Banca d'Italia: economia del Lazio
Sul sito di Banca d'Italia l'aggiornamento congiunturale, novembre 2021, dell'economia del Lazio.
Nel primo semestre del 2021, sulla base dell'Indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) della Banca d'Italia, l'attività economica del Lazio è cresciuta del 5,3 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (del 7,6 in Italia), con una ripresa che si è concentrata nel secondo trimestre. La minore crescita rispetto all'Italia segue un più contenuto calo registrato dal Lazio nel 2020. Nonostante il recupero, nel secondo trimestre del 2021 il livello dell'attività economica era ancora inferiore a quello dell'ultimo trimestre del 2019 - prima dell'inizio della crisi pandemica - di circa tre punti percentuali (di quasi quattro nella media italiana).
Il miglioramento congiunturale si è accompagnato a una diffusa ripresa dei ricavi delle imprese, che è stata tuttavia meno intensa nei settori del commercio non alimentare, della ristorazione e della ricezione turistica. Su questi comparti ha inciso il calo delle presenze turistiche, soprattutto dei visitatori stranieri, ancora su livelli di gran lunga inferiori a quelli precedenti la pandemia. Nell'industria sono significativamente aumentate le esportazioni, in particolare nei settori del metallo e dei mezzi di trasporto. Nel complesso, i programmi di investimento delle aziende industriali e dei servizi rimangono piuttosto deboli. Segnali positivi si sono registrati anche nel settore edile, trainato dagli incentivi per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica delle abitazioni e dall'aumento dei lavori pubblici. In prospettiva, alcuni elementi di incertezza che potrebbero incidere sulla ripresa sono legati alle difficoltà di approvvigionamento di materie prime e al rialzo dei prezzi delle risorse energetiche.
Nella prima parte del 2021 si è interrotta la rapida espansione della domanda di prestiti alle imprese che aveva contraddistinto il 2020. I finanziamenti alle grandi aziende si sono ridotti, anche per l'estinzione di operazioni straordinarie ad opera di alcune di esse appartenenti al comparto dei servizi; nelle piccole imprese l'aumento dei finanziamenti si è attenuato rispetto al periodo precedente. Dal lato dell'offerta, le condizioni di finanziamento delle banche sono rimaste distese, favorite dalla prosecuzione dei benefici governativi (moratorie e prestiti garantiti) e dall'orientamento espansivo della politica monetaria.
Nei primi sei mesi dell'anno l'occupazione è diminuita rispetto allo stesso periodo del 2020; il calo nel primo trimestre è stato solo in parte compensato dall'aumento nel secondo. Le ore lavorate sono cresciute e le imprese della regione hanno proseguito a far ricorso al lavoro a distanza più che nel resto del Paese. Nel settore privato, le attivazioni di nuove posizioni lavorative sono aumentate soprattutto grazie ai contratti a tempo determinato. In crescita anche le ore autorizzate di integrazione salariale (Cassa integrazione guadagni e Fondi di solidarietà) e il numero dei disoccupati, sospinto dal maggior numero di persone che ricercano attivamente un'occupazione.
Con riferimento alle famiglie, a fine giugno del 2021 la quota dei nuclei familiari che ha beneficiato delle misure di sostegno al reddito (Reddito e Pensione di cittadinanza e Reddito di emergenza) è stata superiore a quella di fine 2020 e a quella dell'Italia. Con il miglioramento delle aspettative sull'andamento della pandemia, hanno ripreso a crescere i prestiti alle famiglie, sia finalizzati all'acquisto di abitazioni sia indirizzati al credito al consumo. Il forte aumento delle compravendite immobiliari si è accompagnato alla crescita di nuovi mutui.
Nei primi sei mesi del 2021 la qualità del credito erogato alla clientela è rimasta sostanzialmente stabile, anche grazie agli effetti delle moratorie, delle misure di sostegno governative e della flessibilità concessa nella classificazione dei finanziamenti. Il tasso di deterioramento del credito erogato alla clientela si è mantenuto su livelli contenuti; considerando la classificazione dei crediti secondo le regole fissate dal principio contabile IFRS 9, la rischiosità del portafoglio prestiti delle banche è aumentata solo lievemente.
Alla fine del primo semestre del 2021 la crescita dei depositi bancari di famiglie e imprese ha rallentato rispetto al primo semestre del 2020; l'aumento è rimasto sostenuto per le famiglie e le imprese di piccole dimensioni. Le grandi imprese, a fronte di una situazione economica meno incerta rispetto al 2020, hanno ridotto l'accumulo di risorse liquide a fini precauzionali e, in conseguenza, i depositi sono diminuiti.
Report sull'Economia delle regioni italiane disponibili sulla pagina dedicata del sito di Bankitalia