Confindustria per uscire dalla crisi progetti congiunti
Seconda edizione del Business Forum tra Confindustria, Medef, e BDI, le Associazioni industriali di Francia e Germania, dichiarazione congiunta delle proposte per promuovere la ripresa post pandemica.
A Berlino, in versione online, si è svolta il 5 novembre la seconda edizione del Business Forum tra Confindustria, Medef, e BDI, le Associazioni industriali di Francia e Germania.
Insieme abbiamo formulato una dichiarazione congiunta in cui rivolgiamo ai Governi nazionali e alle Istituzioni europee un appello condiviso per l’avvio di progetti congiunti finalizzati alla ripresa economica.
Nel documento formuliamo sei proposte per promuovere la solidarietà, la crescita green e la digitalizzazione attraverso investimenti pubblici e privati.
Il testo integrale della dichiarazione
Noi, Presidenti delle tre principali organizzazioni industriali nell’Unione Europea e membri di BusinessEurope, esprimiamo seria preoccupazione nei confronti delle conseguenze sociali, economiche e politiche della pandemia. La seconda ondata della crisi Coronavirus ha prodotto un nuovo shock sulla sanità pubblica, sul benessere sociale e sulle attività economiche dei nostri paesi. Sono necessarie decisioni forti, urgenti e coordinate anche per affrontare sfide collaterali come, ad esempio, la lotta contro la povertà.
Le nostre imprese hanno adottato misure importanti per limitare l’impatto economico e contenere la circolazione del virus nei luoghi di lavoro e lungo le catene di produzione, fino ad ora, con un discreto successo. Tuttavia, esse devono ancora confrontarsi con severe restrizioni alla loro produzione e alle loro attività, incontri, viaggi, fiere. Sono in corso ulteriori giri di vite sulla vita pubblica ed economica. Certamente, nel contesto pandemico è cruciale che le aziende, così come i cittadini, rispettino regole di comportamento prudente. Deve essere fatto tutto il possibile per preservare il tessuto produttivo e le condizioni di vita davanti a questa seconda ondata, che sta mettendo in crisi le economie più deboli.
Fino a quando la pandemia non sarà sotto controllo, non ci può essere spazio per la compiacenza. La solidarietà tra gli Stati Europei è essenziale per fare in modo che nessuno venga lasciato dietro. Ciò richiede un intervento coordinato tra Commissione, Stati membri e BCE. La pandemia di COVID-19 potrà anche finire nei prossimi mesi, ma l’impatto che ha già lasciato e che lascerà sulle nostre economie e sull’occupazione durerà ancora per anni: questa crisi ha mostrato le disuguaglianze esistenti ed i lavoratori più vulnerabili hanno bisogno urgentemente di attenzione. L’obiettivo principale dovrebbe essere rinstaurare la fiducia e innalzare i livelli di crescita dell’occupazione il più velocemente possibile.
A maggio, abbiamo sottoscritto un appello rivolto ai nostri leader affinché presentassero un programma per la ripresa ampio, forte e credibile, che fosse in grado di aiutare i paesi maggiormente colpiti con uno stimolo significativo, finanziato da risorse europee pari a due o tre punti percentuali del PIL europeo. Fortunatamente, la risposta è arrivata con l’accordo sul Next Generation EU raggiunto dal Consiglio Europeo lo scorso luglio. È ora urgente siglare un accordo finale con l’adozione di tutti gli elementi del pacchetto per iniziare fin da subito la programmazione degli interventi.
I nostri governi hanno adottato delle misure di salvataggio e di ripresa di medio termine, sostenendo la liquidità delle imprese e il reddito dei cittadini e fornendo nuovi incentivi per gli investimenti in soluzioni verdi e digitali.
Oggi, formuliamo nuovamente un appello ai nostri leader politici, affinché implementino urgentemente tutti gli elementi dei rispettivi pacchetti di intervento in modo da ridurre le incertezze per le imprese. Chiediamo ai nostri governi di evitare nuove restrizioni e vincoli sulle imprese. Sarà compito della Commissione Europea assicurare un’applicazione coerente dei criteri, così da evitare qualsiasi distorsione nella concorrenza tra gli Stati dell’Unione Europea.
Di recente, sono stati compiuti importanti progressi in alcuni progetti di digitalizzazione che rappresentano un primo step su cui proseguire il lavoro. Al contrario, i passi fatti sui temi dei cambiamenti climatici non sono ancora all’altezza delle aspettative. Le politiche attuali non forniscono un livello sufficiente di supporto alle aziende europee per soddisfare gli obiettivi di medio termine per la riduzione dell’emissione di gas serra. Riteniamo inoltre che, per raggiungere una leadership dell'UE nella lotta al cambiamento climatico, la Commissione debba valutare con il necessario realismo i meccanismi ETS e adottare tutte le misure correttive in modo da non aggravare ulteriormente il ciclo economico, già fortemente colpito.
Inoltre, la seconda ondata della pandemia richiede un’intensificazione della nostra cooperazione in materia di misure sanitarie, un maggiore coordinamento sulle regole riguardanti gli spostamenti, nonché l’assicurazione di un corretto funzionamento del mercato unico e la protezione delle filiere di fornitura dell’UE.
Siamo estremamente preoccupati dalla situazione critica in cui versa attualmente il sistema globale del commercio. La rivalità USA-Cina e le conseguenti incertezze hanno compromesso il flusso di scambi ed investimenti ancor prima dello scoppio della pandemia. L’UE ha bisogno di fronteggiare questi approcci unilaterali, così come tutte quelle misure protezionistiche che danneggiano la ripresa economica mondiale, e che in futuro possono condurre ad una frammentazione delle catene globali del valore. In questo contesto complicato, è necessario che l’Europa assuma una posizione decisa per affermare la propria sovranità ed ottenere maggior equilibrio e reciprocità nelle relazioni commerciali, sia con gli Stati Uniti – al fine di trovare soluzioni pragmatiche alle controversie attuali e rinvigorire l’agenda transatlantica – che con la Cina, così da assicurare una cooperazione più forte e giusta. In aggiunta, ribadiamo la nostra richiesta di riformare e rafforzare l’OMC, con la speranza che si possano ottenere dei risultati concreti già a partire dalla prossima Conferenza Ministeriale.
I progressi verso l’apertura dei mercati di paesi terzi non devono essere fermati: è importante imprimere un nuovo impulso all’agenda europea nel senso di una più ampia liberalizzazione, in modo da promuovere gli interessi commerciali europei, sia offensivi che difensivi, attraverso accordi bilaterali e interregionali. Nello specifico, chiediamo una ratifica rapida dell’accordo tra UE e Mercosur. Infine, le future relazioni con il Regno Unito dovrebbero essere regolate da un accordo completo ed ambizioso, che assicuri alle nostre aziende la stabilità, la chiarezza e la certezza di cui hanno bisogno.
Costruire un modello europeo di autonomia strategica che promuova crescita verde e digitalizzazione sarà la chiave per supportare la competitività internazionale e la leadership delle nostre aziende, oltre che la resilienza e la ripresa dell’economia. A tal fine, riteniamo cruciale rafforzare il coordinamento e la coerenza tra le diverse politiche europee (commerciale, industriale, ambientale, politica sui dati e sulla concorrenza).
I sei passi da compiere
1. Finalizzare il pacchetto sul Recovery Plan il prima possibile
Chiediamo alle istituzioni europee di adoperarsi per raggiungere un’intesa sull’intero pacchetto – Quadro Finanziario Pluriennale, Next Generation EU, Rule of Law – entro dicembre e agli Stati membri di procedere con i processi di ratifica della Decisione sulle Risorse Proprie dell’UE quanto prima. Ricordiamo, inoltre, che devono essere adottati oltre quaranta atti legali per assicurare di produrre l’impatto atteso sulle imprese e sui mercati: questo passaggio è fondamentale per avere un quadro di regole adeguato alle esigenze delle imprese e per implementare le misure dirette a limitare le conseguenze pandemiche, come la distruzione di capitale produttivo e la perdita di competenze nelle aziende. Sollecitiamo i nostri leader a presentare Piani di Ripresa e Resilienza solidi, che includano programmi di riforme ed investimenti ambiziosi nel campo dei cambiamenti climatici, della digitalizzazione, progetti comuni e riforme che siano in linea con le ultime due edizioni delle raccomandazioni specifiche per paese (CSR) del Semestre Europeo. Chiediamo che i nostri governi stabiliscano a livello nazionale delle regole semplici, comprensibili e stabili per rendere questi programmi effettivi.
In base al regolamento che istituisce la Recovery and Resilience Facility (RRF), gli interventi finanziati dai Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza dovranno rispettare le regole sugli aiuti di Stato. Riconosciamo la necessità di evitare distorsioni nella concorrenza all’interno del mercato unico, tuttavia sottolineiamo la non meno importante necessità di un quadro flessibile sugli aiuti di Stato, coerente con gli ambiziosi obiettivi del Recovery Plan europeo, concepito espressamente per consentire agli Stati membri di supportare e finanziare misure per la ripresa a livello nazionale.
2. Il momento per una politica industriale europea ambiziosa è ora
L’UE ha bisogno di una strategia industriale ambiziosa, con finalità chiare, obiettivi stabiliti, politiche e misure concrete, in linea con quanto stabilito dal Consiglio Europeo l’1 e il 2 ottobre 2020. La revisione della strategia industriale europea dovrà concludersi entro il prossimo anno e condurre ad un’azione decisa da parte delle Istituzioni europee e degli Stati membri nella sua implementazione. Il dibattito sulle catene strategiche del valore ha evidenziato gli ambiti di comune interesse nei quali la politica pubblica può favorire la competitività e l’indipendenza di alcuni settori strategici; sotto questo aspetto, le alleanze industriali paneuropee rappresentano un’utile strada da percorrere, e gli IPCEI sulla microelettronica e le batterie hanno dimostrato di essere uno strumento essenziale per potenziare l’autonomia strategica europea in settori industriali chiave. Confindustria, MEDEF e BDI si impegnano per facilitare il rapido avvio e l’implementazione dei futuri IPCEI sull’idrogeno, il cloud, la microelettronica e sulle altre catene strategiche del valore identificate dalla Commissione europea. Ovviamente, dovranno essere assicurate l’integrazione della politica industriale con la decarbonizzazione dell’industria e le condizioni per competere nei mercati globali. Il quadro di regole sugli aiuti di Stato deve essere adattato per consentire il supporto finanziario per la mitigazione climatica e per consentire a tutte le imprese (di ogni dimensione, settore e regione) di aumentare i propri investimenti. Sollecitiamo le Istituzioni europee a procedere quanto prima ad una revisione di tali regole così da garantire investimenti privati nei settori più rilevanti dell’economia e supportare la doppia transizione ecologica/digitale. Inoltre, chiediamo ai nostri governi di utilizzare i fondi messi a disposizione dalla RRF per avviare strategie industriali ambiziose. Sottolineiamo che i nostri tre paesi potranno attingere ad una cifra complessiva pari a circa 90 miliardi di euro negli anni 2021/22.
3. Supportare la ripresa con sforzi comuni nelle tecnologie digitali
Guardiamo con favore ai progressi compiuti negli ultimi anni nella promozione delle tecnologie digitali chiave. Sosteniamo il recente accordo sulla federazione dei cloud e, in qualità di Presidenti delle tre principali organizzazioni industriali d’Europa, abbiamo chiesto di partecipare come first-day-members a Gaia-X, che rappresenta una solida iniziativa europea volta a contrastare il problema della sovranità delle infrastrutture cloud. Il percorso è delineato per lo sviluppo di un mercato europeo dei cloud competitivo e con attori forti basati nell’UE. È inoltre cruciale che le Istituzioni europee avanzino rapidamente in materia di standardizzazione dei processi di 5G e di un piano sul 6G. Occorre ugualmente favorire un quadro regolatorio favorevole all’innovazione, che incoraggi lo sviluppo e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e di piattaforme innovative B2B, così da rafforzare l’ecosistema digitale europeo e, per questa via, la sovranità digitale europea. In tal senso, appare urgente completare la strategia sui dati.
Rafforzare la competitività digitale delle imprese europee richiede un’azione forte nel dispiegamento delle tecnologie di high performance computing sia nel campo privato che in quello pubblico. Invitiamo, quindi, i nostri legislatori a presentare un piano d’azione che coinvolga le imprese sin dal primo momento. Un secondo IPCEI sulla microelettronica costituisce un ulteriore elemento essenziale per ottenere un’autonomia europea in materia di hardware e cybersecurity. Potenziare la ricerca e lo sviluppo di sistemi computazionali quantistici è uno step aggiuntivo necessario, specialmente per quanto riguarda le tematiche inerenti alla sicurezza. Inoltre, sarebbe appropriato un piano d’azione sull’uso industriale di intelligenza artificiale, robotica ed altre tecnologie dei dati, costruendo sull’esperienza degli hub sull’IA e l’innovazione digitale. Tali obiettivi potranno essere supportati attraverso le sovvenzioni del Next Generation EU con circa 18 miliardi di euro, conferiti ai nostri tre paesi dai Piani nazionali di Ripresa e Resilienza nel biennio 2021/22 (quota del 20%). Fondi addizionali diventeranno disponibili nel 2023. A questi sarà possibile aggiungere un ulteriore supporto finanziario proveniente da altri programmi nazionali ed europei.
4. Supportare la ripresa con sforzi comuni nelle tecnologie ambientali
I nostri tre paesi saranno in grado di mobilitare oltre 30 miliardi di euro in sovvenzioni dal programma Next Generation nel biennio 2021/22 e ulteriori fondi nel 2023 per gli obiettivi del cambiamento climatico (quota del 37% delle risorse della RRF). Risorse addizionali, provenienti dal budget europeo annuale e da fonti nazionali, potranno contribuire alla causa. Appare evidente la necessità di supportare gli investimenti in tecnologie verdi che non sono ancora commercializzabili per ragioni legate al prezzo del carbonio o per altri motivi.
L’Europa può diventare un leader mondiale nel mercato dell’idrogeno. L’elemento chiave è lo sviluppo di una strategia europea coordinata in questo campo che possa offrire soluzioni pulite per i trasporti, la produzione industriale, le infrastrutture energetiche e per altri settori oltre alle batterie, le tecnologie tradizionali e i carburanti. La Germania, la Francia e l’Italia hanno già annunciato dei piani che prevedono la creazione di fabbriche di gigawatt. L’Europa deve essere leader sia nella qualità che nella definizione degli standard infrastrutturali, nonché nelle certificazioni richieste per attivare la produzione ed il commercio di gas rinnovabili. Il gas e l’idrogeno devono giocare e giocheranno un ruolo significativo nella decarbonizzazione dell’industria. Pertanto, andrebbe avviato quanto prima il lavoro su settori specifici come prodotti chimici, acciaio, velivoli, imbarcazioni ed altri temi. Un primo IPCEI sull’idrogeno dovrà essere negoziato presto. Ricerca e sviluppo in questo ambito devono essere rafforzati e sostenuti in tutti e tre i paesi. Sollecitiamo i nostri governi, quindi, a portare avanti uno sforzo comune per facilitare la produzione, le infrastrutture e i partenariati internazionali per l’importazione di idrogeno.
Allo stesso tempo, la definizione del mercato europeo del gas deve essere ulteriormente ottimizzata per permettere una maggiore integrazione di tale mercato. Nell’Europa Nord-Occidentale, dove è stato rigorosamente implementato un modello incentrato sul gas, si potrebbero ottenere degli effetti positivi sull’integrazione del mercato, sulla liquidità e sugli effetti del prezzo. L’armonizzazione delle regole dovrebbe essere ulteriormente estesa in Europa (specialmente nelle regioni del Sud-Est europeo, in modo tale da aumentare la sicurezza dell’offerta rispetto alla produzione dei Paesi dell’Est, con quasi il 49 percento dei consumi dell’UE) e il quadro regolatorio dovrebbe essere ulteriormente adattato, rimuovendo le barriere normative transfrontaliere, nell’ottica di rispondere prontamente alle nuove sfide della transizione energetica, della differenziazione geopolitica delle fonti di gas e dell’integrazione dei gas rinnovabili all’interno del sistema. Bisogna, infine, tenere in considerazione le importanti esternalità positive nei settori adiacenti dell’economia europea.
5. Favorire gli investimenti sul pacchetto europeo per il clima
Sollecitiamo i nostri governi a adottare nuovi strumenti concreti per attuare il Green Deal europeo. Una revisione ampia della legislazione e degli strumenti di finanziamento è necessaria in tutti i paesi. Le esigenze in termini di investimenti nell’industria, nelle costruzioni, nel trasporto e in tante altre aree per soddisfare obiettivi climatici di medio e lungo termine sempre più ambiziosi appaiono evidenti. Il quadro di strumenti per la finanza sostenibile deve essere inclusivo e coprire tutte le soluzioni che possono avere un impatto rapido e diretto sulla riduzione di emissione di gas serra. La transizione dai settori in declino verso nuovi settori in via di sviluppo deve essere supportata adeguatamente. Molti di questi investimenti trasformativi avranno bisogno di essere supportati dagli aiuti di Stato, legislazioni appropriate, nuovi standard e strumenti finanziari atti a coprire il rischio di carbon pricing nel medio periodo. Niente di tutto ciò è stato ancora fatto. Incoraggiamo, quindi, le Istituzioni europee affinché stabiliscano i mezzi e le regole necessarie per raggiungere questa trasformazione e facilitare la creazione di posti di lavoro. L’UE deve assicurare un level playing field a livello internazionale ed affrontare le questioni legate al commercio valutando senza alcun pregiudizio la praticabilità di una vasta gamma di strumenti, tra cui il Climate Leakage Mechanism ed il Carbon Border Adjustment.
6. Rafforzare la competitività delle imprese europee nel contesto internazionale
Riaffermiamo il nostro impegno deciso verso un mondo aperto e un commercio libero e giusto. Crediamo che sia arrivato il momento per l’UE di modernizzare i suoi strumenti e normative per difendere meglio la propria industria contro leggi extraterritoriali e pratiche commerciali scorrette. Solo così l’Unione Europea potrà esercitare l’influenza necessaria per proteggere gli interessi delle sue imprese, tenendo in considerazione il più ampio interesse dell’Unione e l’esigenza di risolvere le dispute con un approccio cooperativo, sempre diretto a ridurre le tensioni commerciali. A questo fine, invitiamo i nostri leader a:
- Rafforzare le istituzioni e le normative esistenti per renderle più efficienti e di supporto per le imprese. In questo contesto, accogliamo con favore la creazione di un Chief Trade Enforcement Officer, nella speranza che possa incoraggiare il rispetto degli accordi commerciali e degli obblighi internazionali da parte dei nostri partner commerciali;
- Analizzare attentamente e discutere con tutti gli stakeholders rilevanti la creazione di uno strumento anti-coercitivo che possa dare all’Unione Europea il potere di reagire a coercizioni economiche dirette contro l’UE oppure un singolo Stato membro;
- Creare un’istituzione finanziaria pubblica per mantenere aperti i canali di pagamento con i paesi terzi sanzionati da partner internazionali stranieri e adottare misure per assicurare un flusso commerciale con i paesi terzi colpiti da sanzioni extra-territoriali, mantenendo allo stesso tempo una stretta cooperazione con i nostri alleati tradizionali;
- Adottare misure concrete per rafforzare il ruolo dell’euro nei pagamenti internazionali.
BDI, Confindustria e MEDEF, anche in seno a BusinessEurope, continueranno a lavorare insieme con il fine di contribuire alla definizione di politiche e misure nazionali ed europee, che stimolino l’economia europea e che difendano la competitività delle nostre aziende a livello globale.
Tutti questi impegni dovranno essere promossi anche a livello multilaterale, assicurando che tutti i forum sulla governance e la cooperazione lavorino efficientemente e in modo coordinato. Nel 2021 l’Italia assumerà la presidenza del G20; parallelamente, Confindustria ospiterà il B20, l’Engagement Group della business community del G20. Entrambi i vertici dovranno stabilire un insieme di obiettivi e targets volti a ripristinare la stabilità economica e gettare basi solide per una crescita robusta, sostenibile, equilibrata ed inclusiva.