Dalla Newsletter "MISE - Al cuore dello sviluppo" - n. 26 dicembre 2019
stralcio dell'audizione del Ministro Patuanelli sul PNIEC alla Camera dei Deputati
"Come contributo al target europeo, l’Italia intende perseguire un obiettivo di copertura del 30% del consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili, delineando un percorso di crescita sostenibile di tali fonti, integrandole pienamente nel sistema energetico.
Si prevede che il contributo delle rinnovabili al raggiungimento dell’obiettivo possa essere così differenziato tra i diversi settori:
- circa il 55% di quota rinnovabili nel settore elettrico;
- circa il 33% di quota rinnovabili nel settore termico (gli usi per il riscaldamento e il raffrescamento);
- oltre il 21% per quanto riguarda l’incorporazione di rinnovabili nei trasporti, unico obiettivo settoriale vincolante a livello nazionale (calcolato con i criteri di contabilizzazione dell’obbligo previsti dalla Direttiva Fonti Rinnovabili- RED II).
Si tratta di un grande cambiamento per il nostro Paese, considerando l’ultimo dato consolidato al 2017, che espone una percentuale complessiva del 18,3% sui consumi finali totali, derivante da apporti sui consumi nei singoli settori (calcolati con le regole europee), pari al 34,1% per l’elettrico; 20,1% per il termico e 6,5% per i trasporti.
In relazione all’efficienza energetica, il nostro Paese intende perseguire un obiettivo indicativo di riduzione dei consumi al 2030 pari al 43% dell’energia primaria rispetto allo scenario di riferimento che la UE utilizza per valutare gli obiettivi di ciascun Paese. Inoltre, è necessario, mediante politiche attive, ottenere ogni anno nuovi risparmi pari allo 0,8% del consumo medio annuo del triennio 2016-18.
Infine, con riferimento all’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, i settori produttivi che rientrano nello schema ETS (Emission Trading System) dovrebbero registrare una diminuzione delle emissioni pari a circa il 56% rispC alla Camera nell'audizione del 27 novembre u.s.etto al 2005, mentre i settori non ETS dovrebbero arrivare a meno 34,6%"
fonte: Newsletter MISE - Al cuore dello sviluppo - n. 26 dicembre 2019
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