Celle fotovoltaiche organiche, la nuova rivoluzione
In uno studio pubblicato su Nature Communications scienziati del Politecnico di Milano e dell’IFN-CNR rivelano un meccanismo critico per l’efficienza delle celle fotovoltaiche organiche.
In futuro le celle fotovoltaiche potrebbero essere “indossate” sopra i vestiti, oppure posizionate sulle auto o ancora sopra agli ombrelloni in spiaggia. Sono, questi, solo alcuni dei possibili sviluppi di uno studio appena pubblicato su Nature Communications (link all'articolo) dai ricercatori del dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano, in collaborazione con alcuni colleghi dell’università di Erlangen-Norimberga e dell’Imperial College di Londra.
La ricerca, che vede tra gli autori il ricercatore dell’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie (IFN-CNR) Franco V. A. Camargo e il professore ordinario Giulio Cerullo, si è concentrata sulle celle fotovoltaiche realizzate con la tecnologia organica, di struttura flessibile. Le celle fotovoltaiche più diffuse attualmente, basate su tecnologia al silicio, sono invece di struttura rigida e richiedono sofisticate e costose infrastrutture per la loro fabbricazione oltre a elevati costi di smaltimento.
Un’alternativa per sostituire il silicio in futuro viene appunto dalle celle solari “di plastica”, in cui una miscela di due semiconduttori organici, uno donatore e uno accettore di elettroni, viene impiegata per l’assorbimento dell’energia luminosa e la sua conversione in energia elettrica. L’uso di molecole organiche porta diversi vantaggi, come ad esempio una tecnologia più semplice, un costo di produzione e di smaltimento ridotto, la flessibilità meccanica e l’accesso alla diversità chimica associata ai materiali organici. D’altra parte, però, i materiali organici hanno una fisica molto più complessa rispetto a quella dei materiali inorganici cristallini (come il silicio), in particolare riguardo ai processi di trasferimento di carica alle interfacce donatore-accettore, che causano perdite di efficienza.
Dopo quattro anni di lavoro i ricercatori sono riusciti a realizzare celle solari con nuovi materiali in cui le perdite dovute agli stati di interfaccia sono minimizzate. Studiando questi materiali con impulsi laser ultrabrevi sono riusciti a identificare le ragioni fisiche che sono alla base di questa eccezionale prestazione, presentando un modello generale di ottimizzazione valido anche per altre combinazioni di materiali.
In futuro le celle fotovoltaiche realizzate con la tecnologia organica costituiranno una sorgente di energia più economica e con minore impatto.
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