Pressione fiscale: forte su singoli e famiglie
Il sistema fiscale italiano grava fortemente su individui e famiglie, mentre lato imprese l'Italia è "il terzo paese per imposizione fiscale più bassa dopo Lettonia ed Estonia". Lo dice l'Istat durante la sua Audizione.
Ieri a Commissioni riunite VI Commissione "Finanze" della Camera dei deputati e sesta Commissione "Finanze e tesoro" del Senato della Repubblica si è tenuta l'Audizione dell’Istituto nazionale di statistica rappresentata dal Dott. Gian Paolo Oneto, Direttore della Direzione centrale per gli studi e la valorizzazione tematica nell’area delle statistiche economiche, in tema di IRPEF.
Di seguito una sintesi:
La necessità di pervenire a una complessiva riforma del sistema tributario italiano e in particolare dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) è da tempo oggetto di un ampio dibattito. In questa audizione, l’Istat intende contribuire con dati ed elaborazioni utili ai lavori della Commissione su questo tema. In premessa, può essere utile richiamare alcune delle proprietà e delle caratteristiche desiderabili dei sistemi di imposizione fiscale, alla luce delle quali nel presente documento si offriranno analisi descrittive del sistema fiscale attualmente vigente nel nostro Paese, con particolare riferimento al sistema di imposizione diretta. Tali caratteristiche devono essere valutate in base alle finalità della spesa pubblica, il cui finanziamento è l’obiettivo ultimo dei sistemi tributari; le finalità sono generalmente riconducibili a due categorie: distributive e allocative.
Gli obiettivi di regolazione della distribuzione del reddito si perseguono, da un lato, attraverso le spese per trasferimenti, alle quali non corrisponde alcuna controprestazione in termini di beni e servizi, e, dall’altro, attraverso l’applicazione del principio di progressività nel finanziamento della spesa per beni e servizi di interesse generale. Tra le finalità di natura allocativa si ricordano: la costruzione di un impianto fiscale favorevole alla crescita e alla stabilizzazione delle fluttuazioni del ciclo macro-economico con il contrasto dei suoi effetti sfavorevoli; lo sviluppo di un sistema di incentivi/disincentivi per i comportamenti o le scelte dai quali derivino esternalità positive/negative.
Il raggiungimento di questi obiettivi può essere ottenuto attraverso strumenti di natura diversa, le cui caratteristiche sono frutto di precise scelte politiche. Tuttavia esistono alcuni princìpi a cui i moderni sistemi tributari sono ispirati e che si ritengono comunemente imprescindibili. Innanzitutto, il disegno del sistema tributario deve risultare rispettoso del principio di equità, che implica un’imposta commisurata alla capacità contributiva.
L’equità di un sistema impositivo deve essere garantita in senso sia orizzontale, per cui contribuenti con uguali capacità contributive devono pagare la stessa imposta, sia verticale, per cui i contribuenti più ricchi devono pagare proporzionalmente di più. Un secondo aspetto rilevante riguarda il coordinamento e la coerenza non solo tra diversi strumenti di prelievo che incidano su medesime fonti di reddito, ma anche, nell’ambito dei compiti extra-tributari talvolta affidati all’imposta, tra diversi strumenti di policy (si pensi, per esempio, al complesso degli strumenti a sostegno alla famiglia e alla natalità). Questo secondo aspetto è fortemente connesso a un’altra caratteristica desiderata dei sistemi tributari: la trasparenza che deve consentire al contribuente di conoscere con facilità l’aliquota effettivamente pagata per le diverse componenti del 6 suo reddito.
Un ultimo aspetto, che si ritiene utile richiamare e che è riconducibile prevalentemente alla finalità allocative della spesa pubblica, è quello dell’efficienza. Il sistema tributario deve evitare di introdurre, attraverso il suo disegno, distorsioni nei comportamenti allocativi degli attori economici, siano essi individui o imprese, che risultino, in ultima analisi, dannosi per la crescita economica.
Come emergerà, seppure indirettamente, da diversi risultati derivanti dalle analisi proposte nel presente documento, l’attuale sistema tributario e, in particolare, quello di imposizione diretta, presenta diverse criticità, se valutato alla luce dei criteri sopra menzionati. Innanzitutto gli elevati livelli di evasione fiscale incidono fortemente e negativamente sull’equità del sistema. Questa viene compromessa anche dalla progressiva erosione della base imponibile che ha implicato, nel tempo, non solo un carico fiscale diseguale tra le varie fonti di reddito ma anche una spinta a scelte allocative sfavorevoli al processo di crescita economica (ciò riguarda, ad esempio, agli effetti di disincentivo sull’offerta di lavoro riconducibili ai salti d’aliquota). Risulta critica dal punto di vista dell’equità e della trasparenza anche la proliferazione delle spese fiscali, che mostrano in alcuni casi effetti regressivi e che, nel caso delle detrazioni e in assenza di imposizione negativa, privano dei benefici contribuenti incapienti che ne avrebbero altrimenti diritto.
Il documento è strutturato come segue: la prima parte sfrutta le informazioni elaborate nell’ambito del sistema dei Conti nazionali e fornisce un’analisi della struttura e dell’evoluzione delle entrate delle amministrazioni pubbliche nei paesi dell’Unione europea, e, con maggiore dettaglio, nel nostro Paese. In questa parte si richiamano anche i principali risultati disponibili in materia di stima dell’evasione fiscale, in particolare per la componente dell’IRPEF. La seconda parte, riferita agli aspetti distributivi, in particolare delle imposte dirette, analizza le informazioni relative al carico fiscale e alla sua distribuzione a livello individuale e familiare, e, attraverso l’utilizzo del modello di micro-simulazione dell’Istat, fornisce alcune analisi sugli effetti distributivi del prelievo.
In allegato Audizione Completa e Allegato Statistico
Scarica il file: ISTAT - Audizione riforma IRPEF.pdf Scarica il file: ISTAT - Audizione IRPEF - Allegato statistico (1).pdf