Fortis: l’Italia è l'anello forte della Ue
"Il nostro Paese è vittima di pregiudizi che non tengono conto dei dati reali”. Ma l’Italia, non solo è uscita bene dal Covid, lo ha fatto meglio dei suoi competitor e lo ha fatto senza scassare i conti pubblici.
Con il noto economista e Vice Presidente della Fondazione Edison, Marco Fortis, abbiamo approfondito l’andamento dell’economia italiana. Sul numero 1-2023 della rivista Lease News l’editoriale del Presidente Assilea, Carlo Mescieri, e gli approfondimenti di Gianfranco Torriero, Vice Direttore Generale Vicario di ABI, e Francesco Paolo Bello, Partner e responsabile del Dipartimento di Diritto Amministrativo di Deloitte Legal.
Professor Fortis, lei aprendo il Salone del Leasing ha stigmatizzato i gufi che puntualmente sottostimano la forza dell’Italia. E’ bastato un calo dello 0,3% della produzione a novembre per scatenare di nuovo i catastrofisti.
E puntualmente sono stati smentiti, ma avviene da oltre due anni, durante i quali tutte le previsioni sono state clamorosamente sbagliate a cominciare dai dati del FMI. L’Italia è cresciuta dell’11% in due anni, +3,9% nel 2022. Lo scorso anno tutte le maggiori economie mondiali sono cresciute molto meno: USA +2,2%, Cina 3%, Germania 1,9%, Francia 2,6% (il Regno Unito segna +4,1%, ma viene da un 2021 disastroso).
Veniamo al rallentamento di fine 2022.
In realtà è abbastanza normale nell’ambito di un contesto internazionale in cui c’è un rallentamento
generale. Sull’arco dei primi 11 mesi dell’anno la produzione, soprattutto quella manifatturiera, è aumentata dell’1% sul 2021. In più abbiamo livelli di produzione industriale che rispetto a quelli di Germania o Francia sono già superiori a quelli pre-crisi.
Nel periodo settembre-novembre 2022 la produzione industriale italiana ha raggiunto livelli superiori a quelli del quarto trimestre 2019 (Germania e Francia sono ancora sotto del 3-4%). Leggendo i dati del PIL, vediamo che nel quarto trimestre 2022 l’Italia si pone in termini reali sopra dell’1,8% ai livelli pre-crisi pandemica (2019), la Germania solo dello 0,4%, la Francia dell’1,1%, il Regno Unito è al -0,8%. Dipingere l’Italia come l’anello debole dell’euro è una forzatura.
E sul fronte dei conti pubblici?
Anche i nostri conti pubblici vanno meglio. Vanno tenuti sotto controllo, ma il debito italiano è di 200 miliardi di euro più basso di quello della Francia, ma nessuno lo dice. Soprattutto, il loro è per 1.200 miliardi di euro finanziato da stranieri, mentre il nostro lo è per meno di 700 miliardi.
Il giudizio sull’Italia ancora non tiene conto del fatto che noi abbiamo fatto progressi?
Esattamente. Se prendiamo il debito pubblico del 2019 e quello del 2022, l’Italia mostra una crescita inferiore al 15%, Germania e Francia sopra il 20%, Usa e UK sono sopra al 30%. Quindi, non solo l’Italia è uscita bene dal Covid, ma lo ha fatto meglio dei suoi competitor e senza scassare i conti pubblici.
Draghi ha fatto i compiti meglio dei suoi colleghi?
Anche perché non era un alunno, ma un professore.
E la Meloni?
La finanziaria 2022 è una legge conservativa, con due terzi dell’ammontare che è destinato a tamponare il caro energia e sostenere i ceti meno abbienti. Spiace che nella parte rimanente siano state anche sprecate risorse su bandiere politiche dei componenti della coalizione, come i ritocchi alla flat tax, mentre sarebbe stato meglio destinare le risorse aproseguire il Piano Industria 4.0 che è stata l’unica vera politica industriale degli ultimi 40 anni.
Rimanendo sulla manifattura, al Salone del Leasing lei ha ricordato quanto questo strumento sia stato importante per sostenere gli investimenti delle PMI. Il Presidente ASSILEA, Carlo Mescieri, ha più volte sottolineato come il leasing sia il carburante della “spina dorsale” del Paese.
Senza dubbio il contributo del leasing è rilevante. Abbiamo avuto sette anni di investimenti a tassi di crescita che i tedeschi non hanno mai visto in tutta la loro storia e forse vuol dire che abbiamo azzeccato la politica economica e non proseguirla è un errore. Ci sono storie incredibili che non vengono raccontate.