Industria della Cultura, l'analisi del CDP Think Tank
CDP affronta il tema della cultura e del suo peso economico nel nostro Paese
L’industria della cultura è un comparto eterogeneo e trasversale di difficile perimetrazione e del quale è complesso determinare il valore economico.
A livello europeo il comparto delle industrie culturali e creative contribuisce al PIL per oltre il 5%. In Italia questo stesso valore sale a più del 6%.
Il patrimonio culturale italiano pur essendo ampio e indiscusso, con 55 siti Unesco, risulta tuttavia poco sfruttato, con numeri di visitatori lontani da quelli registrati dagli attrattori culturali internazionali.
Anche l’industria cinematografica ha un ruolo di particolare rilievo, eccellenza nel mondo e con effetti moltiplicativi tra i più alti: ogni euro di domanda aggiuntiva di servizi audiovisivi genera 2 euro nel resto dell’economia.
La rivoluzione digitale che sta trasformando l’industria cinematografica con l’aumento vertiginoso del consumo sulle nuove piattaforme online, tarda invece a diffondersi nella fruizione più tradizionale dei beni culturali. La pandemia di Covid-19 ha rivelato e amplificato la fragilità delle industrie culturali.
Oltre il 90% dei musei mondiali ha osservato un periodo di inattività; l’industria cinematografica mondiale ha perso nei primi mesi dell’anno circa 10 miliardi di dollari. In Italia i musei hanno perso circa 80 milioni di euro; il cinema quasi 120 milioni di euro, gli spettacoli musicali 350 milioni di euro. Al contrario i canali digitali sono rimasti operativi e hanno registrato un vero e proprio boom delle sottoscrizioni.
In Italia nelle prime settimane di lockdown l’audience è cresciuta più del 100%. Ma anche i segmenti più tradizionali dell’industria culturale hanno sfruttato le potenzialità offerte dal digitale per mantenere viva la relazione con i fruitori dei prodotti culturali. La crisi provocata dal Covid-19 potrebbe rappresentare l’occasione per compiere quel processo di digitalizzazione del settore che stentava a prendere piede e che potrebbe consentire al comparto di rispondere alle esigenze di modalità di fruizione più flessibili e personalizzate.
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