Il Factoring piace alle imprese ma con più tecnologia
Da risultati di un’indagine di Assifact e KPMG emerge il forte gradimento dell'imprenditoria italiana nei confronti del factoring che chiede sempre maggiore innovazione tecnologica per soluzioni e servizi "up to date".
Le imprese manifestano un alto grado di soddisfazione nell’uso del factoring e chiedono in prospettiva ancora più innovazione tecnologica per poter disporre di piattaforme online di tipo “open” attraverso le quali scegliere soluzioni e servizi che siano potenzialmente negoziabili con una pluralità di intermediari e finanziatori. Le stesse imprese invocano anche una serie di semplificazioni e di interventi per migliorare le relazioni con la pubblica amministrazione e agevolare il ricorso al factoring per i crediti vantati nei suoi confronti. Queste esigenze emergono da un’indagine su un campione nazionale di imprese condotta da Assifact, l’associazione che riunisce le società di factoring, in collaborazione con KPMG. È frequente (oltre il 47% delle imprese) l’integrazione dei sistemi aziendali con una o più piattaforme offerte dai singoli finanziatori per i crediti commerciali, a fronte di un 19% che dichiara di desiderare l’integrazione, ma di non disporne attualmente. Molto meno frequente (10,4%) è l’integrazione con una piattaforma unica che consenta l’accesso a diversi finanziatori e/o forme di supporto al capitale circolante. Dalla ricerca emerge tuttavia che il 45% delle imprese, pur non avendo ancora simili integrazioni, si dichiara interessato. Anche con riferimento alla gestione del ciclo passivo (debiti commerciali), l’interesse è maggiore per soluzioni che consentano l’accesso a piattaforme multifunzionali piuttosto che riconducibili a un unico finanziatore o a un’unica soluzione (34,9% contro 25,5%). “La crescita dei volumi nel tempo e l’elevato livello di soddisfazione percepito dai nostri clienti – ha affermato il Presidente di Assifact Fausto Galmarini - testimoniano l’importanza del mercato del factoring per il nostro Paese, che negli ultimi dieci anni ha registrato una sempre maggiore rilevanza in termini di incidenza sul Pil, oggi superiore al 15% a fronte del 10% del 2013. Va inoltre sottolineato che nello stesso periodo la percentuale degli anticipi erogati dal settore rispetto al totale dei prestiti bancari a breve termine ha visto una progressiva espansione: dal 14% del 2013 si è giunti all’attuale 35%. Se consideriamo, peraltro, che nei bilanci delle imprese sono presenti crediti commerciali per oltre 500 miliardi di euro – prosegue Galmarini - c’è spazio per un'ulteriore crescita del settore. La tecnologia consente di rispondere in modo adeguato alle nuove esigenze delle imprese di grandi dimensioni e di raggiungere più efficacemente le piccole e medie, sia attraverso un significativo efficientamento dei processi sia attraverso l’offerta di nuove soluzioni appositamente dedicate.” Stefanio Zattarin, partner KPMG, ha commentato: “Fra i principali elementi che contribuiscono all’alto livello di soddisfazione della clientela nei rapporti con i factor, vi sono la configurabilità di prodotto in base alle esigenze dell’impresa (per esempio in termini di “normalizzazione” dei flussi di cassa) e l’evoluzione tecnologica dei servizi offerti, che raccolgono giudizi lusinghieri, anche nel confronto sia con le banche sia con i provider di finanza alternativa. L’indagine consegna alle società di factoring una preziosa opportunità per migliorare il profilo della propria offerta al fine di incontrare la domanda di factoring, anche quella inespressa”. Criticità nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Il 42% delle imprese intervistate per l’indagine Assifact-KPMG è fornitrice della Pubblica Amministrazione. Di queste, circa la metà cede i relativi crediti. Ma i rapporti con la PA sono caratterizzati da criticità significative sia riguardo alla cedibilità del credito, sia nelle relazioni tra gli enti e i loro fornitori. L’indagine ha portato alla luce gli interventi che secondo le imprese potrebbero migliorare i rapporti: a) la semplificazione degli adempimenti amministrativi in capo all’ente e propedeutici al pagamento delle fatture (32% delle risposte); b) la semplificazione della cessione del credito agevolando il ricorso a soluzioni a supporto del capitale circolante come il factoring, sia riducendo le formalità (21%), sia eliminando la possibilità per l’ente pubblico di rifiutare la cessione stessa (22%). Factoring, alto indice di gradimento Il grado di soddisfazione complessivo delle imprese che utilizzano il factoring è elevato: il 55% lo giudica “ottimo” mentre un altro 32% lo valuta “buono”. Meno del 6% dà una valutazione appena sufficiente o negativa. Secondo le imprese intervistate, il factoring rappresenta:
una forma di finanziamento complementare al credito bancario (28,6% delle risposte);
un modo per ottimizzare il capitale circolante attraverso l’eliminazione dei crediti dal bilancio (24,8%);
una forma di garanzia del buon fine dei crediti commerciali (18,1%).
La funzione più importante del factoring cambia a seconda della dimensione delle imprese: per le medie e grandi è maggiormente rilevante l’ottimizzazione del bilancio, per le piccole prevale la protezione dalle perdite su crediti e la gestione professionale del credito. Anche rispetto ad altri strumenti di supporto al capitale circolante il grado di soddisfazione per il factoring è più alto: 3,5 in una scala da 1 a 4, contro il 3,2 dell’anticipo fatture, il 3,0 dell’assicurazione credito, il 2,7 della cartolarizzazione e l’1,9 dell’invoice trading (il cui utilizzo è comunque molto limitato).
Gli interventi
Sui risultati dell’indagine, dopo l’introduzione di Fausto Galmarini (Presidente Assifact), Salvatore Messina (Presidente BFF Banking Group) e Stefano Zattarin (Partner KPMG), sono intervenuti tra gli altri Giorgio Gobbi (Responsabile della sede di Milano di Banca d’Italia), Massimiliano Belingheri (BFF Banking Group), Alessandro Bielli (Assolombarda), Chiara Bracci (Ifitalia), Giuliano Carletti (Telepass), Simone Del Guerra (Unicredit Factoring), Antonio Gaveglio (KPMG), Alessandro Ricco (Barclays Bank), Diego Tavecchia (Assifact).