Ipsos, inflazione: le strategie degli italiani

L'inflazione continua a pesare nella vita degli italiani e anche a livello internazionale tre quarti degli intervistati si dichiarano preoccupati per l'aumento del costo di beni e servizi nei prossimi sei mesi.

Ipsos, inflazione: le strategie degli italiani

Dall'indagine sul tema dell'Ipsos emerge che l'inflazione preoccupa molto il nostro Paese e ne condiziona le abitudini, vediamo cosa emerge.

Negli ultimi mesi l’inflazione è cresciuta in modo esponenziale diventando una delle principali preoccupazioni avvertita dalla popolazione a livello internazionale, in alcuni casi superando anche i timori legati al Covid-19 e alla guerra Russia-Ucraina.

Gli aumenti dei prezzi sono dovuti a molteplici fattori, ma il conflitto in corso e l’incremento dei costi dell’energia sono ritenute le cause principali e si registra un consenso unanime che sia il consumatore ad essere il soggetto più penalizzato.

Nonostante la maggior parte degli italiani dichiara di non intravedere, nei prossimi 12 mesi, una modifica sostanziale della propria situazione economica, la preoccupazione per l’inflazione in Italia nel 2022 è elevata.

Rispondere all’aumento dei prezzi: Ipsos lancia l'Osservatorio sull'inflazione

Ipsos lancia l'Osservatorio sui comportamenti dei consumatori in risposta all'inflazione. L'obiettivo è quello di verificare con continuità il sentiment dei consumatori rispetto al contesto complessivo, con particolare riferimento alla propria situazione economica, e analizzare l’impatto sui comportamenti di acquisto in riferimento a specifici mercati e categorie. I tre macro-obiettivi dell’Osservatorio sono comprendere:

  • la consapevolezza della portata del fenomeno inflattivo e dei fattori sottostanti;
  • le dinamiche di acquisto innescate dal «caro prezzi» uniti all’instabilità geo politica ed economica del momento;
  • le attese di consumo delle categorie merceologiche e dei brand.

Situazione finanziaria attuale, il 40% si aspetta una diminuzione del proprio reddito

L’ultimo sondaggio d’opinione internazionale di Ipsos condotto in 28 Paesi rivela che, in media, tre intervistati su dieci (29%) riferiscono di essere in difficoltà con la gestione delle proprie finanze e una medesima percentuale, pari al 30%, sostiene di cavarsela. All’altro estremo della scala, poco più di un rispondente su dieci afferma di vivere bene.

A questo si associa, per il 40% degli intervistati, anche l’aspettativa di un calo del proprio reddito durante il prossimo anno. Percentuale superiore sia a quanti ritengono che il proprio reddito non subirà alcuna variazione (31%) sia a quanti, invece, sostengono che aumenterà (22%).

Aumento prezzi 2022: preoccupazioni e aspettative

Con riferimento alla propria situazione finanziaria, tre quarti dell’opinione pubblica internazionale (77%) esprime preoccupazione per l’aumento dei prezzi di beni e servizi nei prossimi sei mesi. Non solo:

  • il 56% è preoccupato per la propria capacità di pagare bollette di luce gas, specialmente nei mercati emergenti. Tra le economie consolidate, in Gran Bretagna il 67% degli intervistati esprime preoccupazione.
  • Il 54% è preoccupato di non riuscire più ad acquistare beni e servizi che compravano abitualmente. Le percentuali più alte si registrano in Turchia (80%), Sud Africa (73%) e Argentina (69%).

Ma, nei prossimi sei mesi, in quali settori si prevedono i più alti rincari?

In media, a livello internazionale, il 76% dei rispondenti prevede un aumento del costo dei prodotti alimentari. Una percentuale simile (73%), invece, prevede un aumento del costo di luce e gas e il 71% del costo della benzina per gli autoveicoli.

Le aspettative dell’opinione pubblica sull'aumento dei prezzi nel 2022 sono più elevate nelle categorie a maggiore impatto. Sei intervistati su dieci affermano che l'aumento dei prezzi relativo alla spesa alimentare avrebbe un impatto ancor più negativo sulla qualità della vita, seguiti dal 51% che considera l’impatto derivante dall’aumento del prezzo dei servizi pubblici e del carburante (42%).

Inflazione: a cosa rinuncerebbero le persone per combattere il caro vita?

Le potenziali azioni dei consumatori per fronteggiare il peso dell'inflazione e l'aumento del costo della vita sono focalizzate sul taglio delle spese considerate superflue e non necessarie. Se l'aumento dei prezzi significasse non poter più permettersi l’abituale stile di vita, quasi la metà degli intervistati (46%) afferma di diminuire la spesa per attività di socializzazione (cinema, bar, abbonamenti ai media, etc…) e il 44% di ritardare importanti decisioni di acquisto (mobili, automobili, elettrodomestici, etc…).

Meno probabili, invece, sono le azioni incentrate sul cambiamento dei comportamenti: tre su dieci affermano che, a fronte di costi crescenti, consumerebbero meno energia o utilizzerebbero di meno l’automobile per risparmiare carburante (entrambi il 29%) e un quarto cercherebbe di risparmiare sulla spesa alimentare (26%).

Anche i cambiamenti nell'occupazione sono meno comuni. Tra i lavoratori dei 28 Paesi esaminati, in media, soltanto il 18% cercherebbe un’occupazione maggiormente retribuita presso un altro datore di lavoro e il 12% afferma che chiederebbe un aumento di stipendio.

Cosa sta guidando l’aumento dei prezzi nel 2022?

Il 76% dei rispondenti, a livello internazionale, ritiene che lo stato dell'economia globale contribuisca in misura maggiore all'aumento del costo della vita, seguito dalle conseguenze della guerra Russia-Ucraina (72%) e dalle politiche del governo nazionale (70%). I Paesi Europei tendono a considerare l’invasione dell’Ucraina il principale fattore contribuente all’inflazione, infatti, è al primo posto in Belgio, Germania, Danimarca, Francia, Ungheria, Paesi Bassi e Svezia. Nei Paesi asiatici, specialmente in Cina, Malesia e Arabia Saudita, si tende a classificare il Covid-19 come principale causa dell’aumento dei prezzi. In Turchia, invece, si ha un ulteriore punto di vista che colloca l’immigrazione al primo posto, seguita dai tassi di interesse e dalle politiche del governo nazionale.

visita il sito: www.ipsos.com

 

Report completo