Credito specializzato: L’attività nell’anno 2019
Il credito specializzato (rappresentativo dell’attività dei settori del factoring, del leasing e del credito alle famiglie) ha generato una nuova produzione di 380,3mld di euro nel 2019, + 4,1% rispetto al 2018
Il credito specializzato (rappresentativo dell’attività dei settori del factoring, del leasing e del credito alle famiglie) ha generato una nuova produzione di 380,3 miliardi di euro nel 2019, in aumento del 4,1% rispetto al 2018. È quanto risulta dal monitoraggio annuale congiunto delle tre Associazioni di categoria (Assifact, Assilea e Assofin). Le consistenze complessive dell’attività dei tre settori hanno registrato un aumento di 1,8% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 506,6 miliardi di euro al termine del 2019. Tali risultati devono essere letti in un contesto finanziario particolare che ha influenzato l’erogazione del credito nel suo complesso e, nello specifico, in quello specializzato. Il potenziamento delle operazioni di rifinanziamento ha sostenuto il credito alle famiglie e alle imprese negli ultimi anni, favorendo l’adozione di politiche di offerta dei prestiti ancora distese (Banca d’Italia 2020).
L’incidenza del credito specializzato rispetto ai principali aggregati economici e finanziari conferma un trend in crescita dell’importanza del ruolo per l’intera economia (Tab. 1). L’attività complessiva rappresenta il 21,3% del PIL, in lieve aumento rispetto al 2018.
Sebbene l’incidenza dei flussi del factoring e del leasing alle imprese sugli investimenti sia in lieve calo, continua ad essere rilevante, attestandosi intorno al 9%. Stabile l’incidenza del credito specializzato rispetto alla spesa delle famiglie, anch’essa pari al 9%. Il risultato dell’outstanding complessivo rappresenta più di un quarto del portafoglio di impieghi delle banche e degli intermediari finanziari (27,0%), con un trend in crescita, a dimostrazione che la rilevanza di tali attività nel sistema finanziario è sempre maggiore.
Nell’analizzare il dettaglio dell’offerta, si rileva una conferma rispetto al 2018 della rilevanza degli operatori specializzati in termini di nuove erogazioni, mentre i volumi erogati dalle banche generaliste rappresentano circa un terzo del totale (31,0%). 1 Relazione 2019, Banca d’Italia, maggio 2020. Relativamente all’outstanding in essere a fine dicembre 2019, invece, emerge che il totale è detenuto dalle banche generaliste per i tre quinti (59,8%), come già rilevato l’anno precedente. Il portafoglio crediti in capo agli operatori specializzati rappresenta il 40,2%; di questo, il 23,1% è detenuto dagli intermediari finanziari ex art. 106 e il 16,5% dalle banche specializzate, sempre in linea con i dati del 2018. Diminuisce, invece, la quota degli “altri intermediari” (0,5%), voce che comprende gli intermediari finanziari non iscritti nell’albo di Banca d’Italia, le società commerciali di leasing operativo strumentale e le società di noleggio auto a medio lungo termine (Tab. 2 e Fig. 1).
Le famiglie costituiscono il principale settore servito dal credito specializzato; queste, infatti, attraverso i prestiti al consumo e i mutui immobiliari, detengono il 73,1% dell’outstanding. Le imprese private, attraverso operazioni di factoring e leasing, coprono quasi un quarto del totale 3 impieghi (21,5%). Marginali, invece, le quote in capo agli altri settori finanziati: settore pubblico e altri soggetti rappresentano rispettivamente il 2,3% e 2,8%, il settore finanziario lo 0,3% (Tab. 3).
Il trend annuale dei flussi di credito specializzato consente di confrontare graficamente le principali tipologie di credito negli anni. Nella figura 2 emerge un differente andamento dei singoli comparti: nel 2019 il factoring e il credito al consumo vedono aumentare i flussi rispettivamente di 6,4% e 5,7%. Il leasing mostra un calo contenuto (-3,3%), mentre più consistente è la riduzione delle erogazioni di mutui immobiliari (-11.5%). In termini di outstanding (Fig. 3), si osserva una riduzione nelle consistenze proprio nel factoring, segnale che combinato con la crescita dei volumi suggerisce una più veloce rotazione dei crediti commerciali acquistati. Il credito al consumo mostra lo stesso trend dell’anno precedente e il leasing, pur contenendo il calo, rimane nell’area negativa (-1,4%) (Fig.3).
L’arrivo del Covid 19 ha prodotto un calo a doppia cifra per le erogazioni di credito al consumo, per il factoring e per l’attività di leasing. Per i mutui immobiliari si registra un aumento dovuto anche alle surroghe. I dati aggiornati al primo semestre 2020 registrano una crescita del +9,5% dei flussi dei mutui immobiliari alle famiglie, una riduzione pari a -28,3% delle erogazioni di credito al consumo, una contrazione del -32,5% del valore dello stipulato nel mercato del leasing e un turnover in calo rispetto ai valori dell’anno precedente (-13,45%) per il comparto del factoring. In termini congiunturali, a partire dal mese di giugno si assiste ad un primo miglioramento dei volumi dei diversi comparti, che mantengono una tendenza negativa, fatta eccezione per il caso dei mutui immobiliari.