Economia
Dl Milleproroghe, Audizione dell'ABI
Presso le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio, sull'esame del Decreto Milleproroghe e sulla necessità di supporto finanziario a imprese e famiglie tra cui il prolungamento moratorie.
Di seguito i principali temi trattati nel corso dell’audizione:
- Introduzione generale – ABI, nell’ambito del provvedimento in esame ritiene di assoluta priorità il rafforzamento del supporto finanziario a sostegno delle imprese alla luce della riacutizzazione dell’emergenza pandemica nonché alla luce del permanere di numerosi ostacoli che impediscono la ripresa economica.
- Il sistema bancario nell’emergenza pandemica – Si sta sostanzialmente modificando il quadro secondo il quale erano state rimodulate le misure di sostegno alle imprese nella Legge di Bilancio, allora in una logica di un progressivo rientro verso regimi di normalità. È evidente che il settore bancario ha svolto un ruolo fondamentale per contrastare gli effetti economici della pandemia, e ne sono testimonianza le ingenti moratorie concesse per un controvalore complessivo di 270 miliardi, o così come l’ingente quantità di finanziamenti concessi a partire dal marzo 2020 (221 miliardi di finanziamenti erogati a valere sul fondo generale di garanzia gestito da Mediocredito centrale a cui si aggiungono circa 32 miliardi di garanzie offerte da Sace). Questo sforzo è stato possibile anche grazie al rafforzamento del settore bancario che ha affrontato e sta attraversando la crisi pandemica con i conti in ordine, sia sotto il profilo della patrimonializzazione che sotto il profilo della qualità degli attivi. Si ricorda in questo senso che secondo i dati di Banca d’Italia a giugno 2021 i gruppi e le banche operanti in Italia avevano una patrimonializzazione di 15.2 percento ed il peso dei crediti deteriorati al netto delle rettifiche era sceso al 2 percento del totale dei crediti. Si tratta di valori migliori anche rispetto a quelli della grande crisi finanziaria. Questi risultati estremamente positivi sono anche testimonianza della bontà dell’attuale politica economica.
- Ruolo delle moratorie e delle garanzie pubbliche – È tuttavia illusorio pensare che si possa attraversare questa pandemia senza ricadute sulla qualità del credito. Si ritiene, tuttavia, che non saranno tuttavia raggiunti i picchi, in termine di crediti deteriorati, sperimentati nell’ambito della grande crisi finanziaria e ciò sia in considerazione dei diversi punti di partenza sia per il diverso mix di politiche economiche e prudenziali adottate. A questo sviluppo positivo hanno contribuito sia le moratorie che oggi sulla base delle ultime indicazioni della task force liquidità sono ancora attive per un controvalore di 44 miliardi. Si è scesi ad un 17 percento del totale dei finanziamenti originariamente oggetto di rimborso delle rate. Ovviamente, proprio in considerazione del possibile aumento dei crediti deteriorati a fronte della crisi pandemica le banche hanno adottato politiche di accantonamento, questo si può osservare guardando i dati dei bilanci dei gruppi bancari. Secondo i dati degli EBA sono classificate a stage 2 il 30.2 percenti dei prestiti con una moratoria scaduta. Una recente analisi della Banca d’Italia ha poi analizzato la distribuzione per classi di default delle imprese affidate. Se le imprese con possibilità di default maggiore al 5 percento sono il 21 percento del totale, la quota si riduce all’11 percento per le imprese che hanno goduto di garanzie statali, al 16 percento per aziende con moratorie scadute. Complessivamente le imprese assistite da garanzia pubblica non godono di una maggiore rischiosità rispetto alla media, anche se i dati mostrano i primi effetti della pandemia sui dati di default.
- Riflessioni di contesto – Le politiche economiche devono continuare ad essere coerenti con gli obbiettivi perseguiti, ovvero sostenere le imprese affinché possano superare il perdurare della crisi pandemica. Purtroppo, l’incertezza relativa alle dinamiche epidemiologiche è ancora molto elevata nonostante gli effetti del piano vaccinale. Questo risulta condizionante non solo per le prospettive economiche della qualità del credito, ma soprattutto sul processo previsto nella riduzione del sostegno alle condizioni finanziarie delle imprese. Questa è la variabile chiave che dovrebbe muovere tutte le misure di sostegno. L’eventuale ritiro di queste misure emergenziali nel momento sbagliato potrebbe avere effetti significativi per le imprese operanti nei settori più penalizzati dalla pandemia. È necessario procedere con adeguata gradualità, garantendo inoltre un adeguato sostegno nel contesto del passaggio da misure emergenziali verso misure di regime, anche agendo con strumenti utili volti alla ristrutturazione dei debiti. La legge di Bilancio 2022, in un diverso contesto, aveva adottato alcuni provvedimenti che andavano nella direzione di un progressivo rientro verso un’operatività ordinaria: come, ad esempio, il ripristino delle commissioni sulle garanzie, il superamento di alcuni strumenti come quelli legati alle ristrutturazioni del debito, e la cumulabilità dei confidi con la garanzia del fondo. Queste misure non appaiono coerenti con l’attuale contesto economico e come indicato nella lettera inviata dal 3 gennaio da ABI a MEF, Governo e Banca d’Italia appare doveroso un intervento modificativo di quanto adottato con la Legge di Bilancio. In questa situazione ABI richiede che siano tempestivamente riconfermate nella loro interezza tutte le misure per le imprese già previste dal Decreto Liquidità, con particolare riguardo ai finanziamenti garantiti e alla possibilità di offrire la garanzia pubblica sulle operazioni di ristrutturazione dei finanziamenti già erogati. È necessario, dunque, che questa proroga operi almeno sino a quando perduri l’emergenza sanitaria.
- Proroga delle moratorie – Un discorso diverso, invece, deve essere fatto rispetto al tema della proroga delle moratorie che, seppure utile, risulta essere condizionata dall’effettiva conferma del regime concesso dall’EBA nel trattamento dei crediti. A tal fine sarebbe necessaria preliminarmente una sensibilizzazione delle istituzioni europee anche per ciò che concerne la modifica della soglia oltre la quale misure di ristrutturazione comportino la riclassificazione dell’intera posizione debitoria nella categoria dei crediti deteriorati. In assenza di un tale intervento normativo europeo una proroga delle moratorie rischierebbe di poter essere controproducente.
- Garanzia Sace – Inoltre, risulta necessario adottare quanto prima il decreto interministeriale previsto dal Dl Liquidità. È vero che l’adozione di questo decreto è subordinato alla verifica, da parte della Commissione Europea circa la compatibilità con la disciplina degli aiuti di stato, ma in questo senso è auspicabile una accelerazione nella procedura di emanazione.
- Ristrutturazione dei debiti – Come già sottolineato appare fondamentale sostenere le aziende nel processo di ristrutturazione del debito. In questo senso un limite è rappresentato dalla soglia fissata dall’EBA oltre la quale misure di concessione e di ristrutturazione determinano la classificazione di queste misure come concessioni onerose. Questa soglia, dunque deve passare al 5 percento.
- Investimenti PNRR – Sono necessarie, inoltre, alcune misure per accrescere le garanzie nell’ambito della realizzazione dei progetti del PNRR. In questo senso ABI aveva indicato la possibilità secondo cui Sace potesse contro garantire il rischio di prima o seconda perdita su portafogli di finanziamenti erogati a quelle imprese che prestano servizi collegati all’attuazione del PNRR.
- Quadro regolamentare europeo – In via più generale sarebbe opportuna una revisione del quadro regolamentare europeo del settore bancario per verificare che, dato l’attuale contesto, tale quadro sia effettivamente ancora pienamente compatibile con gli obbiettivi posti dalla Commissione Europea.