Il Leasing Agevolato e "il Timbro sulle fatture"
“Il timbro sulle fatture” è una cosa con cui imprese e società di leasing hanno sempre fatto i conti. Quello che non sempre si sa è che il timbro trova le sue origini nella “targhetta” apposta sui beni agevolati
Chi di agevolato mastica un po' sa che “il timbro sulle fatture” è una cosa con cui imprese e società di leasing hanno sempre fatto i conti. Quello che non sempre si sa è che il timbro trova le sue origini nella “targhetta” che doveva essere apposta sui beni oggetto di agevolazione per marchiare il bene come agevolato ed evitare, quando non c’era ancora internet o le mail, che lo stesso venisse impropriamente venduto.
Con il tempo poi la targhetta è stata sostituita dal timbro e, seguendo l’innovazione tecnologica, il timbro doveva pian piano scomparire in virtù dell’entrata in vigore della fattura elettronica e del registro degli aiuti di stato che, come si legge sul sito , “…risponde all’esigenza di dotare il Paese di uno strumento agile ed efficace per verificare che le agevolazioni pubbliche siano concesse nel rispetto delle disposizioni previste dalla normativa comunitaria, specie al fine di evitare il cumulo dei benefici e, nel caso degli aiuti de minimis, il superamento del massimale di aiuto concedibile imposto dall’Unione europea.”
Ma purtroppo le aspettative di semplificazione burocratica cui la fattura elettronica e il registro degli aiuti dovevano puntare non sono state soddisfatte.
E così oggi, periodo in cui il governo ha proseguito nella ammirabile scelta di continuare nel percorso di “Impresa 4.0” concentrandosi sulle agevolazioni che facilitano la “transizione” alla tecnologia, ci sono dubbi ancora irrisolti che stanno portano inevitabilmente ad un uso non corretto della norma oltre che ad un aggravio di adempimenti a carico delle imprese.
Nel dettaglio parliamo dell’agevolazione c.d. Nuova Sabatini e del nuovo credito di imposta che prevedono la necessità che nelle fatture venga riportato uno specifico richiamo alla agevolazione.
In diverse occasioni è stato fatto presente al Ministero dello Sviluppo Economico che nel caso del leasing finanziario la dicitura in fattura è apposta solo dal fornitore cui non può essere chiesto, in caso di omessa indicazione della dicitura, l'emissione di una nota di credito volta ad annullare il titolo di spesa errato e la successiva emissione di un nuovo titolo corretto.
L’impossibilità della richiesta nasce da due fattori:
1) le note di credito non possono essere emesse a discrezione del contribuente, ma devono seguire necessariamente i dettami dell’art. 26 del DPR n. 633/72, pena la loro nullità assoluta;
2) tutte le note di credito devono essere emesse entro un anno dalla emissione della fattura relativa alla fornitura o prestazione. Se pertanto, come accade, le ispezioni riguardano emissioni di fatture di due, tre anni addietro non sarà possibile, in caso di errore da parte del fornitore, emettere una nuova fattura.
Assilea si è fatta promotrice di soluzioni che banche e intermediari possono realizzare, in alternativa a quelle già proposte dal ministero[1] ovvero:
- indicare la dicitura nella dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà della società di leasing attestante l'avvenuto pagamento a saldo dei beni oggetto di investimento;
- inserire un "timbro digitale" nella fattura passiva che viene archiviata da banche e intermediari finanziari. Questa soluzione consentirebbe, in caso di verifica, la riconducibilità della fattura alla agevolazione;
- inserire la dicitura del timbro nelle fatture dei canoni di leasing;
- Riportare, nel caso della Nuova Sabatini, i dati (numero di fattura) nei CSV che banche e intermediari già inoltrano periodicamente al Ministero dello Sviluppo Economico.
Purtroppo, sia per la Nuova Sabatini che per il credito di imposta siamo ancora in attesa di una risposta da parte del MiSE.
Auspichiamo che le soluzioni proposte vengano accolte per non incorrere in ulteriori aggravi burocratici di cui, di certo, l’Italia non ha bisogno.