Riaperture, verso regole meno stringenti
Il ministro Speranza favorevole alla proposta delle Regioni: riaprire bar, ristoranti e pizzerie con tavoli all'aperto, ma solo nelle regioni con rischio contagio basso e con una campagna vaccinale a buon punto.
"La decisione sulle riaperture sarà presa probabilmente la prossima settimana dal Consiglio dei ministri". La conferma è venuta dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, durante l'incontro al Mise con i rappresentanti di Fipe-Confcommercio, ricevuti dopo l'assemblea straordinaria organizzata in piazza San Silvestro a Roma. Il ministro ha tuttavia precisato che non è possibile indicare con certezza una data per le riaperture, pur sottolineando che gli indicatori stanno migliorando e che "presumibilmente maggio sarà un mese di riaperture".
Intanto c’è da registrare con ottimismo la reazione del ministro della Salute, Roberto Speranza, all’ipotesi contenuta nelle linee guida che le Regioni stanno preparando di riaprire bar, ristoranti e pizzerie non solo a pranzo ma anche di sera con tavoli all'aperto, ma solo nelle regioni con rischio contagio basso e con una campagna vaccinale a buon punto. “Personalmente mi convince molto – ha detto Speranza - poi dovremo confrontarci con i nostri scienziati e i tecnici in sede di governo, ma i tutti i dati che ho visto indicano che all'aperto c'è sicuramente una minore diffusione del contagio".
Le linee guida delle Regioni riguardano tutti i settori, compresi le attività turistiche e ricettive, le piscine, le fiere, i mercatini e le discoteche. Ma le priorità riguardano tre ambiti: la ristorazione, le attività culturali e le palestre. I protocolli ricalcano quelli già approvati: prenotazione obbligatoria, distanza di almeno un metro tra i tavoli e mascherina ogni volta che ci si alza. Anche per i bar, la richiesta è quella di poter riaprire quelli che hanno la possibilità di mettere i tavolini all'esterno. Quanto a cinema, teatri, musei e spettacoli all'aperto si prevedono biglietti nominativi e prenotazione obbligatoria, percorsi separati di entrata e uscita, misurazione della temperatura e, soprattutto, raddoppio della capienza: da 200 a 400 al chiuso e da 400 a mille all'aperto, grandi eventi a parte.
Per le riaperture una data non c’è, dipenderà dall’andamento della campagna di vaccinazione. In conferenza stampa a Palazzo Chigi il premier, Mario Draghi, lo ha detto chiaro e tondo confermando quanto da giorni filtrava dalla sede dell’esecutivo. L’ex presidente della Bce lo aveva appena ribadito al leader della Lega, Matteo Salvini, al termine del quale quest’ultimo aveva comunque aperto uno spiraglio (“non si può vivere in rosso a vita. In base ai dati ci sono almeno sei regioni italiane in cui si potrebbe riaprire. Conto che si possa fare in aprile”).
Draghi, in ogni modo, trova “normale chiedere le riaperture, sono la miglior forme di sostegno", ma appunto per valutarne la possibilità "inseriremo il parametro delle vaccinazioni per le categorie a rischio". E si guarderà anche all'andamento nelle singole regioni per valutare un allentamento della stretta: "è chiaro che nelle regioni che sono più avanti nelle vaccinazioni ai più fragili e vulnerabili sarà più facile riaprire".
Per quanto riguarda il turismo, il presidente del Consiglio ha di fatto avallato l’auspicio del ministro Garavaglia per la riapertura al 2 giugno (vedi più in basso, ndr): "è la nostra festa nazionale e potrebbe essere una data delle riaperture per noi". "Garavaglia dice a giugno. Speriamo, magari anche prima, chi lo sa. Non diamo per abbandonata la stagione turistica, tutt'altro", ha aggiunto. Intanto, in vista della stagione turistica estiva, prende piede la proposta di rendere le isole “covid free”, come sta facendo la Grecia. Garavaglia è d’accordo ("possiamo farlo") e con lui i presidenti di Sardegna e Sicilia, Christian Solinas e Nello Musumeci, che chiedono a Draghi di "avere il coraggio" di andare oltre la proposta di vaccinazione delle sole isole minori e puntare a immunizzare con il vaccino l'intera popolazione delle due isole più grandi isole del Mediterraneo e "a spiccata vocazione turistica", che "possono garantire numeri importanti per la ripresa dell'economia nazionale". Si tratta comunque di un'ipotesi destinata a non prendere corpo, sai per la protesta delle altre Regioni, sia per il fatto che l'ultima ordinanza, che prevede come categorie prioritarie da vaccinare quelle degli over 80 e dei fragili, ha valenza nazionale e non prevede eccezioni.
Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha parlato invece del passaporto vaccinale, una possibilità allo studio del governo, come hanno fatto altri Paesi, per attrarre i turisti. "Lavoriamo – ha detto – a un ‘green pass’ con tre condizioni, il vaccino, avere avuto il Covid e il tampone negativo. Non è discriminatorio e da noi esiste già in Sardegna".