Intesa Sanpaolo: monitor dei poli tecnologici del Lazio
La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha realizzato il rapporto Monitor dei Poli Tecnologici del Lazio che evidenzia un calo tendenziale pari al 22,8% nel secondo trimestre 2020.
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Realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo
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Dati sulle esportazioni al 30/06/2020
Nel secondo trimestre 2020, in concomitanza con la chiusura della maggioranza delle attività produttive, volta a contenere la diffusione della pandemia da Covid-19, l’export dei poli tecnologici laziali ha registrato un calo tendenziale pari al 22,8% (-17,3% nei primi sei mesi dell’anno; un dato peggiore rispetto ai poli tecnologici italiani che hanno registrato una contrazione del -4,6%). A pesare sulla performance dei poli laziali ha sicuramente contribuito il confronto con un 2019 particolarmente brillante; lo scorso anno si era infatti chiuso con una crescita delle esportazioni superiore al 30% grazie all’ottimo andamento del polo aerospaziale (+60%) e del polo farmaceutico (+31,1%). Le esportazioni dei poli tecnologici laziali si sono attestate comunque su valori pari a 6,6 miliardi di euro, confermandosi tra le aree tecnologiche più rilevanti del Paese.
Nel secondo trimestre 2020 le esportazioni del polo farmaceutico hanno registrato un calo del 19% dopo la flessione del 12,1% del primo trimestre (pari ad una contrazione nei primi sei mesi del 15,8%). Si tratta in parte di una decelerazione fisiologica dopo anni di crescita a due cifre. L’export dei prodotti farmaceutici laziali si attesta infatti su valori superiori ai 5 miliardi di euro al primo posto tra le realtà monitorate. Significativo rallentamento per il polo ICT romano (-31,5%), che ha portato ad una variazione cumulata nei primi sei mesi del 2020 del -12,1% a causa di un forte ridimensionamento delle vendite delle apparecchiature di misurazione, principale voce dell’export del polo. Segnali di rallentamento si sono registrati anche per il polo aerospaziale sebbene la lettura trimestrale di questi dati debba essere interpretata con molta cautela considerando il fatto che si basano sulla realizzazione di grandi commesse pluriennali.
Dal Monitor dei Poli Tecnologici del Lazio realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo emerge inoltre che, estendendo l’analisi al totale dell’economia regionale, le esportazioni del Lazio, dopo un primo trimestre chiuso in sostanziale stabilità (-0,9%) nel secondo trimestre abbiano risentito in pieno delle chiusure e delle restrizioni alla circolazione facendo registrare una contrazione del 26,3%, con un bilancio complessivo semestrale in contrazione del 14,3% (dato questo leggermente migliore del dato complessivo nazionale del -15,3%).
Per quanto riguarda i distretti tradizionali, il distretto della ceramica di Civita Castellana chiude i primi sei mesi con una contrazione del 12,9%, risultato migliore rispetto al complesso dei distretti manifatturieri italiani in calo di quasi il 20%. Le aziende del distretto, specializzate in ceramica sanitaria, oltre ad offrire un prodotto di design e alta qualità, sono sempre state molto innovative e stanno implementando soluzioni orientate all’efficienza idrica come parte integrante del tema del risparmio energetico.
Dopo un primo trimestre in leggera contrazione il distretto ortofrutticolo dell’Agro-Pontino è tornato in positivo. Nel primo semestre le esportazioni si sono attestate su un +1,5.
Pieluigi Monceri, Responsabile della Direzione Regionale Lazio, Sardegna, Sicilia, Abruzzo e Molise: “In questo difficile momento storico il nostro obiettivo è cercare di sostenere le aziende e quindi l’economia della regione. Le aziende della farmaceutica laziale sono in prima linea nella ricerca per far fronte all’emergenza epidemiologica in corso. Il nostro Gruppo sente forte il suo ruolo di motore per lo sviluppo del Paese e delle imprese, anche facendo leva sulle iniziative del Governo. Da inizio anno abbiamo erogato alle aziende laziali finanziamenti a medio-lungo termine per 1,3 miliardi di euro dove gli interventi per il Covid, garantiti dallo Sato e non, sono stati quasi 15.000 per un controvalore di oltre 900 milioni di euro. La pandemia causata dal Covid ha reso ancora più evidente la necessità di ripensare alcuni modelli di business in un’ottica di “rilancio”, mi riferisco alla digitalizzazione così come alla spinta verso la transizione in chiave green realizzando soluzioni sostenibili anche dal punto di vista dell’impatto ambientale.Inoltre la maggiore competitività e la crescita dimensionale sono diventate, a maggior ragione in questa fase del Covid, un tema centrale».