Economia
Banca d'Italia: i tassi di recupero delle sofferenze 2023
La Banca pubblica sul proprio sito il n. 43 della pubblicazione Note di stabilità finanziaria e vigilanza dedicato ai tassi di recupero delle sofferenze nel 2023.
con questa nota la Banca d'Italia:
- aggiorna al 2023 le stime sui tassi di recupero delle sofferenze, già pubblicate a partire dal 2017 in precedenti Note di stabilità finanziaria e di vigilanza;
- illustra i risultati dell'indagine annuale sulle cessioni di crediti classificati a sofferenza condotta a partire dal 2016 dalla Banca d'Italia.
Dall'analisi emergono i seguenti principali risultati.
Le operazioni di chiusura delle sofferenze e delle inadempienze probabili
- Nel 2023 sono state chiuse (eliminate dai bilanci) posizioni a sofferenza per circa 9 miliardi. Il dato, pari a circa 1,6 volte il valore dei nuovi ingressi, è inferiore al 2022 in termini sia assoluti (22 miliardi), sia di incidenza percentuale sulle sofferenze in essere alla fine dell'anno precedente (44% contro il 64%).
- La riduzione rispetto al 2022 è stata determinata principalmente dalle cessioni (passate da 18 a 5 miliardi) ed è riconducibile al progressivo ridimensionamento delle consistenze, che ha ridotto le esigenze di cessioni massive e ha consentito l'adozione di strategie di gestione dei crediti deteriorati basate su un contributo più equilibrato delle altre leve gestionali, come il recupero interno.
- Prosegue il miglioramento nei tempi di smaltimento in atto dal 2015, che beneficia sia della riduzione delle consistenze e dei bassi tassi di ingresso in sofferenza, sia dei progressi conseguiti dagli intermediari nella gestione di questi crediti. I dati aggiornati mostrano che la quota delle posizioni chiuse entro tre anni dalla classificazione a sofferenza è pari all'88%, valore massimo finora osservato.
- Rispetto agli anni precedenti, il ricorso alle cartolarizzazioni in rapporto al totale delle cessioni è stato limitato, anche in considerazione del fatto che dal 14 giugno del 2022 le GACS non sono più disponibili.
- Le inadempienze probabili cedute sono diminuite a 4 miliardi, in calo di 3 miliardi rispetto al 2022.
I tassi di recupero delle sofferenze chiuse
- Rispetto al 2022 il tasso di recupero medio è aumentato (da 34% a 36%) per effetto della minore incidenza delle sofferenze cedute sul totale (da 81% a 60%); l'indicatore è tuttavia diminuito sia sulle posizioni cedute (dal 32% al 30%), sia sulle posizioni chiuse in via ordinaria (dal 47% al 45%).
- Il tasso medio di recupero delle sofferenze assistite da garanzie reali è aumentato al 41% (dal 40%); la riduzione del tasso di recupero delle posizioni cedute a terzi (da 38% a 35%) è stata compensata da una maggiore incidenza delle posizioni chiuse in via ordinaria, il cui tasso di recupero è sostanzialmente stabile (50%). La medesima dinamica si è osservata per le posizioni non assistite da garanzie reali, il cui tasso di recupero è complessivamente aumentato di circa un punto percentuale (al 28%), pur in presenza di una riduzione dei tassi di recupero sia sulle posizioni chiuse in via ordinaria, sia su quelle cedute.
I prezzi di cessione dei crediti deteriorati
- Il prezzo delle sofferenze cedute nel 2023, ricavato sulla base della rilevazione annuale condotta a partire dal 2016 su un campione molto ampio di operazioni, è stato pari in media al 22% dell'esposizione lorda di bilancio al momento della cessione, sostanzialmente stabile rispetto al 2022 (21%). Il prezzo è cresciuto per le posizioni garantite (di 2,5 punti percentuali al 34%), mentre è rimasto stabile per quelle non garantite, il cui prezzo è stato pari al 12%.
- Il prezzo di cessione dei crediti deteriorati diversi dalle sofferenze, caratterizzato da un'elevata variabilità nelle diverse transazioni, si è attestato in media al 47%, superiore di circa 13 punti percentuali a quello realizzato nel 2022; l'incremento ha interessato sia la componente assistita da garanzia reale, sia quella non assistita da garanzia reale.