Fisco, BankItalia: categoria unica per i redditi finanziari

In audizione sulla riforma fiscale richiesti limiti alla compensazione delle minusvalenze e ribadita la necessità di trovare coperture adeguate alle misure introdotte.

Fisco, BankItalia: categoria unica per i redditi finanziari

Si è svolta presso La Commissione Finanze, nell’ambito dell’esame della proposta e del disegno di legge recanti “Delega al Governo per la riforma fiscale” l'audizione di Giacomo Ricotti, Capo del Servizio Assistenza e Consulenza fiscale di Banca d’Italia.

Riportiamo di seguito un sunto dei principali temi trattati nell’audizione.

 

  • Introduzione: a fronte della riduzione di alcune entrate pubbliche, sia necessario trovare le coperture adeguate. La necessità è dunque quella di orientare gli sforzi di politica economica alla crescita, promuovendo una dinamica di prodotto potenziale e incentivando nuove offerte di lavoro. Tra gli obiettivi, ha sottolineato la riduzione complessiva del prelievo, che è molto alta rispetto agli altri pasi sul piano internazionale per quanto riguarda i contribuenti che adempiono correttamente. Fondamentale è il contrasto all’evasione per evitare distorsione nella concorrenza tra le imprese e alleggerire il carico tributario.
  • IRPEF: non ci sono elementi sufficienti per fornire una valutazione completa in merito all’introduzione della flat tax e i relativi effetti che avrebbe su progressività e redistribuzione. Necessario prestare attenzione su questo punto per evitare di indebolire la capacità distributiva. Con riferimento al periodo che precede la flat tax, alcune modifiche del ddl che amplierebbero il regime di tassazione sostitutiva potrebbero condurre ad un risultato opposto e ad un peggioramento in termini di equità e efficienza, accentuando l’erosione sulla base imponibile. È auspicabile, dunque, un riordino del sistema delle detrazioni e dei crediti di imposta
  • Tassazione redditi finanziari: riconosciuta la bontà della misura relativa alla armonizzazione in una categoria unica dei redditi capitali e diversi. Tuttavia, è importante, al fine di minimizzare i rischi, prevedere adeguati presidi, ad esempio ponendo limiti alla compensazione delle minusvalenze.
  • Redditi di impresa: il sistema IRES a due aliquote previsto dal ddl rappresenterebbe un meccanismo complesso da coordinare con il consolidato fiscale.
  • Irap: l’introduzione della sovraimposta avrebbe effetti positivi dal punto di vista della semplificazione del sistema tributario; tuttavia, in quanto si applicherebbe alla base imponibile IRES al lordo delle perdite, potrebbe portare ad un’aliquota maggiore rispetto a quella IRAP. Sotto il profilo distributivo, l’applicazione della sovraimposta avvantaggerebbe i soggetti diversi da società capitali.
  • Tassazione delle imprese – La delega nel suo insieme appare ispirata a favorire le imprese di dimensioni più contenute. Ha ricordato che queste ultime costituiscono un tassello importante e dinamico del sistema produttivo; rimane però straordinariamente elevato il numero di microimprese (quelle con meno di 10 addetti), che mostrano livelli di produttività modesti anche rispetto alle aziende di dimensioni analoghe di altri paesi, mentre è ridotta la presenza di imprese medio-grandi, che hanno un’efficienza comparabile a quella delle aziende delle maggiori economie. Va evitata dunque l’introduzione di disincentivi alla crescita dimensionale, adoperandosi invece per l’eliminazione di quelli esistenti
  • Giudizio complessivo: è necessario attendere i decreti delegati per avere maggiori elementi di dettaglio. Certamente, il ddl porterebbe una maggiore semplificazione del sistema della tassazione delle società. Non è chiaro invece l’effetto che la razionalizzazione degli incentivi agli investimenti avrebbe, il che potrebbe tradursi in un ridimensionamento. Ha portato come esempio l’abrogazione dell’ACE che si tradurrebbe in un aumento del costo capitale.
  • Razionalizzazione incentivi: è parimenti importante tenere conto della direttiva sulla tassazione minima dei grandi gruppi approvata a dicembre scorso a livello sovranazionale.
  • IVA: la razionalizzazione delle aliquote rappresenta un’occasione per riflessione sulla struttura delle aliquote stesse e per ridurre la frammentazione normativa. In Italia, il prelievo effettivo sui consumi è minore ed è dovuto al policy gap dell’IVA. Sono necessarie misure per far fronte all’evasione e frode fiscale che comportano in Italia una maggiore compliance gap in valore assoluto.
  • Tassazione ambientale: le priorità sono condivisibili, quali la riduzione delle emissioni e lo scoraggiamento dei comportamenti socialmente dannosi, tuttavia è necessario considerare gli effetti redistributivi che queste imposte comportano; ha auspicato un intervento per destinare i proventi ai soggetti piu vulnerabili.
  • Rapporti contribuente & Amministrazione Finanziaria: Il ddl delega cambia profondamente tale relazione. Ha dichiarato di accogliere con favore il regime adempimento collaborativo. La novità maggiore dettata dall’introduzione del concordato preventivo biennale pone enfasi sul momento antecedente a quello della dichiarazione; sono due i rischi da presidiare: evitare il ricorso al regime forfettario generalizzato e non superare gradualmente gli ISA e le informazioni ricavabili da questi ultimi.
  • Revisione sistema sanzionatorio: i meccanismi di coordinamento sono importanti,  necessaria la razionalizionalizzazione  della disciplina evitando forme di doppie sanzioni. Il potenziamento del sistema autotutela aumenta la fiducia dei contribuenti.
  • Riscossione : gli interventi strutturali e procedurali comportano una maggiore efficienza. È necessario concentrarsi sui crediti di maggiore importo e rivedere le norme che limitano le azioni esecutive degli agenti di riscossione, disciplinate a livello locale e quindi frammentate.  
  • Codificazione: questo intervento consente di adeguare l’ordinamento tributario italiano a quello dei più importanti paesi internazionali. Tuttavia, è necessario ragionare sulla mancata attribuzione al codice e ai testi unici di status di unica fonte tributaria ammessa, in quanto persisterebbe il rischio di vanificare le disposizioni con norme nuove adottate in altre leggi che non siano i codici.
  • Conclusioni: è stato sottolineato che alcuni aspetti non sono chiariti con riferimento alla tassazione personale. È necessario valutare gli effetti redistributivi e tradurre in pratica i principi tenendo insieme equità orizzontale e verticale e i vincoli di finanzia pubblica. Il ddl non affronta il tema del coordinamento tra imposte sui redditi e imposte patrimoniali. Complessivamente, le previsioni segnalano un aumento del costo capitale e una discriminazione tra autofinanziamento e aumenti di capitale. È fondamentale dunque trovare opportune coperture per le perdite di gettito che al momento sono previste solo per l’IRAP.  

Link al video dell'audizione completa