del contagio richiedeva di reprimere prontamente ogni sfruttamento opportunistico della crisi, nonché di svolgere controlli efficaci per assicurare la fornitura regolare dei presidi sanitari e dei farmaci, è intervenuta con rapidità imponendo l’immediata cessazione delle condotte anomale degli operatori attraverso un ampio utilizzo dei poteri cautelari.
- Interventi legati alla pandemia: e-commerce, DPI, crediti, trasporti – Gli interventi hanno riguardato comportamenti scorretti e ingannevoli posti in essere con riferimento, tra l’altro, alle modalità di commercializzazione dei prodotti igienizzanti e delle mascherine, nonché alla vendita di farmaci dalle false proprietà antivirali e di test per l’autodiagnosi del contagio. L’Autorità ha altresì monitorato con attenzione le condotte dei soggetti attivi nella gestione di campagne per la raccolta fondi create da terzi, dato il proliferare di iniziative benefiche nate in risposta all’emergenza sanitaria. Un secondo macro-ambito a cui l’Autorità ha dedicato massima attenzione è stato il settore creditizio, in quanto lo stato di debolezza e di difficoltà in cui si sono venuti a trovare i consumatori e le microimprese ha imposto un accresciuto dovere di diligenza in capo alle banche e agli intermediari creditizi. In terzo luogo, l’Autorità è intervenuta a scongiurare che, a seguito dei vari lockdown, vi fosse una compressione dei diritti dei consumatori da parte degli operatori dei settori turistico, ricreativo e dei trasporti.
- Interventi tradizionali: energia, assicurazioni – È proseguita la più canonica attività di tutela del consumatore, secondo binari di intervento oramai consolidati. Tra i casi più significativi, devono annoverarsi i provvedimenti con cui l’Autorità ha accertato l’aggressività delle condotte poste in essere da alcuni gestori del servizio idrico e dei servizi dell’energia elettrica e del gas. Le tematiche venute in rilievo hanno riguardato la scorretta informativa e fatturazione degli oneri di elettricità e gas, il mancato riconoscimento della prescrizione dei termini di pagamento delle bollette, l’addebito di morosità pregresse e le modalità illecite di gestione delle perdite occulte. Più di recente, è stato chiuso il procedimento nei confronti di una primaria compagnia assicurativa specializzata nell’assicurazione sanitaria e del suo provider di servizi, avviato sulla base di oltre 2.000 reclami.
Relazione AGCOM