Superbonus: da manovra segnali positivi ma non sufficienti
Il vicepresidente di Anima Confindustria, Alberto Montanini. “Fondamentale garantire regole chiare e armonizzate”
La modifica approvata durante l’esame della Manovra di Bilancio rappresenta un importante correttivo alla disciplina del Superbonus per gli edifici condominiali prevista dal DL Aiuti-quater. Permettere, anche se solo in determinati casi, la conferma dell’aliquota al 110% per i condomini anche nel 2023 in caso di presentazione della CILAS entro il 31 dicembre risolve una delle storture principali della precedente normativa. Il tema della cessione del credito, inoltre, da ormai più di un anno estremamente critico per la filiera, può, benché non definitivamente risolto, essere affrontato con strumenti normativi più adeguati.
“Alcune modifiche introdotte in Legge di Bilancio sono sicuramente positive, anche se purtroppo apportano delle correzioni non sostanziali a un panorama di incentivi che necessita una riorganizzazione. In considerazione dell’ampiezza e delle molte implicazioni da un punto di vista strategico per la transizione ecologica del Paese, ci auguriamo per il prossimo anno una maggiore sinergia tra filiera e istituzioni per definire il futuro della misura.” Commenta così la nuova misura Alberto Montanini, vicepresidente di Anima Confindustria con delega alla Politica Industriale. “Le novità non risolvono le principali preoccupazioni per la riduzione della platea dei beneficiari e per una revisione delle aliquote non programmata, e quindi introdotta senza un’adeguata considerazione degli impatti sul mercato. Inoltre permangono i problemi relativi a un disallineamento tra i requisiti tecnici richiesti dalla normativa nazionale per accedere agli incentivi, e i requisiti europei di ecoprogettazione degli apparecchi”.
Anima intende quindi sottolineare come le modifiche introdotte con il DL Aiuti-quater rendano la misura meno accessibile, riducendo quindi gli impatti positivi sul comparto industriale e dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Anima ritiene quindi essenziale alzare la soglia di reddito per gli edifici unifamiliari, ampliando la possibile platea di beneficiari oltre l’attuale di 15.000€.
In Italia, il settore immobiliare è, subito dopo quello dei trasporti, il più distante dagli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. Considerando anche che le tecnologie a disposizione per efficientare il parco immobiliare sono un fiore all’occhiello della produzione industriale italiana, è necessaria quindi una programmazione a medio-lungo termine degli interventi di sostegno alla transizione.
Anima Confindustria sostiene da sempre la necessità di rivedere l’attuale disciplina degli incentivi per l’efficientamento energetico dell’edilizia, attraverso un’attenta valutazione del quadro esistente e dei possibili impatti derivanti dalla sua modifica per la filiera sul fronte occupazionale e produttivo, nell’ottica di massimizzazione del contributo del settore nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Paese.
“Per il settore della meccanica varia la priorità è poter contare su un sistema di regole chiare e armonizzate per il prossimo anno – prosegue Montanini – attraverso la definizione di un quadro condiviso grazie anche a un lavoro congiunto tra istituzioni e associazioni di categoria. Si auspica quindi la redazione di un Testo unico degli incentivi per l’edilizia, che permetterebbe agli operatori del settore e allo Stato stesso di semplificare, riorganizzare e inquadrare in modo organico la disciplina, non da ultimo differenziando le aliquote incentivanti per introdurre criteri di premialità per le tecnologie impiantistiche in funzione del loro contributo in termini di riduzione delle emissioni di CO2, utilizzo di energia rinnovabile ed efficienza energetica.”