Ddl Bilancio: Audito il MEF, tra i temi Zes e bonus edilizia

E' stato audito il 7 novembre presso le Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato, il Ministro Giancarlo Giorgetti, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del Ddl Bilancio 2025.

Ddl Bilancio: Audito il MEF, tra i temi Zes e bonus edilizia

Riportiamo un sunto di quanto emerso nell’audizione.

La presentazione del disegno di legge di bilancio per il 2025 si inquadra nell’ambito dell’entrata in vigore delle nuove regole di bilancio europee, dalla recente presentazione del Piano strutturale di bilancio e della trattativa con le istituzioni europee relativamente all’aggiustamento fiscale di medio termine. La gestione prudente della finanza pubblica seguita finora ha consentito di individuare spazi utili per confermare e rafforzare i principali interventi di sostegno ai redditi già adottati, nonché a rendere strutturali alcuni importanti politiche in coerenza con il nuovo sistema di regole di bilancio orientato al medio periodo come dimostra il carattere strutturale di molti interventi previsti. La conferma a regime e la modifica del perimetro di alcuni interventi può contribuire ad attenuare i timori degli operatori di mercato legati all’incertezza delle politiche economiche.

  • Contesto economico – Molti interventi sono volti alla riduzione della pressione fiscale e al sostegno dei redditi più bassi. A fronte del consistente calo dell’inflazione e dell’aumento dell’occupazione non si è osservato ancora una sostanziale aumento dei consumi, nonostante i progressi registrati. Avrebbe frenato la crescita la domanda estera netta, a causa delle difficoltà de principali partner commerciali. Ancora positivo risulta invece il contributo fornito dal settore dei servizi. Nel corso degli ultimi anni il sistema economico ha mostrato una tenuta superiore rispetto alle previsioni. Le stime iniziali di crescita del PIL delI’ISTAT sono state riviste in rialzo in misura inedita e il Ministro non sarebbe stupito anche del rialzo delle stime preliminari del PIL relativo al 2024. Le prospettive di crescita a breve termine risultano incoraggianti, con il PIL che dovrebbe tornare in espansione nel trimestre finale dell’anno il PIL dovrebbe tornare in espansione. Promuovere la domanda è una delle chiavi cruciali per realizzare la crescita prevista per il 2025.
  • Previsioni  Le previsioni di crescita per il 2025 sono coerenti con una graduale ripresa della domanda interna, con un’accelerazione degli investimenti del PNRR, e con il miglioramento di fondo dell’economia europea, anche grazie a un’intonazione meno restrittiva della politica monetaria. A fronte delle tensioni internazionali esistono anche scenari più favorevoli. Le condizioni finanziarie e di accesso al credito, oltre che dai tassi guida della Banca Centrale europea, sono influenzate dal premio di rischio pagato sul titolo di stato. Da questo punto di vista, la credibilità del governo ha contribuito alla revisione al rialzo degli Outlook dell’Italia, nonché al dimezzamento dello spread rispetto allo scorso anno. Le previsioni di finanza pubblica sottostanti alla manovra sono in ogni caso improntate alla massima prudenza. La manovra in coerenza con il sentiero di spesa netta indicato nel PSB determina un incremento dell’andamento dell’indebitamento netto tendenziale a legislazione vigente pari a poco meno di 9 miliardi nel 2025, 15 miliardi nel 2026 e 25 miliardi nel 2027. L’insieme delle misure è strutturato per garantire che il tasso di crescita della spesa netta nel triennio sia coerente in previsione con il profilo indicato nel PSB pari all’1,3% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e all’1,9% nel 2027.
  • Interventi manovra – I principali interventi si pongono in continuità con le decisioni del Governo prese fin qui e sono diretti in larga misura alla riduzione della pressione fiscale, al sostegno dei redditi medio bassi dei lavoratori dipendenti, a favore delle famiglie numerose e della genitorialità, al rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, al rifinanziamento del servizio sanitario nazionale e al potenziamento degli investimenti pubblici e privati.
  • Potere acquisto famiglie – Il sostegno al potere di acquisto delle famiglie rappresenta l’intervento più rilevante. In tale contesto rientrano la conferma degli effetti della riduzione del cuneo fiscale, che assume carattere strutturale e della revisione delle aliquote IRPEF. La prima è stata rivista al fine di ampliare l’ambito soggettivo della misura estendendolo anche ai redditi fino a 40mila euro con benefici per ulteriori 3 milioni di contribuenti, nonché al fine di attenuare il cd. effetto soglia. In primo luogo, il nuovo schema non riguarderà più i contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti, ma opererà dal lato fiscale, con modalità diverse a seconda del reddito percepito. Diventa strutturale anche l’articolazione delle aliquote IRPEF basata su tre scaglioni introdotta per il 2024. Tali misure determinano un effetto complessivo pari a circa 18 miliardi di euro annui.
  • Risorse concordato preventivo – Ha quindi sottolineato che le risorse derivanti dal concordato preventivo non sono state considerate, per ragioni prudenziali, nell’ambito delle coperture e solo una volta quantificate e iscrivibili in bilancio potranno essere destinate al finanziamento di interventi di riduzione della pressione fiscale.
  • Rinnovo contratti pubblici – Tra le misure di sostegno ai redditi non può non essere considerato il rinnovo dei contratti del settore statale. Per la prima volta, la manovra dispone il finanziamento dei rinnovi contrattuali relativi al triennio 2025-2027, in anticipo rispetto alla formale scadenza del triennio di contrattazione e provvede, in un’ottica di medio periodo, ad allocare specifiche risorse per il rinnovo che riguarderà il triennio 2028-2030, assicurando la continuità delle procedure negoziali e contrattuali anche per evitare come stigmatizzato dalla Corte Costituzionale nella sentenza 178/2015 “un bilanciamento irragionevole tra libertà sindacale ed esigenze di razionale distribuzione delle risorse e controllo della spesa all’interno di una coerente programmazione finanziaria”. Gli stanziamenti, parametrati al deflatore dei consumi, determineranno un aumento delle retribuzioni dell’1,8% per ciascuno degli anni 2025-2027, dell’1,9% nel 2028 e del 2% nel biennio 2029-2030. Infine, si dispone un’integrazione al fondo per i rinnovi contrattuali del triennio 2022-2024, in via di definizione, che grazie a un’ulteriore 0,22% da dedicare al trattamento accessorio potrà garantire un incremento complessivo a regime del 6%.
  • Natalità e famiglia – A questi interventi si aggiungono altre misure finalizzate a favorire la natalità e a fornire un sostegno concreto alle famiglie con figli.
    • Bonus bebè – La legge di bilancio introduce, dal prossimo gennaio e in via strutturale, un contributo una tantum di mille euro per ogni figlio nato o adottato da nuclei familiari con un ISEE non superiore a 40 mila euro annui.
    • Congedi parentali – Sono rafforzati i congedi parentali e il bonus destinato a supportare il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido. In particolare, si amplia il periodo di congedo parentale indennizzato all’80% a tre mesi complessivi entro il sesto anno di vita di un figlio.
    • Bonus asili nido – Si interviene inoltre sul bonus per gli asili nido. Per i nati dal 2024 in nuclei con redditi ISEE inferiori a 40 mila euro, il beneficio sarà portato a 3.600 euro e riconosciuto a prescindere dalla presenza di altri figli, estendendo pertanto la platea coinvolta.
    • Determinazione ISEE – Viene inoltre confermata anche l’esclusione delle somme relative all’assegno unico universale nella determinazione del reddito ISEE utile ai fini dell’accesso ai benefici per i nuovi nati e per le spese relative alla frequenza degli asili nido.
    • Esonero contributivo lavoratrici – Nell’ambito di tali misure rientra anche il parziale esonero contributivo per le lavoratrici con due o più figli. La misura prevede a decorrere dal 2025 l’estensione ad una platea più ampia, tra cui rientrano le lavoratrici a tempo determinato e quelle autonome, anche con reddito d’impresa, che non optano per il regime forfettario. L’esonero sarà riconosciuto, a condizione che il reddito imponibile o la retribuzione non superino i 40 mila euro, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo e, a decorrere dal 2027, le madri di tre o più figli potranno beneficiarne fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.
  • Carta dedicata a te e derrate alimentari – Nell’ambito delle misure di carattere sociale, la manovra rifinanzia per il 2025 il fondo per l'acquisto dei beni alimentari di prima necessità – la cd. carta “Dedicata a te” destinata ai soggetti con ISEE inferiore a 15 mila euro – e incrementa, in via permanente, la dotazione del fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti.
  • Fondo garanzia prima casa – Viene infine estesa per tutto il triennio 2025-2027, la proroga, già disposta per l’anno in corso con la scorsa legge di bilancio, del regime speciale del fondo di garanzia per la prima casa che ne eleva la copertura massima all’80% della quota capitale, nonché delle ulteriori misure di accesso al credito fornite dal Fondo in favore delle famiglie numerose.
  • Sanità – La manovra stanzia ulteriori risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale che si aggiungono a quelle già assegnate in sede legislazione vigente. Nel complesso, il livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale passerà dai 136,5 miliardi del 2025 ai 141 miliardi del 2027, con un incremento medio annuo nel periodo 2025-2027 superiore al tasso di crescita programmato per la spesa primaria netta nel Piano strutturale di bilancio di medio termine. Per effetto degli ulteriori stanziamenti disposti dalla manovra, nei prossimi anni il finanziamento della spesa sanitaria assumerà un andamento all’incirca pari a quello dell’inflazione misurata in termini dell’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i Paesi dell'Unione Europea, che in base alle stime programmatiche del PSB sarà pari a circa l’1,9% nel periodo 2025-2027.
  • Previdenza – La manovra introduce due interventi finalizzati a favorire la permanenza al lavoro e ovviare alla mancanza di determinate expertise nel settore pubblico e privato.
    • Permanenza a lavoro – Una prima misura prevede la detassazione e l’estensione dell’incentivo contributivo, l’agevolazione che consiste nel riconoscimento in busta paga della quota di contributi a carico del lavoratore per quanti, in possesso dei requisiti per il pensionamento anticipato, decidano di restare al lavoro. Viene ampliata la portata della disposizione sul piano soggettivo, includendo anche i soggetti che al 31 dicembre 2025 hanno maturato i requisiti per il pensionamento anticipato indipendente dall’età anagrafica, e viene prevista l’esclusione dall’imponibile fiscale della somma corrispondente alla quota di contribuzione corrisposta interamente al lavoratore.
    • Lavoro PA – Per agevolare la permanenza al lavoro nelle Amministrazioni pubbliche, sono state introdotte modifiche sia per adeguare i limiti ordinamentali di età ai requisiti anagrafici previsti per l’accesso al pensionamento di vecchiaia, sia per consentire la permanenza in servizio anche dopo aver maturato i requisiti per il pensionamento anticipato.
    • Pensioni – Il pacchetto previdenziale è infine completato dalla conferma anche nel 2025 dei canali di uscita anticipata attualmente vigenti e dalla rivalutazione delle pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo, che saranno incrementate del 2,2% nel 2025 e dell’1,3% nel 2026. È necessario sottolineare che, senza questo intervento, gli importi dei prossimi due anni sarebbero risultati inferiori poiché l’adeguamento sarebbe stato parametrato all’andamento dell’inflazione, che nell’anno in corso si è fortemente ridimensionata rispetto al passato.
    • Rendita previdenza complementare – È altresì prevista, per i lavoratori che rientrano interamente nel regime contributivo la possibilità di utilizzare l’eventuale rendita, derivante da una o più forme pensionistiche complementari, per raggiungere l’importo soglia mensile dell’assegno sociale stabilito per accedere alla pensione di vecchiaia.
  • Lavoro e impresa 
    • Fondo mitigazione divario occupazionale e imprenditoriale – Nell’ambito delle politiche per il lavoro, tenuto conto dell’ampio dibattito in corso con le istituzioni europee in merito alla configurazione degli incentivi alle assunzioni e del fatto che dopo il 31 dicembre prossimo la cd. decontribuzione Sud non sarà più riconoscibile nell’attuale formulazione, è stata prevista l’istituzione di un fondo - con una dotazione complessiva di 9,1 miliardi nel periodo 2025-2029, destinato al finanziamento di interventi volti a mitigare il divario nell’occupazione e favorire lo sviluppo delle attività imprenditoriali nelle aree svantaggiate del Paese anche mediante il riconoscimento di agevolazioni per l'acquisizione dei beni strumentali.
    • Premi di produttività – Viene confermato, per il triennio 2025-2027, il dimezzamento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle somme erogate sotto forma di premi di risultato o di partecipazione agli utili d’impresa, dal 10 al 5%. I dati di monitoraggio del Ministero del lavoro relativi alla crescita dei contratti aziendali e territoriali di produttività, che al 15 ottobre si è attestata al 16,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, lasciano ritenere che la misura sta funzionando molto bene e i lavoratori che beneficiano di tali contratti ammontano attualmente a poco meno di 5 milioni.
    • Fringe benefit e canoni locazione – Accanto alla conferma dei tetti attualmente vigenti per i fringe benefit, pari a mille euro per i lavoratori senza figli e a 2 mila euro per quelli con figli, nel caso dei nuovi assunti a tempo indeterminato con reddito fino a 35 mila euro nell’anno precedente, che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri, le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione non concorrono a formare il reddito ai fini fiscali entro il limite complessivo di 5 mila euro annui per i primi due anni dalla data di assunzione. Un intervento che rientra in un insieme più ampio di misure che saranno implementate per incentivare la mobilità interna, contrastare il disagio abitativo e favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
    • Deduzione assunzioni – Per continuare a favorire l’occupazione viene prorogata, per i tre periodi d’imposta successivi a quello in corso, la maggiorazione del 20% della deduzione relativa al costo del lavoro derivante da nuove assunzioni di dipendenti a tempo indeterminato effettuate da imprese e professionisti. La maggiorazione sale di un ulteriore 10%, arrivando ad una deduzione complessiva del 130%, nel caso di assunzioni stabili di particolari categorie di soggetti considerati svantaggiati, come persone con disabilità, giovani under 30 ammessi agli incentivi occupazione, mamme con almeno due figli, donne vittime di violenza, ex percettori del reddito di cittadinanza.
    • Ammortizzatori sociali – La manovra interviene anche per prorogare e rifinanziare i trattamenti di ammortizzatori sociali in deroga, tra i quali quelli destinati ai lavoratori dipendenti o licenziati da imprese situate nei territori dichiarati aree di crisi industriale complessa ovvero coinvolti nelle fattispecie di riorganizzazione o crisi aziendali.
    • Investimenti imprese – Quanto alle misure per favorire gli investimenti delle imprese, si estende di un anno il credito di imposta per gli investimenti delle imprese nella Zona economica speciale del Mezzogiorno; si prevede un nuovo stanziamento per la cd. “Nuova Sabatini”; si stanziano risorse per agevolare gli investimenti nel comparto turistico.
    • Trattamento integrativo settore turismo – Sempre per i lavoratori dei settori più coinvolti nel turismo sono stati confermati, fino al 30 settembre del 2025, i benefici fiscali per il lavoro notturno e gli straordinari nei giorni festivi.
    • Quotazione PMI – Inoltre, per favorire la quotazione delle piccole e medie imprese su mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo, viene prorogato per tre anni il credito d’imposta del 50% delle spese di consulenza sostenute.
  • Investimenti pubblici – Quanto agli investimenti pubblici, tenuto conto della necessità di dare priorità all’utilizzo delle risorse previste nell’ambito del PNRR e del Fondo Sviluppo e Coesione per il biennio 2025-2026, la manovra stanzia risorse per assicurare che, nel periodo successivo, l’andamento della spesa per investimenti pubblici sia coerente con la nuova governance europea.
    • Investimenti settore difesa – Viene previsto il potenziamento degli investimenti nel settore della difesa, per un valore complessivo di 35 miliardi nel periodo 2025-2039, misura che si aggiunge al finanziamento permanente delle missioni internazionali di pace. A tale riguardo, ha evidenziato che nonostante gli ingenti stanziamenti assegnati, l’obiettivo del 2% del PIL richiesto dalla NATO risulta molto ambizioso e non del tutto compatibile sotto il profilo delle coperture con il quadro vigente della governance europea. Alla luce degli stanziamenti previsti dal disegno di legge di bilancio arriveremo alla percentuale dell’1,57% nel 2025, dell’1,58% nel 2026 e dell’1,61% nel 2027.
    • Investimenti infrastrutturali – Viene inoltre istituito un fondo da ripartire a favore delle Amministrazioni centrali dello Stato per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese con una dotazione pari a 24 miliardi nel periodo 2027 -2036.
    • Patrimonio sanitario pubblico – A tali somme si aggiungono, nel medesimo periodo, risorse pari a circa 1,27 miliardi per il potenziamento degli interventi di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico e, per la prima volta, un fondo a carattere permanente per il finanziamento degli interventi di ricostruzione e delle esigenze connesse alla stessa con una dotazione di 1,5 miliardi nel 2027 e di 1,3 miliardi annui dal 2028.
  • Strade e stazioni sicure – La manovra contiene un pacchetto di misure in tema di sicurezza, emergenze e protezione civile. Oltre alle risorse per le missioni internazionali di pace, si è previsto il rifinanziamento, per l’intero triennio 2025-2027, delle operazioni di controllo relative a “Strade sicure” e “Stazioni sicure”.
  • Fondo emergenze nazionali – In tema di emergenza è stato previsto il rifinanziamento del fondo per le emergenze nazionali. È stato anche previsto che tale fondo sia alimentato con le entrate connesse a una specifica estrazione del gioco del lotto; tale misura, prima di carattere temporaneo, assume ora una configurazione strutturale.
  • Servizio civile universale – Particolare attenzione è data poi al rifinanziamento del servizio civile universale. Oltre al rifinanziamento della misura nel 2024, da ultimo previsto con il decreto-legge “anticipi”, lo stesso è stato anche ampiamente rifinanziato, rispetto a quanto previsto a legislazione vigente, dal disegno di legge di bilancio con ulteriori risorse pari a 100 milioni in ciascun anno del biennio 2025-2026 e 200 milioni annui nel periodo 2027-2028 e 100 milioni nel 2029.
  • TPL e Fondo solidarietà comunale – Nell’ambito delle disposizioni relative agli enti territoriali, si incrementa per il 2025 la dotazione relativa al trasporto pubblico locale, si istituisce un fondo per contribuire alle spese sostenute per l’affidamento dei minori e si incrementano le risorse del fondo di solidarietà comunale per sostenere l’avanzamento degli effetti perequativi che tengono conto dei fabbisogni standard e delle capacità fiscali.
  • Coperture – Quanto alle coperture, tenuto conto dell’utilizzo degli spazi fiscali di finanza pubblica compatibili con il Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029, la manovra reperisce ulteriori risorse destinate al finanziamento degli interventi previsti.
    • Spese Ministeri – Dalla riduzione e razionalizzazione della spesa dei Ministeri si attendono risparmi in termini di saldo netto da finanziare pari a circa 5,2 miliardi nel 2025, 4 miliardi nel 2026, 3,5 miliardi nel 2027. Parte rilevante di queste riduzioni riguarda alcune componenti di spesa di parte corrente e di conto capitale che determinano effetti sull’indebitamento netto, esclusi i trasferimenti diretti agli Enti territoriali, alla sanità e alla previdenza. I Ministeri dispongono di ampia flessibilità per rimodulare le riduzioni nell’ambito dei loro rispettivi bilanci. Con riferimento alla componente di conto capitale, la dimensione delle riduzioni tiene conto dell’ammontare dei residui risultanti nel 2024 in ciascun Ministero. Un ingente ammontare di residui passivi è infatti sintomatico di difficoltà nella programmazione della spesa. Inoltre, il mancato rispetto delle previsioni di utilizzo delle risorse assegnate può comportare la realizzazione dei pagamenti in annualità diverse da quelle inizialmente previste, con conseguenti rischi sul rispetto degli obiettivi di spesa programmatici.
    • Enti territoriali – Gli enti territoriali contribuiranno alla realizzazione degli obiettivi complessivi di finanza pubblica attraverso un accantonamento di bilancio, quindi non un taglio di risorse, che resta nelle disponibilità degli enti e potrà essere utilizzato, a seconda delle esigenze, per accelerare il ripiano del disavanzo accumulato o realizzare investimenti.
    • DTA – Dal lato delle entrate, il settore finanziario contribuisce alla definizione delle risorse attraverso il differimento delle quote annuali di deduzione del 2025 e del 2026, a fronte delle quali sono state iscritte imposte differite attive, relative alle perdite sui crediti, al valore di avviamento e delle altre attività immateriali non ancora dedotte e all’impatto dell’adozione del principio contabile IFRS9, per un valore di circa 3,4 miliardi nel biennio 2025-2026. A queste si aggiunge la riduzione, dall’80% al 65%, della possibilità di compensare mediante perdite pregresse ed eccedenze ACE il maggior reddito imponibile connesso al differimento delle deduzioni.
    • Imposta di bollo assicurazioni – Con riferimento al settore assicurativo, si modifica il regime di versamento dell’imposta di bollo sulle comunicazioni finanziarie relative ai contratti di assicurazione sulla vita con contenuto finanziario, che dovrà essere effettuato annualmente e non più in un’unica soluzione alla scadenza del contratto. Gli effetti attesi sono di circa 970 milioni nel 2025 e di 400 milioni nel 2026 e nel 2027.
    • Rideterminazioni terreni e partecipazioni – Ulteriori risorse vengono reperite attraverso la conferma della previsione che consente di accedere alla rideterminazione dei valori di terreni e delle partecipazioni previo pagamento di un’imposta sostitutiva.
    • Tassazione criptovalute – Tra le misure relative alle attività digitali si prevede l’incremento della tassazione sulle plusvalenze realizzate dallo scambio di criptovalute, che dall’attuale 26% passerà al 42%. La diversa aliquota applicata a diverse forme di investimento del risparmio, già prevista dall’ordinamento, risponde alla logica di premiare le caratteristiche di investimento paziente e di lungo termine.
    • Web Tax – Viene inoltre estesa l’applicazione della cd. “Web tax”, attraverso l’eliminazione delle soglie attualmente previste in termini di fatturato globale e locale. Tale circostanza elimina la caratteristica di “discriminazione” alla base della contestazione USA che avevano originato ritorsioni commerciali al momento dell’introduzione.
    • Pagamenti tracciabili – Rilevano, infine, le entrate previste dalla lotta all’evasione fiscale, tramite misure in materia di pagamenti elettronici e di interoperabilità delle banche dati e di tracciabilità delle spese. In particolare, nell’ambito degli interventi per migliorare la tracciabilità dei pagamenti, si estende alle spese di trasferta dei dipendenti e, più in generale, a quelle di rappresentanza il principio che per poter essere dedotte dovranno essere pagate con strumenti di pagamento tracciabili. Per favorire la compliance degli esercenti e migliorare la gestione delle transazioni elettroniche, si prevede inoltre una connessione più stretta tra i dispositivi di incasso elettronico e i registratori telematici, per permettere a questi ultimi di memorizzare le informazioni minime delle transazioni elettroniche effettuate e trasmetterle in maniera aggiornata e tempestiva all’Agenzia delle Entrate. Complessivamente da queste misure sono attesi effetti di maggiore entrata pari a circa 1,4 miliardi nel triennio di riferimento.
  • Transizione vetture aziendali – Con riferimento alla tassazione di impresa, anche ai fini della realizzazione dell’impegno sulla riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi indicato nei documenti programmatici, a partire dal prossimo anno si favorirà la transizione a vetture aziendali elettriche o ibride rivedendo i criteri di determinazione del reddito imponibile per quelle alimentate a diesel e benzina.
  • Riordino spese fiscali – La manovra avvia inoltre un processo di riordino delle spese fiscali che, attraverso l’introduzione di un quoziente familiare che sostenga la genitorialità, è funzionale alla realizzazione dell’obiettivo programmatico inserito all’interno del Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029.
  • Riordino detrazioni – Tra le altre misure di riordino delle detrazioni IRPEF rientrano anche l’abrogazione della detrazione per i figli non disabili di età pari o superiore a 30 anni, l’abrogazione della detrazione per i figli e per il coniuge a carico residenti all’estero e l’abrogazione della detrazione per altri familiari a carico con esclusione degli ascendenti. Complessivamente queste ultime misure assicureranno un recupero di gettito a regime pari a 600 milioni di euro.
  • Riordino bonus edilizi – Il DDL di Bilancio, per il 2025, prosegue, inoltre, nel processo di riordino dei bonus edilizi già avviato da questo Governo anche al fine di limitarne il costo. La percentuale di detrazione del 36% prevista a legislazione vigente, nel 2025, viene aumentata al 50% ma solo per le abitazioni principali, mentre rimane al 36% per le seconde case. Anche per le spese riconducibili al Superbonus sostenute nel 2025 sono previste le stesse percentuali di detrazione. Nel 2026 e nel 2027, le agevolazioni passeranno al 36% per le prime case e al 30% per le seconde case. Inoltre, è possibile beneficiare delle detrazioni per le spese sostenute nel 2023 in un periodo di 10 anni invece dei 4 anni previsti in precedenza.
  • Stabilità e prudenza politica – Il crescente e robusto interesse degli investitori per i titoli di Stato italiano, la significativa riduzione dello spread e le positive valutazioni delle agenzie di rating testimoniano l’importanza della stabilità politica e della prudenza nella politica di bilancio che il Governo ha saputo assicurare nei primi due anni di mandato. Il disegno di legge di bilancio per il prossimo triennio conferma questa impostazione, continuando a sostenere il sistema economico e a ridurre l’impatto sulle famiglie dell’incertezza che caratterizza il contesto internazionale, con interventi coerenti con il percorso di aggiustamento fiscale che l’Italia si è impegnata a realizzare nel Piano strutturale di bilancio di medio termine.
  • Conclusione – A fronte di dinamiche globali sempre più forti, gli sforzi nazionali, per quanto utili e necessari, non sono sufficienti a garantire che le prospettive evolvano nelle direzioni auspicate. Il superamento delle difficoltà che caratterizzano l’attuale fase ciclica richiede infatti di individuare risposte idonee ad affrontare in maniera sistemica gli effetti del rallentamento della globalizzazione e della riconfigurazione delle catene del valore che caratterizzano il periodo post-Covid e la riconfigurazione della base imponibile da fisica a digitale, questioni che l’Italia ha più volte evidenziato in diversi contesti internazionali e che il Ministro ha auspicato possano portare a ampie riflessioni per individuare le soluzioni più adeguate alle sfide future.

    Audizione completa: WebTV della Camera