Capitale di rischio, il rapporto targato Assolombarda

L'Associazione ha presentato insieme al Rapporto anche un position paper con le raccomandazioni per rendere più efficaci i risultati che si possono ottenere quando economia reale e finanziaria lavorano insieme.

Capitale di rischio, il rapporto targato Assolombarda

Avviare un dibattito costruttivo e, allo stesso tempo, promuovere strumenti comuni e percorsi di accompagnamento sul tema del capitale di rischio. È questo il fil rouge che ha animato, ieri, l’evento sul tema “Capitale di Rischio: oltre il sentito dire” promosso da Assolombarda. Una occasione di confronto tra imprese e finanza per delineare, insieme, una visione contemporanea legata all’apertura del capitale come asset per valorizzare le strategie e la competitività delle aziende.

 

All’incontro, oltre al presidente Alessandro Spada e al vicepresidente con delega al Credito e alla Finanza, Paolo Gerardini, hanno preso parte Guido Maria Brera (chief investment officer Kairos), Pierpaolo Benigno (professore di Economia Politica dell’Università Luiss), Marcello Messori (professore Schuman Centre), Alessandra Atripaldi (deputy head of Unit DG FISMA, European Commission), Barbara Lunghi (head of primary markets di Borsa Italiana, Euronext Group), Andrea Crovetto (ceo Azimut Direct).

 

“Come industriali del territorio più performante e competitivo d’Italia, sentiamo la responsabilità di fornire un contributo in termini di visione e di azione sulle opportunità più significative che riguardano le imprese - ha dichiarato il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada -. Il nostro impegno nasce dalla consapevolezza che, se non esistono contrapposizioni tra economia reale ed economia finanziaria, il nostro tessuto produttivo ne può solo beneficiare. Ma questo contributo non può prescindere da una cornice europea di riferimento: mi riferisco all’adozione di una politica industriale concreta e intelligente a livello continentale e italiano, necessaria per favorire la crescita. Una strategia, priva di provvedimenti fortemente ideologici e penalizzanti per le imprese, capace di far fronte all’assoluta mancanza di strumenti finanziari comuni necessari per affrontare i costi esorbitanti delle transizioni, anche in risposta ai maxipiani d’investimento promossi da Stati Uniti e Cina per tutelare le loro industrie”.

L’Associazione, nell’occasione, ha presentato un position paper sul capitale di rischio: un documento - curato da Messori e Benigno con la collaborazione di un gruppo di lavoro composto rappresentanti del mondo delle imprese e della finanza - che contiene una serie di raccomandazioni tese a rendere più efficaci i risultati che si possono ottenere quando economia reale e finanziaria lavorano insieme.

 

“Si tratta di un tema di estrema importanza per il tessuto produttivo italiano - ha aggiunto il vicepresidente con delega al Credito e alla Finanza, Paolo Gerardini -. Dalle grandi aziende alle piccole, il nostro Paese dispone, d’altra parte, di una grande tradizione imprenditoriale riconosciuta a livello internazionale: una peculiarità che va preservata per incrementare la loro capacità di competere sui mercati globali. La carenza di risorse finanziarie può rappresentare, però, un vero e proprio ostacolo al suo sviluppo, che richiede l’impiego di professionisti qualificati, l’utilizzo di attrezzature necessarie e il ricorso alla tecnologia, la disponibilità di un flusso di cassa adeguato a far fronte alle spese operative. Con il paper presentato dall’Associazione spieghiamo in che modo questo importante strumento di carattere finanziario, il capitale di rischio, possa consentire alle imprese italiane, anche di piccole e medie dimensioni, di soddisfare le proprie ambizioni di crescita, innovazione, competitività e redditività”.

 

Il rapporto è frutto di un’attività corale di convergenza ed è destinato a imprese, stakeholder finanziari, istituzioni e associazioni imprenditoriali. Va, inoltre, inquadrato nell’impegno di Assolombarda finalizzato a sostenere un tessuto produttivo dotato di grandi ma anche di piccole e medie imprese, che vanno accompagnate, con la necessaria iniezione di capitali, in un percorso di crescita, anche alla luce delle grandi opportunità offerte dalla twin transition e, più in generale, dalla business community.

Eppure, le imprese che hanno scelto di fare ricorso al private equity sono ancora poche. Confrontando i dati AIFI, illustrati nel corso del Convegno Annuale 2023, con il numero di PMI italiane analizzate da Confindustria nel Rapporto Regionale PMI 2023, emerge che sono solo 2.000 imprese quelle coinvolte rispetto a 150.000 PMI, ossia circa l’1,3%

Il rapporto è l’ultimo strumento, in ordine di tempo, messo a punto da Assolombarda.

 

Già dal 2013, l’Associazione - tramite Bancopass - ha aiutato migliaia di imprese, in particolare PMI e startup, nella pianificazione finanziaria e in un accesso più veloce a tutte le fonti di finanziamento. Da quest’anno, inoltre, Assolombarda potenzierà la vasta gamma di servizi connessi al suo desk sulla consulenza finanziaria e al supporto nelle operazioni di M&A e di Capital Matching.

 

Un impegno che trae spunto da una convinzione: il connubio tra la bellezza del “piccolo” e l’immissione di capitali costituisce una ricetta per sostenere, nei prossimi anni, la crescita della nostra economia.