Dati di Settore
Partite Iva, Arleo: vanno sostenute con incentivi
Il Coordinatore dell’Osservatorio Next Generation del think tank Competere.eu sottolinea l’importanza del notevole incremento di partite iva riscontrato nell’ultima nota congiunturale del Mef.
“Nel secondo trimestre 2021 c’è stato un incremento importante del numero di partite Iva rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Punte particolari si sono registrate nel segmento delle persone fisiche under 35 anni che avviano attività nel settore commercio”. Giuseppe Arleo, coordinatore dell’Osservatorio Next Generation del think tank Competere.eu, commenta l’ultima rilevazione effettuata dall’Osservatorio delle Partite Iva del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Tra aprile e giugno sono state create 147.153 partite iva: +54,1% sul dato riscontrato nel secondo trimestre 2020. “E’ un risultato da valutare con prudenza”, spiega Arleo, “l’anno scorso c’era il forte condizionamento delle restrizioni connesse alla pandemia. E’ tuttavia innegabile che i dati attuali indicano un forte senso di fiducia e la voglia di fare impresa”.
La maggioranza delle partite iva, pari al 65,6%, è stata aperta da persone fisiche, mentre il 21,1% riguarda le società di capitali. “La fiducia e la volontà di avviare attività d’impresa - sottolinea Arleo - parte dal basso, dalle microimprese. Non a caso nel periodo in esame il 41,6% dei soggetti ha aderito al regime fiscale forfettario. La micro dimensione si accompagna spesso a caratteristiche di resilienza e di flessibilità rispetto alle variazioni del mercato, che mai come nell’epoca pandemica ha oscillazioni poco prevedibili e gestibili”.
Ulteriore elemento di analisi è l’elevata percentuale di giovani imprenditori under 35. Il 47,5% delle nuove aperture effettuate da persone fisiche è dovuto a under 35, mentre la fascia tra i 36 anni ed i 50 anni raggiunge circa il 31%. “E’ significativo che la volontà di avviare un percorso imprenditoriale sia diffusa tra i giovani”, commenta Arleo, “e lo è anche il fatto che le nuove aperture siano distribuite abbastanza uniformemente sul territorio nazionale, se consideriamo le grandi differenze della struttura produttiva di partenza. A un 47,4% del nord, corrisponde un 20,3% del centro e un 31,6% del sud”.
“Sicuramente - continua Arleo - la risposta spontanea da parte delle persone fisiche è molto incoraggiante, tanto più in virtù del fatto di non avere ancora una politica di incentivi attiva sui fondi Pnrr. I dati analizzati denotano come non vi sia depressione economica o pessimismo sulle prospettive di fare impresa, superando quindi anche il pericolo dell’incertezza del periodo pandemico. Con queste premesse, una politica di agevolazioni e incentivi efficace potrebbe risultare di notevole aiuto e ottimizzare l’impegno e la determinazione di tanti imprenditori o aspiranti a fare impresa. La vera sfida, ancora di più alla luce dei dati del Mef, è quella di realizzare tale politica di incentivi, attuando nel contempo le riforme necessarie e, in primis, sburocratizzando la Pubblica Amministrazione, in modo da renderla pronta a supportare nel modo giusto le esigenze del mondo imprenditoriale.”
Tra aprile e giugno sono state create 147.153 partite iva: +54,1% sul dato riscontrato nel secondo trimestre 2020. “E’ un risultato da valutare con prudenza”, spiega Arleo, “l’anno scorso c’era il forte condizionamento delle restrizioni connesse alla pandemia. E’ tuttavia innegabile che i dati attuali indicano un forte senso di fiducia e la voglia di fare impresa”.
La maggioranza delle partite iva, pari al 65,6%, è stata aperta da persone fisiche, mentre il 21,1% riguarda le società di capitali. “La fiducia e la volontà di avviare attività d’impresa - sottolinea Arleo - parte dal basso, dalle microimprese. Non a caso nel periodo in esame il 41,6% dei soggetti ha aderito al regime fiscale forfettario. La micro dimensione si accompagna spesso a caratteristiche di resilienza e di flessibilità rispetto alle variazioni del mercato, che mai come nell’epoca pandemica ha oscillazioni poco prevedibili e gestibili”.
Ulteriore elemento di analisi è l’elevata percentuale di giovani imprenditori under 35. Il 47,5% delle nuove aperture effettuate da persone fisiche è dovuto a under 35, mentre la fascia tra i 36 anni ed i 50 anni raggiunge circa il 31%. “E’ significativo che la volontà di avviare un percorso imprenditoriale sia diffusa tra i giovani”, commenta Arleo, “e lo è anche il fatto che le nuove aperture siano distribuite abbastanza uniformemente sul territorio nazionale, se consideriamo le grandi differenze della struttura produttiva di partenza. A un 47,4% del nord, corrisponde un 20,3% del centro e un 31,6% del sud”.
“Sicuramente - continua Arleo - la risposta spontanea da parte delle persone fisiche è molto incoraggiante, tanto più in virtù del fatto di non avere ancora una politica di incentivi attiva sui fondi Pnrr. I dati analizzati denotano come non vi sia depressione economica o pessimismo sulle prospettive di fare impresa, superando quindi anche il pericolo dell’incertezza del periodo pandemico. Con queste premesse, una politica di agevolazioni e incentivi efficace potrebbe risultare di notevole aiuto e ottimizzare l’impegno e la determinazione di tanti imprenditori o aspiranti a fare impresa. La vera sfida, ancora di più alla luce dei dati del Mef, è quella di realizzare tale politica di incentivi, attuando nel contempo le riforme necessarie e, in primis, sburocratizzando la Pubblica Amministrazione, in modo da renderla pronta a supportare nel modo giusto le esigenze del mondo imprenditoriale.”