Lo studio è stato illustrato dal Presidente dell’Ance, Gabriele Buia, dal Vicepresidente Rudy Girardi e dal Direttore del Centro Studi Ance, Flavio Monosilio.
Alla conferenza stampa ha, inoltre, partecipato Annalisa Giachi della fondazione Promo Pa che ha illustrato i principali risultati della ricerca “Investimenti pubblici e burocrazia: cause, costi sociali e proposte”. Infine è anche intervenuto Gustavo Piga, Professore Ordinario di Economia Politica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, che ha arricchito l’analisi e il dibattito sulle prospettive di sviluppo del settore anche in relazione al contesto macro economico generale.
Continua a mancare il fondamentale apporto delle co-struzioni che in questi anni ha vissuto una crisi profonda e non ha potuto sostenere l’economia così come era successo nel precedente ciclo espan-sivo 1998-2008: +28,4% investimenti in costruzioni e +16,1% Pil.
Basti ricordare che le costruzioni ancora oggi offrono un contributo rile-vante al Pil (8%) e sono in grado di generare, in virtù della loro lunga e complessa filiera collegata a quasi il 90% dei settori economici, l’effetto propulsivo più elevato sull’economia tra tutti i comparti di attività.
La crescita del settore delle costruzioni permetterebbe al Paese di recu-perare mezzo punto di Pil l’anno, consentendo di riallinearci agli altri Pae-si Ue.
Ad oggi, i timidi segni positivi per le costruzioni, non possono essere letti come un’inversione di tendenza, ma, piuttosto, come una fisiologica di-namica, spesso impercettibile per il sistema industriale e per i cittadini, di un comparto ridotto ai minimi storici.
A giudizio dell’Ance infatti, le lievi variazioni positive riscontrate nei livelli produttivi settoriali non possono assolutamente essere sufficienti a garan-tire lo sviluppo che serve in questo momento al settore e, ancor di più, al Paese.
In allegato la NOTA DI SINTESI di Ance.
Scarica il file: NOTA DI SINTESI.pdf
Tags: