Il Ministro dell'Ambiente Costa all'Environment Council
ENVIRONMENT COUNCIL, il testo dell'intervento del Ministro dell'Ambiente Sergio Costa all'incontro dei Ministri dell'Ambiente dell' UE, per discutere di come politiche sostenibili possano contribuire alla ripresa
“Desidero ringraziare la Presidenza per il lavoro di questi mesi così delicati e per la scelta di porre l’ambiente al centro del dibattito sulla ripresa post-pandemia.
Oggi siamo chiamati a darci obiettivi ambiziosi e innovativi per riprogettare il futuro in un’ottica green, mettendo in atto soluzioni e iniziative per rendere l’economia e la società più sostenibili.
Apprezziamo il nuovo Piano d’azione per l’economia circolare, utile punto di riferimento per lo sviluppo di politiche, nazionali ed europee, per l’intero ciclo dei prodotti, dall’eco-progettazione al riciclo. L’Italia ha fatto e sta facendo molto nell’economia circolare: siamo quindi favorevoli a obiettivi ambiziosi, e riteniamo necessario prevedere adeguati investimenti e incentivi fiscali per minimizzare i costi per le regioni più vulnerabili e per le imprese più fragili.
Riteniamo altresì che, grazie alla riduzione dell’impronta complessiva di produzioni e consumi, il Piano potrà contribuire a trasformare l’Europa in un continente climaticamente neutrale – seguendo le tappe di riduzione di emissioni che ci stiamo dando con la Legge sul Clima, a partire da quella del 50-55% - e magari anche più ambiziosa - entro il 2030.
Lo stretto legame tra circolarità e decarbonizzazione ci dice che dobbiamo investire per “inverdire” nei settori industriali ad alta intensità di risorse (elettronica, telecomunicazioni e informatica; batterie e veicoli; imballaggi; plastica; tessile; costruzioni e alimentare) e accompagnarli nel processo di transizione ecologica. Coerenza tra i vari strumenti del Green Deal – inclusa la nuova Strategia industriale – certezza del quadro generale e semplificazione delle procedure: questo ci chiede il mondo produttivo europeo per essere convinto e forte alleato nella transizione ecologica.
Apprezziamo anche la Strategia Europea per la Biodiversità, il suo obiettivo di ottenere che gli ecosistemi siano ripristinati, resilienti e adeguatamente protetti, in linea con l’Agenda 2030, nonché il suo principio centrale di integrare i temi della biodiversità anche in altri settori. Penso ad esempio alla politica agricola comune, e considero molto positivo che questa Strategia sia stata adottata contestualmente alla Strategia “Dalla fattoria alla tavola”.
Investire nell’economia verde significa migliorare la resilienza della nostra economia, attrezzandoci meglio per le emergenze, incluse quelle sanitarie. La crisi del COVID 19 ci offre l’opportunità per ridisegnare, attraverso una rafforzata collaborazione internazionale, il nostro sistema economico e per puntare a una ripresa verde, sostenibile e inclusiva, rivedendo il nostro modo di produrre, consumare e commerciare. Le misure previste nel Green Deal – e potenziate con il Recovery Plan – devono essere alla base di una siffatta ripresa.
Questa è anche l’occasione per rimuovere gli incentivi che ancora premiano i settori dannosi per l’ambiente, e su questo l’Italia ha approvato una specifica norma: queste risorse vanno riassegnate agli operatori economici che optano per alternative verdi. Va poi data attuazione alla tassonomia per individuare le attività da sostenere per raggiungere i nostri obiettivi.
L’UE ha oggi l’opportunità di esercitare una leadership a livello globale sia nella lotta ai cambiamenti climatici sia nella tutela e nel ripristino della biodiversità. Possiamo rappresentare un modello per tutti i Paesi che credono nello sviluppo sostenibile del pianeta.
L’Italia è in prima fila per promuovere questo ruolo globale dell’Europa, e per una UE verde, sostenibile, equa, inclusiva, solidale”.