Strategia europea per i dati: la linea del Parlamento

Parlamento europeo ha strutturato una linea in materia di condivisione dei dati non personali per promuovere l'innovazione e l'economia e proteggere al contempo la privacy.

Strategia europea per i dati: la linea del Parlamento

I dati sono alla base della trasformazione digitale europea e quest’ultima coinvolge tutti gli aspetti della società e dell'economia. I dati sono, inoltre, necessari per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale, una delle priorità dell'UE, e presentano significative opportunità per l'innovazione, la ripresa dalla crisi COVID-19 e lo sviluppo, per esempio nel settore della salute e delle tecnologie verdi.

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Facendo seguito alla strategia europea in materia di dati della Commissione europea, il Parlamento europeo ha chiesto, in una relazione adottata nella plenaria del 25 marzo 2021, una legislazione incentrata sull’essere umano e basata sui valori europei per la privacy e la trasparenza che permetterà alle aziende e ai cittadini europei di beneficiare del potenziale dei dati industriali e pubblici nell'UE.

I benefici di un'economia dei dati UE

Gli eurodeputati hanno sottolineato come la crisi abbia evidenziato la necessità di una legislazione efficiente sui dati per favorire la ricerca e l'innovazione. All’interno dell’UE sono già presenti ingenti moli di dati di qualità, in particolare non personali - come quelli industriali, pubblici e commerciali, ma il loro pieno potenziale deve ancora essere esplorato. Nei prossimi anni, è prevedibile una crescita esponenziale della quantità di dati. Gli eurodeputati si aspettano che tale legislazione aiuti a sfruttare questo potenziale e che renda i dati disponibili ai ricercatori e alle aziende europee, comprese le piccole e medie imprese.

Rendere disponibile un flusso di dati tra i settori e i paesi aiuterà, da un lato, le imprese europee di tutte le dimensioni a innovare e crescere nell'Unione europea e non solo e, dall’altro, a imporre l'UE come leader nell'economia dei dati.

La Commissione prevede che l'economia dei dati nell'UE potrebbe crescere dai 301 miliardi di euro del 2018 fino agli 829 miliardi di euro nel 2025, comportando una crescita del numero dei professionisti che lavorano con i dati, dagli attuali 5,7 ai circa 10,9 milioni stimati.

I concorrenti dell'Europa a livello globale, come gli Stati Uniti e la Cina, stanno lavorando incessantemente per innovare in modo rapido e applicare le proprie modalità di accesso e utilizzo dei dati. Per diventare leader nel settore dell'economia dei dati, l'UE dovrebbe perciò trovare una soluzione europea per liberarne il potenziale e fissarne degli standard.

Regole per tutelare la privacy, la trasparenza e i diritti fondamentali

Secondo gli eurodeputati, le regole dovrebbero essere basate sui valori europei per ciò che riguarda la privacy, la trasparenza e il rispetto dei diritti fondamentali. La libera condivisione dei dati deve essere limitata ai dati non personali o ai dati anonimizzati in modo irreversibile. Gli individui devono avere il pieno controllo dei propri dati ed essere protetti dal regolamento generale dell’UE sulla protezione dei dati, in particolare il GDPR.

Il Parlamento europeo ha invitato la Commissione e gli Stati membri a collaborare con gli altri paesi per delineare degli standard globali in linea con i valori e i principi dell'UE, garantendo al contempo che il mercato dell'Unione europea rimanga competitivo. 

Spazi comuni europei di dati e infrastrutture dei big data

Assecondando il principio guida del libero flusso di dati, gli eurodeputati hanno raccomandato alla Commissione e agli Stati membri di costruire spazi comuni europei settoriali di dati tali da permettere la condivisione dei dati in ottemperanza alle linee guida, ai requisiti legali e ai protocolli comuni. Alla luce della pandemia, è stato aggiunto che un'attenzione speciale dovrebbe essere dedicata allo spazio comune europeo dei dati sanitari.

Poiché il successo della strategia dei dati dipende in gran parte dalle infrastrutture delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, gli eurodeputati hanno sottolineato la necessità di accelerare gli sviluppi tecnologici nell'UE, come quelli riguardanti le tecnologie della sicurezza informatica, la fibra ottica, il 5G e il 6G, e si sono espressi con favore rispetto alle proposte che promuovono il ruolo dell'Europa nel supercomputing e nel calcolo quantistico. Non da ultimo, è stata evidenziata la necessità di affrontare il divario digitale tra le regioni così da garantire pari opportunità, soprattutto alla luce della ripresa dalla crisi COVID-19. 

Impronta ambientale dei big data

Se da un lato il settore dei big data permette di sostenere le tecnologie verdi e di favorire l'obiettivo dell'UE di diventare climaticamente neutrale entro il 2050, dall’altro questo settore da solo è responsabile di oltre il 2% delle emissioni di gas serra a livello globale. Gli eurodeputati hanno perciò aggiunto che lo sviluppo dei big data deve concentrarsi sull'abbassamento dell’impronta del carbonio e sulla riduzione dei rifiuti elettronici prodotti dal settore.

Legislazione UE sulla condivisione dei dati

La Commissione ha presentato una strategia europea in materia di dati nel febbraio 2020, nel quadro della strategia digitale. La strategia europea e il Libro bianco sull'intelligenza artificiale sono i primi pilastri della strategia digitale della Commissione.

Il 30 novembre 2021, Parlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo informale a proposito dell'Atto sulla governance dei dati presentato dalla Commissione nel dicembre 2020 come parte della strategia per i dati. L'obiettivo dell’Atto è quello di aumentare la disponibilità di dati per le aziende e le start-up al fine di stimolare l'innovazione.

Maggiori informazioni sulle opportunità dell'intelligenza artificiale e su ciò che vuole il Parlamento.

Il Parlamento ha adottato il Data Governance Act nell'aprile 2022 come parte della strategia per i dati. Tale normativa punta ad aumentare la disponibilità dei dati e rafforzare la fiducia nella condivisione dei dati e negli intermediari.

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