EY: AI, straordinario acceleratore del cambiamento
Il report EY Italy AI Barometer traccia il quadro della situazione attuale, i possibili sviluppi, le sfide e i benefit che le imprese italiane grazie all'Intelligenza Artificiale.
In un mondo che evolve rapidamente alla velocità delle innovazioni tecnologiche, non aprirsi al cambiamento significa rimanere indietro. Emblema dell’incessante progresso tecnologico oggi è l’Intelligenza Artificiale, uno strumento che sta trasformando a ritmo sostenuto praticamente ogni settore della nostra vita, compresi il mondo delle imprese e del lavoro. Logico, dunque, che anche Governi e istituzioni si siano attivati per elaborare un quadro normativo ad hoc. A livello di Unione Europea, è di recente entrata in vigore la prima direttiva sull’Intelligenza Artificiale, l’AI Act che mira a regolamentare lo sviluppo e l’utilizzo di tale tecnologia. Allo stesso modo in Italia la discussione politica prosegue nell’esame di un Disegno di Legge per delineare i possibili approcci alla regolamentazione dello sviluppo e dell’utilizzo dell’AI. Le enormi potenzialità insite nell’Intelligenza Artificiale ne fanno uno straordinario acceleratore del cambiamento e anche una grande opportunità, specie per coloro che si stanno muovendo in anticipo, non senza un pizzico di audacia. Ma occorre sempre un approccio che veda la persona al centro della trasformazione, in modo da sfruttare il potenziale tecnologico nella direzione di un’economia globale più sostenibile a livello economico, sociale e ambientale. In questo senso, a che punto sono le aziende italiane? Quali vantaggi stanno ottenendo dall’adozione dell’AI? Quali sono le sfide e le opportunità legate all’AI per il prossimo futuro? Il report EY Italy AI Barometer ha cercato di approfondire questi e altri temi attraverso le risposte di 528 manager di imprese italiane, nell’ambito di una più ampia ricerca a livello europeo condotta da EY su 4700 manager di 9 diversi Paesi.
L’intelligenza artificiale si sta affermando come una delle principali priorità e l’Italia è tra i primi tre Paesi che l’hanno adottatata (77%), preceduta solo da Spagna (84%) e Svizzera (82%). Investire oggi nell’intelligenza artificiale permette alle aziende di posizionarsi come leader in un contesto di mercato in costante evoluzione e sempre più competitivo. Un’azienda su tre, infatti, si prepara a investire sulle sue potenzialità per il prossimo anno e i settori che prevediamo saranno al fronte di questo movimento includono i servizi finanziari, il settore immobiliare e il retail e consumer products
I principali risultati del report
Le imprese italiane hanno compreso l’importanza dell’Intelligenza Artificiale e a livello europeo risultano tra le pioniere nell’adozione di tale tecnologia, alle spalle solo di Spagna e Svizzera. Dai dati EY Italy AI Barometer emerge che oltre tre quarti (77%) degli intervistati italiani dichiara di avere un’esperienza diretta con l’AI, soprattutto a livello di vita personale (43%) ma anche professionale (12%) e per il 20% in entrambe gli ambiti.
Per quanto riguarda il livello di conoscenze tecnologiche oltre la metà dei manager italiani (51,7%) ritiene che la propria azienda sia dotata delle competenze necessarie per implementare e utilizzare efficacemente l’Intelligenza Artificiale e accelerare la trasformazione ad essa legata. Un dato che risulta particolarmente evidente in alcuni settori: energia, servizi finanziari, media e telecomunicazioni. Le imprese italiane in effetti risultano piuttosto avanti nell’introduzione dell’AI nei contesti lavorativi: per il 24% degli intervistati gli strumenti di AI stanno già influenzando il proprio lavoro, mentre il 46% immagina un incremento entro i prossimi tre anni. Tra le funzioni aziendali maggiormente interessate dall’Intelligenza Artificiale troviamo marketing, cybersicurezza, protezione dei dati e assistenza ai dipendenti.
Quando si parla di introduzione di nuove tecnologie nei processi aziendali, uno dei temi centrali è la formazione delle persone. In questo senso, dal report emerge una diffusione sensazione che le imprese possano fare di più, adottando un ruolo attivo nell’aggiornamento del personale: nel dettaglio, il 37% pensa che la propria azienda debba formare di più, mentre il 32% dichiara di non aver ricevuto un supporto formativo adeguato. Al contrario, solo il 16% afferma di aver ricevuto un’adeguata formazione sul luogo di lavoro. Per rimediare alla scarsa formazione, il 55% ha seguito percorsi di aggiornamento in autonomia.
Un dato interessate riguarda anche i benefit ottenuti dalle imprese italiane grazie all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale: il 58% complessivamente dichiara di aver avuto benefici nel rapporto costi/ricavi, in particolare il 26% dichiara di aver aumentato i ricavi, la percentuale più elevata tra i 9 Paesi europei considerati, il 14% ha registrato una diminuzione dei costi, il 18% ambedue le voci. Soltanto il 17% afferma di non aver avuto né un aumento di ricavi né una diminuzione di costi.
Qual è il sentiment prevalente rispetto all’influenza dell’IA sul lavoro? La maggior parte delle persone, il 59%, dichiara che il proprio lavoro sarà in qualche modo influenzato dagli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale, nel dettaglio, per il 45% in maniera parziale e per il 14% del tutto, mentre per il 27% non cambierà di molto e solo per il 14% non verrà influenzato in alcun modo. Per il prossimo futuro, il 60% degli intervistati immagina che, prima o poi, parte dei propri compiti lavorativi verrà svolta da programmi e applicazioni di Intelligenza Artificiale.
Infine, uno dei temi legati all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale riguarda la possibilità che ciò porti una riduzione del numero di personale impiegato nelle aziende. Per il 76% dei rispondenti italiani la sensazione è che tale riduzione si verificherà (per il 20% certamente si, per il 56% probabilmente si).
La situazione negli altri Paesi europei
A che punto è la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende europee? Il report EY European AI Barometer delinea un quadro dell’attuale scenario in diversi Paesi e settori produttivi sulla base di alcuni indicatori, tra i quali la crescita di produttività (percepita e ottenuta), l’impatto sulla forza lavoro e sull’economia globale dovuto all’introduzione dell’Intelligenza Artificiale. In generale tra le aziende europee, l’IA è vista come uno strumento per rendere il lavoro più efficiente e contribuire a creare un’economia più sostenibile a livello ambientale e sociale, ma per raggiungere questi obiettivi sono necessari investimenti mirati e il coinvolgimento diretto dei dipendenti e dei collaboratori, anche attraverso adeguati piani di formazione per aumentare il livello di conoscenza e quindi di fiducia verso tale nuova tecnologia. Nel dettaglio, parlando di benefit, a livello europeo, il 45% delle aziende riconosce che l’IA ha già portato ad un aumento dei profitti o alla riduzione dei costi o ambedue le voci, mentre il 55% dichiara essere troppo presto per poter avere dei risultati concreti oppure di non avere avuto per ora miglioramenti in termini di rapporto costi/ricavi. In fatto di impatto sulla forza lavoro, per quasi il 70% degli intervistati europei l’introduzione dell’IA porterà a una riduzione del personale aziendale, mentre poco più della metà (53%) ritiene che il proprio lavoro sarà influenzato dagli sviluppi di tale tecnologia. In fatto di competenze sulle nuove tecnologie i dati sottolineano un ritardo piuttosto diffuso. Infatti, solo il 41,7% delle aziende europee ritiene di avere le conoscenze sufficienti per utilizzare in maniera efficace l’IA, ma, nonostante ciò, il 56% non ha ancora investito in strumenti e piani di formazione adeguata.