ANICA protesta contro mancanza piano industriale per Cinema

ANICA protesta contro mancanza piano industriale per Cinema

"Abbiamo appreso della decisione, molto dolorosa, come ribadito dallo stesso Ministro Franceschini, della chiusura delle sale cinematografiche. Comprendiamo, con senso di responsabilità, la necessità di garantire prima di tutto la salute e la sicurezza dei cittadini attraverso la limitazione degli spostamenti delle persone. Ci sembra però decisivo sottolineare la centralità e l’importanza del cinema in sala come esperienza di arricchimento culturale e sociale, che appartiene ai bisogni necessari e irrinunciabili di una società che vuole vivere e non solo sopravvivere.

Ricordiamo che le sale cinematografiche hanno scrupolosamente applicato in questi mesi protocolli severi, elaborati grazie alla collaborazione tra istituzioni e associazioni di categoria, riuscendo così a garantire la sicurezza degli spettatori e trasformando le sale in luoghi a contagio zero. I distributori, in particolari quelli italiani, hanno strenuamente resistito continuando a programmare film anche contro ogni logica economica, nell’incertezza assoluta di fronte ai diversi e improvvisi provvedimenti che hanno reso vana qualsiasi forma di pianificazione.

Ci impegneremo perché il provvedimento di oggi abbia carattere assolutamente temporaneo: dopo questa fase, fatta di sacrifici complessi ed economicamente dolorosi, si deve giungere al più presto ad una riapertura programmata, con la piena collaborazione tra il governo, le istituzioni ed esercenti, distributori e produttori".

Così la nota di ANICA.

“Le sale cinematografiche hanno di fatto riaperto solo il 18 agosto. Il realtà c’era stato un provvedimento del governo dal 16 giugno. Il problema è che per aprire un cinema non è che alzi la serranda e parti, questa è un'industria”.

Dunque il prodotto è tornato in sala dal 18 agosto e da allora sono stati 4,5 milioni gli spettatori, a fronti dei 19,4 milioni dello scorso anno. Dopo poche settimane con il dpcm 24 oottobre si richiude tutto”. Così oggi Francesco Rutelli, Presidente di Anica, a RaiNews24

Il governo deve dare indicazioni di tipo industriale, anche perché non c’è solo la sala, ci sono i set, dove si è lavorato con estremo coraggio e in sicurezza, ci sono i broadcaster e via dicendo. Ora più che mai abbiamo bisogno di contenuti culturali”.