Audizione del Ministro Franco sulla NADEF 2021

Si è tenuta, presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, l’audizione del Ministro Franco sulla NADEF. Analisi, considerazioni e video dell'Audizione.

Audizione del Ministro Franco sulla NADEF 2021

Riportiamo, per punti, sunto dei maggiori temi affrontati nell'Audizione dal Ministro:

Aspetti macroeconomici:

nel DEF ci si attendeva una crescita del 4.5%, in realtà l'incremento è stato del 6%, così come evidenziato da pressochè tutti gli analisti. Ad influenzare e modificare le previsioni in positivo è stato l’andamento economico del secondo trimestre, spinto dall’aumento della produzione industriale, ma soprattutto dai servizi. Tuttavia una giusta valutazione di questa crescita non può prescindere dal considerare la perdita del 9% dello scorso anno e riflette, inoltre, gli interventi di politica economica nazionali ed europei nonchè l'aumento dell’export e la ripresa del commercio globale. Tutto ciò rafforza l’avanzo di bilancio con gli altri Paesi, che resterà superiore al 3%. Maggiore è anche la domanda interna per i consumi, sostenuta dall’aumento della fiducia dei consumatori. Le previsioni non tengono, naturalmente, conto di possibili ma poco probabili future chiusure.

Andamento del mercato del lavoro:

il trend è positivo, con un aumento del numero degli occupati. A luglio si è registrato un incremento pari al 2.5% rispetto a gennaio. La crescita occupazionale rafforza l’andamento dei consumi e quindi incide positivamente sul reddito.

Inflazione

è in atto una ripresa dell’inflazione ma meno accentuata rispetto ad altri Paesi. I primi otto mesi dell’anno hanno vistoun  aumento dell’1.2%.

Prezzi dell’energia:

questione particolarmente rilevante e che coinvolge tutta l'Europa. Al fine di fronteggiare l'aumento del prezzi del gas il Governo è intervenuto due volte: un primo intervento sulle bollette del terzo trimestre per 1.2 miliardi, ed un secondo intervento (Dl Bollette) per le bollette del quarto trimestre per 3.5 miliardi. Gli interventi sono stati diversificati e focalizzati a contenere il disagio degli utenti maggiormente svantaggiati. Tutto questo conterrà e gestirà il problema fino a fine anno dal primo gennaio la questione sarà di nuovo aperta. Anche con gli interventi posti in essere il costo di gas e elettricità aumenterà. Infatti questa criticità è globale e come tale andrà affrontata benchè sembra essere un fenomeno in parte temporaneo influenzato da eventi transitori, ad esempio minore produzione dall’eolico in alcune zone a causa di assenza di vento. I mercati prevedono una riduzione dei prezzi nella prima parte del 2022. 

Finanza pubblica:

il miglioramento della situazione sanitaria ha avuto un positivo riverbero sui conti pubblici. Nel DEF il deficit era previsto dell’11.8%, mentre ora ci si aspetta un 9.4%. Il deficit strutturale scende al 7.6%, con una flessione che dipende innanzitutto dal PIL con denominatore più ampio. Il PIL risulta più alto di circa 37 miliardi nella NADEF determinanzo un aumento delle entrate di 15mld, aumento che vede nell’IVA e nelle ritenute sul lavoro dipendente le sue componenti più dinamiche. Anche le spese sono in calo, con 5mld di spese riprogrammate. Queste ultime  sono state in parte riprogrammate per gli anni successivi, mentre altre hanno avuto una dinamica più contenuta. Anche l’andamento Defici/PIL è migliore rispetto al DEF con livelli che scendono di quasi due punti. Questo grazie al minore indebitamento e ai rapporti con i mercati finanziari.

Previsioni future:

si prevede un trend di crescita del 4.2%, in flessione rispetto al DEF. Per il 2023 la crescita sarà del 2.6%, mentre nel 2024 sarà dell’1.9%. L’indebitamento nel 2022 scenderà al 4.4%.

Quadro programmatico: 

confermata l’importanza di una politica espansiva che ha portato livelli di crescita buoni anche se in grado di recuperare solo in parte la mancata crescita dal 2019. Questo tipo di politica verrà perpetrata anche nel 2022 e nel 2023, mentre nel 2024 la politica economica tornerà neutrale. Si prevede un indebitamento netto nel 2022 del 5.6 %, nel 2023 del 3.9%, nel 2024 del 3.4%. Questo dovrebbe consentire nel 2022-2024 la copertura di numerosi costi di gestione delle politiche invariate, la copertura del rinnovamento di numerose politiche economiche, incentivi ed investimenti, copertura della riforma degli ammortizzatori sociali e la riduzione della pressione fiscale. E' atteso, in forza di ciò, il recupero del livello di crescita pre-crisi del PIL nel secondo trimestre, con un effort sul forte aumento degli investimenti.

Rischi dello scenario programmatici:

ci sono ancora strozzature nei sistemi produttivi, alcune verranno superate. Uno dei problemi più significativi, come detto, è l’energia. Vi sono rischi impliciti anche in  elementi positivi, con il fatto che le famiglie e impprese hanno accumulato oltre 200 miliardi di depositi bancari.

Debito/PIL:

è il punto debole del Paese ed è peggiorato a causa della pandemia. Il debito è al momento sostenibile, anche alla luce del tasso di crescita atteso. Fondamentale sarà però un utilizzo pieno e appropriato del PNRR. Il costo del debito dovrebbe scendere ancora alla luce del basso costo sulle nuove emissioni. La previsione è che il costo medio nel 2024 arrivi al massimo all'1.9%. La spesa per interessi rispetto al PIL è molto bassa e questa è di certo un’opportunità per abbattere il debito. Si dovrà tornare gradualmente verso una politica di bilancio maggiormente prudente oltre il 2024 riducendo il divario strutturale. Questa politica è attuata in un regime di sospensione delle regole europee per il 2022, tuttavia si sta aprendo un dibattito sulle future regole di bilancio europeo.

Conclusioni:

è prevista una ripresa molto rapida. I veri indicatori, al riguardo, saranno i tassi di crescita nei prossimi anni, per decretare l'uscita definitiva dalla stagnazione pregressa. Sarà necessario intervenire e risolvere il basso tasso di occupazione e d'investimenti esteri in Italia.

video Audizione: https://youtu.be/nbqdWcE9yKU