Il passaggio generazionale nelle PMI familiari

I temi di “Coffee with Partners”, il webinar organizzato da INplacement e a cui ha preso parte Enrico Rovere, Managing Director Valuation Advisory di Duff & Phelps in Italia.

Il passaggio generazionale nelle PMI familiari

In queste settimane, l’Italia sta gradualmente riprendendo le sue attività economiche, dopo mesi di lockdown. La fase che stiamo attualmente attraversando non è però esente da preoccupazioni e timori dovuti, da una parte, alla possibilità di essere ancora vittime del Coronavirus, dato che sta continuando a circolare, e, dall’altra, di tipo occupazionale legate alla perdita del lavoro e al trovarsi in una situazione di difficoltà economica. Anche le aziende affrontano la ripartenza in un contesto sfidante e pieno di incognite, con l’obbligo di sostenere investimenti importanti e non preventivati per ottemperare alle normative richieste dal Governo per limitare la diffusione del virus.

 

Di questi argomenti di attualità si è parlato nel corso del recente “Coffee with Partners”, il webinar organizzato da INplacement e a cui ha preso parte Enrico Rovere, Managing Director Valuation Advisory di Duff & Phelps in Italia.

 

Nel corso del suo intervento, Rovere ha sottolineato: “Un elemento che ritengo di auspicio positivo per la ripartenza è stato l’afflusso importante di consumatori che, alla riapertura, sono tornati a frequentare i negozi, mostrando grande voglia di riprendere uno stile di vita il più possibile vicino a quello pre-pandemia. Ovviamente, non è stato così per tutti i settori e per alcuni, come quelli della ristorazione, dei viaggi e delle automobili, i tempi di ripresa saranno prevedibilmente più lunghi rispetto, ad esempio, all’abbigliamento.

 

Il mercato dell’M&A si è ridimensionato in questi ultimi mesi, ma è possibile ipotizzare una sua ripresa nella seconda parte dell’anno, con gli operatori di di private equity che saranno orientati a prediligere aziende con caratteristiche maggiormente adatte a subire di meno gli effetti della crisi. Da qui la ricerca di quelle aziende che riescono a mitigare la rischiosità, ovvero di dimensioni medio-grandi e propensione internazionale, ben strutturate, con buona diversificazione di prodotto e con un focus sull’innovazione tecnologica. Le aziende di piccola dimensione vengono invece considerate di un profilo di rischio più elevato in quanto sono solitamente meno strutturate, poco capitalizzate, e molte volte quasi monoprodotto.

 

Ritengo che alcune di queste importanti realtà familiari, che caratterizzano il panorama aziendale italiano, abbiano necessità di  dover affrontare il ricambio generazionale, trovando soluzioni che permettano loro di trovare la persona giusta alla guida dell’azienda, in grado di affrontare e vincere le sfide future che si troveranno di fronte, mentre altre debbano valutare possibili integrazioni. Se da una parte, infatti, le ridotte dimensioni dell’impresa permettono sicuramente una maggiore flessibilità, dall’altra la rendono maggiormente esposta a rischi, in modo particolare di liquidità nel momento in cui una crisi economica tende a perdurare.

 

In questo senso, credo sia importante puntare sull’integrazione tra imprese di grandi e piccole dimensioni, in modo che entrambe ne possano ricavare benefici: quelle di dimensioni maggiori possono trarre vantaggi dai prodotti innovativi sviluppati dalle piccole realtà e aiutarle a crescere, mentre le aziende di dimensioni minori possono trovare un valido supporto per espandersi sui mercati internazionali e permettere ai dipendenti di accumulare esperienze nelle diverse sedi del gruppo, dando loro straordinarie opportunità di crescita.

 

Ritengo anche fondamentale il ruolo pubblico, che deve creare incentivi mirati agli imprenditori per creare posti di lavoro. Inoltre, sarà cruciale puntare anche su uno snellimento della burocrazia in Italia, cercando di rendere il più possibile veloci i vari iter e permettendo così una maggiore facilità di investimento e di ripresa delle attività. Un esempio positivo in questo senso è stato la realizzazione dell’ospedale di Bergamo in Fiera, costruito in poco meno di due settimane, a testimonianza che, dove sia presente la volontà, anche in Italia si può portare a termine un progetto importante in tempi molto limitati.

 

In conclusione, le previsioni sembrano disegnare una ripresa con un andamento a U e con impatti diversi a seconda dei settori: alcuni ripartiranno più velocemente, mentre altri con più fatica. Ci si può aspettare un rimbalzo del prezzo del petrolio, dopo il crollo degli ultimi mesi, e ritengo che il settore farmaceutico, insieme all’alimentare e all’ICT, continueranno ad avere un ruolo importante, dopo la loro centralità nella fase acuta dell’emergenza sanitaria.”