Stati generali: Buia, sia ultimo tavolo, serve coraggio
Buia: Questo deve essere l’ultimo tavolo a cui ci sediamo, non possiamo sempre ricominciare da zero. E’ arrivato il momento che tutti i programmi si traducano in azioni concrete, in tempi definiti e controllabili
“Questo deve essere l’ultimo tavolo a cui ci sediamo, non possiamo sempre ricominciare da zero. E’ arrivato il momento che tutti i programmi si traducano in azioni concrete, in tempi definiti e controllabili”. E’ questo il monito che il presidente Gabriele Buia ha rivolto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in apertura del suo intervento agli Stati Generali dell’economia, giunti alla quarta giornata. “Abbiamo inviato da tempo a tutto il Governo le nostre proposte – ha ribadito con forza Buia. “Il momento del confronto non può continuare in eterno dobbiamo cominciare ad agire”. “E’ da marzo che aspettiamo misure di rilancio - ha detto ancora il Presidente Ance- occorre creare reddito da lavoro e non sussidi, investire nel futuro e rimettere in moto il Paese”. Quattro le direttrici principali: efficienza della Pa, investimenti e lavoro, fisco come leva di sviluppo e città innovative e vivibili.
Poche e chiare azioni che richiedono però un grande atto di coraggio. Togliere la burocrazia significa tagliare con l’accetta i centri decisionali e posti di potere, vuol dire riformare abuso d’ufficio e danno erariale che alimentano la paura della firma. Dire basta ai 16 anni per realizzare un’opera pubblica strategica e ai 4/5 anni per le più semplici opere di manutenzione (a partire dalle scuole), avviando subito il Piano Marshall elaborato dall’Ance che consente a comuni e province di spendere tutte le risorse ferme nei cassetti dell’amministrazione pubblica. Usare il fisco come leva per il cambiamento e non come clava, come nel caso della proroga dello split Payment: un furto legalizzato di liquidità che rappresenta la mazzata finale per le imprese. E poi innovare e trasformare davvero le città, queste sconosciute: titoli da convegno e nessun accenno nei programmi di rilancio. Eppure è lì che si giocano le vere sfide del futuro. “Non possiamo più accettare vecchi programmi e risorse col contagocce: usiamo i soldi del recovery fund. C’è in gioco il futuro dei nostri figli: noi saremo accanto a chi avrà il coraggio di fare le scelte che servono veramente al Paese”, ha concluso Buia.