ESG
Climate Change Performance Index, Italia in ritardo su clima
Ogni anno, il Climate Change Performance Index (CCPI) , co-redatto da Germanwatch, NewClimate Institute e CAN International, valuta i progressi dei maggiori emettitori su emissioni, rinnovabili e politica climatica.
L’anno scorso il crollo, quest’anno la stagnazione. L’Italia è al quarantatresimo posto nella classifica del Climate Change Performance Index 2025, l’indicatore della qualità della performance climatica stilato da Germanwatch, Climate Action Network e NewClimate Institute. Rispetto al 2023, quando il Belpaese aveva perso 15 posti, il miglioramento è appena di una posizione. La tendenza è, quindi, in costante declino. Dalla 1° edizione del CCPI, nel 2018, l’Italia ha perso ben 27 posizioni. E dall’anno scorso non ci sono miglioramenti tangibili. Per quali motivi? Due i principali:
- Sono state autorizzate nuove capacità di gas per combustibili fossili,
- il potenziale di energia rinnovabile del paese non è stato raggiunto.
Sotto la lente finisce soprattutto il Piano nazionale Integrato Energia e Clima, rivisto a luglio 2024. Il piano “non ha un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra per l’intera economia” ma solo un obiettivo del 40,6% entro il 2030 per la quota coperta dall’ESR (Effort Sharing Regulation) dell’UE.