ANFIA: focus Italia trade e componenti per automobili

Incremento Export della componentistica automotive nel primo semestre 2021: +38,8% rispetto al primo semestre 2019

ANFIA: focus Italia trade e componenti per automobili

Nel primo semestre 2021, l’export del settore dei componenti per autoveicoli cresce del 38,8% rispetto a gennaio-giugno 2020, e ammonta a 11,45 miliardi di Euro (l’export italiano di tutte le merci registra, invece, un incremento del 24,2%). Nello stesso periodo, si registra anche un aumento delle importazioni della componentistica (+43%), per un valore di 8,39 miliardi di Euro. La bilancia commerciale mantiene quindi un saldo positivo di 3,06 miliardi di euro a fine giugno, con un avanzo di 1,44 miliardi di euro nel primo trimestre e 1,62 miliardi nel secondo.

L’export italiano di autoveicoli, nel primo semestre 2021, vale 8,62 miliardi di Euro, in crescita del 53,5% rispetto al primo semestre 2020, mentre l’import vale 13,95 miliardi di Euro (+39,2%). Questo genera un saldo negativo della bilancia commerciale che ammonta a circa 5,3 miliardi di Euro, contro i 4,3 miliardi del 2020. Il forte disavanzo commerciale è, come di consueto, determinato dall’elevata quota di penetrazione dei Costruttori esteri nel mercato italiano, a differenza di quanto accade in Paesi come la Francia e la Germania.

Le esportazioni del settore componenti rappresentano il 5,2% di tutto l’export italiano (5,7% al netto dell’energia), mentre le importazioni valgono il 3,4%.

Ricordiamo che il 2020, per la componentistica, si era chiuso con l’export a -15,3%, per un valore di 18,37 miliardi di Euro, e con un saldo positivo della bilancia commerciale di 5,48 miliardi di Euro.

“Dopo la significativa flessione a due cifre (-15,3%) del 2020, nel primo semestre 2021 l’export della componentistica italiana torna ad avere segno positivo (+38,8%) – afferma Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA – anche per via del confronto con il pesante calo di gennaio-giugno 2020 (-28%) dovuto ai mesi di lockdown, alle restrizioni imposte dalla pandemia e alle conseguenti interruzioni delle catene di fornitura. Rispetto al primo semestre del 2019, tuttavia, le esportazioni della prima metà dell’anno in corso rimangono stabili (-0,3%), mentre l’import aumenta, in valore, del 4,9%. Nel primo trimestre 2021, i valori complessivi di import ed export sono risultati in crescita del 13,6% e del 10,1% rispettivamente, mentre nel secondo trimestre hanno registrato un aumento dei rispettivi valori del 92% e dell’85%.

A gennaio-giugno 2021, l’export del nostro comparto è risultato in aumento verso tutti i Paesi UE-EFTA, con la sola eccezione della Slovenia (-24,7%) – per una variazione positiva complessiva del 34,3%. Crescita del 28,8% nei confronti della Germania, che si conferma primo mercato di destinazione, del 37,1% verso la Francia, secondo Paese di esportazione e del 47% verso la Spagna, che si colloca al terzo posto, mentre nei confronti del Regno Unito, al quinto posto come mercato di destinazione, la variazione positiva è stata del 14,1%. UK torna a detenere il primato per saldo positivo della bilancia commerciale (470,7 milioni di Euro), dopo che, nel 2020, era stato superato dalla Germania.

Nello stesso periodo, in Italia hanno riportato forti rialzi tendenziali anche la produzione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori (+56,2%), che tuttavia si riduce del 9,9% rispetto a gennaio-giugno 2019, e il relativo fatturato – nello specifico, l’indice, in questo caso, aumenta del 50,5%, con una crescita del 65% per il mercato interno e del 39,3% per i mercati esteri.

La ripresa del comparto post-pandemia rappresenta senza dubbio un segnale positivo per tutta la filiera, ma i numerosi fattori di perturbazione che continuano a condizionare la produzione e il commercio europei e mondiali – dalle difficoltà generate dalla Brexit, alla crisi delle materie prime, in particolare i semiconduttori, e della logistica, a cui si sono recentemente aggiunte anche la possibile ulteriore stretta sulle emissioni di CO2 del ‘Fit for 55’ e la crisi energetica cinese – creano incertezza e sono di ostacolo all’avvio di una vera ripartenza dell’intera filiera produttiva. Secondo alcuni analisti, lo shortage di microchip, ad esempio, provocherà una contrazione della produzione mondiale di autoveicoli almeno fino al 2023. Tra il 2021 e il 2022 si rischia una perdita di 13,5 milioni di vetture in termini di produzione globale (5 milioni di nuove auto nel 2021 e 8,5 milioni nel 2022).

In riferimento alla sfida della transizione energetica, di fronte al rischio di mettere al bando i motori ‘tradizionali’ già al 2035, come proposto dal pacchetto normativo Fit for 55, è essenziale assicurare alla filiera automotive un percorso realisticamente realizzabile e un’attenuazione degli impatti sociali ed occupazionali negativi derivanti da una forte accelerazione verso la decarbonizzazione della mobilità. Sul taglio delle emissioni di CO2, come ANFIA proponiamo di fissare un target del -45% per le autovetture e del -40% per i VCL al 2030 e di prevedere la definizione dei target al 2035 e al 2040 per le autovetture in occasione della revisione del 2028, così da poterne valutare la fattibilità secondo lo stato di avanzamento della rete infrastrutturale e della risposta del mercato e secondo il livello di penetrazione della quota rinnovabile nel mix energetico europeo, passi avanti che ci auguriamo nel frattempo saranno stati fatti grazie all’implementazione degli interventi del PNRR.

Intanto, con il Ministero dello Sviluppo Economico, stiamo lavorando alla definizione di un piano strategico di accompagnamento alla transizione che abbia tra i suoi obiettivi anche quello di preservare e migliorare la competitività delle imprese della filiera automotive italiana in questa delicata fase di cambiamento”.

La componentistica automotive conta oltre 2.200 imprese sul territorio, per un fatturato di 44,8 miliardi di Euro e 161.465 addetti diretti3 (compresi gli operatori del ramo della subfornitura). Inoltre, mentre la bilancia commerciale dell’intero settore automotive italiano ha un saldo negativo, guardando alla sola componentistica il saldo è positivo da oltre 20 anni (6,4 miliardi di Euro la media annua dal 2008 al 2020).

Sempre in riferimento al 1° semestre 2021, l’export della componentistica verso i Paesi UE27 vale 7,39 miliardi di Euro (+34,3%) e pesa per il 64,5% di tutto l’export componenti (era il 67% nel primo semestre 2020), con un avanzo commerciale di 1,63 miliardi di Euro (era 1,61 miliardi nel primo semestre 2020). L’export verso i Paesi extra UE è di 4,06 miliardi di Euro (+47,7%) e produce un saldo positivo di 1,43 miliardi di Euro (era 0,78 miliardi nello stesso periodo del 2020).

La classifica dell'export per Paesi di destinazione vede al 1° posto sempre la Germania, con 2,38 miliardi di Euro (+28,8% la variazione tendenziale) e una quota del 20,8% sul totale. Il secondo Paese di destinazione dell’export italiano è la Francia (10,2% di quota), seguita dagli USA (8,2%) che sorpassano la Spagna (7,6%), e poi UK (5,4%), Polonia (5,2%), Turchia (4%), Brasile (3,7%), Austria (3,2%), Belgio (2,5%).

Le aziende italiane esportano verso il Nord America componenti per un valore di 1,23 miliardi di Euro, in aumento del 68,5%, con un saldo attivo di 888 milioni di Euro. Il valore dell’export cresce del 64,5% verso gli USA, del 92,7% verso il Messico e del 40,1% verso il Canada.

Nel 1° semestre 2021, le esportazioni italiane di componenti verso l'area Mercosur valgono 471 milioni di euro, in crescita del 157% e con un saldo positivo per 351 milioni di euro (il 157% in più rispetto allo stesso periodo del 2020).

Come già nel quadriennio 2017-2020, il primo mercato asiatico è la Cina (173 milioni di Euro esportati, +26,1% rispetto a gennaio-giugno 2020, con un saldo negativo di 467 milioni; la Cina è il quarto Paese di origine delle importazioni italiane), seguita dal Giappone (118 milioni di Euro, +19,5%, con un saldo negativo di 58 milioni).

La suddivisione dei componenti in macro-classi, vede il comparto delle parti meccaniche (incluso accessori, vetri) totalizzare il 66,4% del valore dell'export con 7,61 miliardi di Euro (+35,8% rispetto al 1°semestre 2020) e un saldo attivo di 3,08 miliardi.

Seguono il comparto dei motori – per un valore di 2,13 miliardi di Euro (+53,1%), che pesa per il 18,6% sul totale esportato della componentistica, con un saldo attivo di 522 milioni di Euro – e il comparto dei componenti elettrici e affini, che registra un aumento del 37,3% sul primo semestre 2020, con un saldo negativo di 237 milioni di Euro, così come pneumatici e articoli in gomma, +34,7% e un saldo negativo di 226 milioni di Euro.

Guardando ai singoli componenti, hanno un saldo positivo significativo le seguenti voci: parti ed accessori destinati al montaggio (+1,03 miliardi), ponti con differenziale (+602 milioni), motori e parti di motore (+522 milioni), freni (+505 milioni), ruote (+169 milioni) e cambi (+140 milioni).

Il dossier completo sull’import-export della componentistica nel 1° semestre 2021 è disponibile sul sito di ANFIA alla sezione:

https://www.anfia.it/it/focus-di-approfondimento/italia