Corte dei conti UE boccia l’Italia sulle riforme

La Corte dei Conti Europea avverte l'Italia: maggiore aderenza e sforzo per l'attuazione delle specifiche raccomandazioni sulle riforme necessarie per il Paese

Corte dei conti UE boccia l’Italia sulle riforme

Secondo una nuova relazione della Corte dei conti europea (di seguito: “la Corte”), gli Stati membri non hanno profuso abbastanza sforzi per attuare le raccomandazioni specifiche per paese formulate dal Consiglio dell’Unione europea tra il 2011 e il 2018.

Gli Stati membri hanno attuato, sostanzialmente o pienamente, solo un quarto circa delle raccomandazioni, mentre per quasi un terzo di esse vi sono stati progressi modesti o nulli. Sebbene l’UE abbia compiuto grandi passi in avanti verso il conseguimento della maggior parte dei propri obiettivi di bilancio di lungo termine per il 2020, è rimasta indietro per quanto riguarda la riduzione della povertà e la ricerca e sviluppo (R&S).

Sullo sfondo dell’accordo politico raggiunto dal Consiglio europeo nel luglio 2020, la Corte sottolinea anche la necessità di riformare le modalità con le quali le raccomandazioni specifiche per paese vengono formulate ed attuate.

Il semestre europeo è un ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio nell’UE. Ne risultano raccomandazioni specifiche per paese che il Consiglio, su proposta della Commissione, indirizza a ciascuno Stato membro.

La Corte ha valutato se l’attuazione, da parte della Commissione, delle procedure di rafforzamento della sorveglianza delle politiche degli Stati membri fosse stata efficace. Ha controllato in dettaglio l’applicazione di dette procedure per Austria, Belgio, Finlandia, Ungheria, Italia e Paesi Bassi.

“Tramite il semestre europeo, la Commissione ha fornito una valida analisi dei progressi economici compiuti dagli Stati membri ed ha proposto pertinenti raccomandazioni specifiche per paese”, ha affermato Alex Brenninkmeijer, il Membro della Corte responsabile della relazione. “La Commissione dovrebbe però concentrarsi maggiormente sul basso tasso di attuazione delle raccomandazioni in generale. Negli ultimi 10 anni, si sarebbe potuta prestare maggiore attenzione a settori quali la riduzione della povertà e la R&S”.