Piano strategico ZES unica, pubblicato in GU
Il Piano definisce la strategia della ZES unica, che punta a rafforzare il tessuto produttivo del Mezzogiorno d'Italia, e lo propone come hub economica e logistica internazionale, anche per la posizione geografica.

L’elaborazione del Piano strategico è prevista dalle disposizioni contenute nel “Decreto Sud” è stato approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 31 ottobre 2024 ed è stato infine pubblicato, nella Gazzetta Ufficiale del 15 gennaio 2025.
Il Piano, dopo una prima parte in cui viene identificata la centralità del Mezzogiorno e riassunte le politiche europee per la crescita e la competitività, nonché le politiche di riferimento per la ZES unica come il PNRR e il REPowerEU, procede con un’analisi della strategia della ZES unica.
In particolare, l’analisi si basa su uno studio descrittivo che integra elementi quantitativi con dati e informazioni qualitative sulla struttura produttiva del Mezzogiorno, con l’obiettivo di mappare la distribuzione attuale delle specializzazioni nelle regioni meridionali e individuare le traiettorie di sviluppo future.
Tra i principali contenuti del Piano:
- Filiere strategiche: agroalimentare e agroindustria, turismo, elettronica e ICT, automotive, made in Italy, chimica e farmaceutica, navale e canteristica, aerospazio, ferroviario.
- Promozione tecnologica: sono selezionate tre ulteriori tecnologie da promuovere:
- tecnologie digitali,
- tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse (Cleantech),
- biotecnologie (Biotech).
- Offerta incentivi: riassume l’offerta di incentivi cui le imprese in area ZES unica possono accedere, tra cui: il bonus ZES unica per il Mezzogiorno, il bonus giovani, il bonus donne, l’incentivo all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica, nonché il credito d’imposta per investimenti nella ZES unica per sostenere investimenti privati in beni strumentali.
- Indicatori di priorità per zone franche doganali: tali zone, infatti, contribuiscono significativamente alla competitività dei porti meridionali, creando un ambiente favorevole per gli investimenti produttivi e aumentando l’attrattività dei porti come hub logistici globali.
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