Riforma mercato del lavoro: necessari commercialisti
Commercialisti necessari interlocutori del Governo per la riforma condivisa del mercato del lavoro. Necessario accelerare su procedure più snelle, semplificazione e evoluzione ed integrazione tecnologica.
Procedure più snelle, semplificazione, evoluzione ed integrazione tecnologica. Non occorreva il trauma socio economico causato dalla pandemia per richiamare l’attenzione su questi aspetti nei rapporti tra attività economiche e pubblica amministrazione. I dottori commercialisti, ma sicuramente anche i consulenti del lavoro, e - da par nostro anche l’Unione - da sempre sono stati propositivi in tal senso, dando pressoché quotidianamente la disponibilità per un confronto costruttivo che conducesse a soluzioni condivise e migliorative delle condizioni di lavoro di tutti i soggetti coinvolti.
Dopo un anno, in cui costantemente abbiamo evidenziato quanto ritenuto negativo nella normativa degli ammortizzatori sociali e nelle connesse procedure di applicazione pratica, apprendiamo dalla stampa dei giorni scorsi (IlSole24Ore, 25/02/2021, “Cig, taglio agli adempimenti e pagamenti più veloci”) che il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, da poco insediato con il Governo del Prof. Draghi, ritiene pronta la semplificazione della procedura di richiesta di intervento degli ammortizzatori sociali. Imminente la sua sperimentazione sul campo in alcuni sedi tester dislocate sul territorio nazionale. Sarebbe dell’INPS il contributo determinante per render user friendly quei meccanismi che ormai da un anno hanno sistematicamente generato diseconomie negli uffici dello stesso Istituto, nelle imprese e negli studi professionali; oltre ovviamente ai ritardi nei pagamenti ai lavoratori interessati.
Ancora una volta noi professionisti, quali anche intermediari abilitati, soggetti in prima linea chiamati poi alla gestione della suddetta procedura, ne siamo stati tenuti all’oscuro. Dobbiamo attendere, recepire e applicare. Aggiungiamo sperare; sperare che l’innovazione annunciata sia stata ponderata per contemperare tutte le esigenze di chi ne viene coinvolto.
Ci chiediamo infatti come sia possibile pensare ed implementare un cambiamento così importante, come la gestione degli ammortizzatori sociali in periodo di pandemia Covid, senza averlo concertato con tutti i soggetti coinvolti. Senza cioè ascoltare chi poi sarà l’effettivo fruitore del servizio. Il solo apporto dell’INPS ha il concreto rischio che le modifiche siano state pensate per migliorare le dinamiche unilateralmente, dal solo lato della pubblica amministrazione.
Sono le stesse dichiarazioni del Presidente dell’INPS Tridico che impongono purtroppo una fredda accoglienza della notizia di semplificazione. Nel Suo virgolettato leggiamo che “di solito, gli Uniemens vengono inviati nei primi 10 giorni del mese”; facciamo presente che la denuncia mensile (l’Uniemens appunto) con cui le imprese, spesso per il tramite di noi Professionisti, inviano all’INPS tutte le informazioni contributive relative ai lavoratori dipendenti, può esser trasmessa telematicamente entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di riferimento. Un termine fondamentale questo per garantire un tempo congruo al Professionista che deve elaborare il Libro Unico del Lavoro e predisporre i conseguenti versamenti con il modello F24 per la scadenza del giorno 16 del mese successivo a quello di riferimento. E’ evidente che appare poco credibile una trasmissione dell’Uniemens già nei primi 10 giorni del mese come dichiarato dal Presidente Tridico; in tal senso sarebbe interessante esaminare insieme i dati statistici alla base di tale affermazione.
D’altronde, lo stesso Presidente ritiene la trasmissione dell’Uniemens “veloce e consolidata per i datori di lavoro” ignorando probabilmente la complessità informatica che questo documento ha raggiunto. La miriade di informazioni che esso contiene, a cui si sono aggiunte tutte quelle di origine Covid (ammortizzatori sociali, malattie, sospensione dei versamenti, agevolazioni contributive), hanno messo a dura prova persino le case software che realizzano le interfacce per gli studi professionali; i Commercialisti hanno dovuto scoprirsi anche tecnici informatici per sopperire alla opacità del sistema informatico dell’INPS e per far fronte alla continua emissione di messaggi e circolari con cui l’Istituto ci incarica di usare codici sempre nuovi, variare quelli già usati perché tardivamente ha pensato di apportare modifiche.
Sulla base di queste ed altre riflessioni, auspichiamo un coinvolgimento dei dottori commercialisti nel brevissimo termine. Già nella annunciata fase di sperimentazione della nuova procedura nelle sedi INPS scelte, riteniamo il nostro apporto fondamentale per consegnare all’utenza un nuovo modello di gestione degli ammortizzatori sociali efficiente, sul quale non si debba tornare nuovamente ad intervenire con ulteriore spreco di risorse che il Paese non può permettersi.
Il flusso informativo Uniemens ha un potenziale importantissimo. Crediamo molto che la sua evoluzione possa portare ad un concreto superamento della separazione feudale tra gli Enti pubblici ipotizzandolo come soluzione integrata che raccolga anche i dati richiesti dall’Agenzia delle Entrate e dall’INAIL, eliminando la duplicazione di adempimenti inerenti alle retribuzioni dei lavoratori dipendenti a cui oggi siamo costretti. La possibilità di semplificare c’è concretamente ed è realizzabile nel breve termine, ma è necessario crearla insieme apportando ciascuno il proprio asset informativo ed esperienziale.
Ricordiamo ancora che all’alba della pandemia, il 2 marzo 2020 nella G.U. veniva pubblicato il Decreto del Ministero del Lavoro con il quale prendeva forma il Fondo di solidarietà bilaterale per la attività professionali. A distanza di un anno esso rimane opera incompiuta. Le categorie professionali mancano ancora di un ammortizzatore sociale dedicato dovendo ricorrere a misure emergenziali una tantum. Con il Ministro del Lavoro è necessario confrontarsi non solo su semplificazione ma anche sull’implementazione di questi ed altri strumenti.
Instaurare un dialogo programmatico ed operativo con il Ministero del Lavoro è una priorità a cui i dottori commercialisti – e ovviamente anche l’Unione - sicuramente non intendono sottrarsi per senso di responsabilità e per consapevolezza del valore del proprio apporto. Oltre a chiedere qui oggi l’avvio del confronto, noi siamo già al lavoro per creare un primo contesto in cui implementarlo. Un lavoro da fare tutti insieme, chiunque lavori quotidianamente su questi temi. Dai consulenti del lavoro a tutti i dottori commercialisti impegnati in questo particolare settore che sta diventando sempre più importante per il sostenimento del sistema Paese.