Disoccupazione in Italia, l'indagine ISTAT di giugno

Sempre più persone in cerca di un lavoro (+7.3%, 149 unità). La mancanza di occupazione che colpisce le fasce più giovani preoccupa. Da febbraio 2020 il numero dei lavoratori è sceso di 600 mila unità.

Disoccupazione in Italia, l'indagine ISTAT di giugno

l'Istat ci restituisce, con uno studio uscito oggi, la fotografia dell'occupazione  nel nostro Paese.

Evidenzia che, rispetto al mese di maggio 2020, a giugno prosegue, a ritmo meno sostenuto, la diminuzione dell'occupazione e la crescita del numero di persone in cerca di lavoro, a fronte di un calo dell'inattività. Il tasso di disoccupazione risale all'8,8% (+0,6 punti) e tra i giovani al 27,6% (+1,9 punti).

Rende, inoltre, noto che continua anche il recupero del numero di ore lavorate pro capite. Inoltre, e questa è la buona notizia, evidenzia un calo degli inattivi (-99mila), ovvero di quanti restano fuori dal mercato del lavoro perché scoraggiati.

In particolare la diminuzione del numero di inattivi (-0,7% pari a -99mila unità) si registra tra gli uomini (-2,5% pari a 131mila unità) e tra i minori di 64 anni, a fronte di un aumento delle donne inattive (+0,4% pari a +31mila). Complessivamente cala il tasso di inattività che si attesta al 36,8% (-0,3 punti). Nella media del secondo trimestre 2020, rispetto al primo, l'occupazione risulta in evidente calo (-2,0% pari a -459mila unità) per entrambe le componenti di genere.

La diminuzione dell'occupazione su base mensile (-0,2% pari a -46mila unità) coinvolge le donne (-0,9% pari a -86mila), i dipendenti permanenti (-0,4% pari a -60mila) e gli under50, mentre gli occupati aumentano tra gli uomini (+0,3% pari a +39mila), i dipendenti a termine, gli indipendenti e gli ultracinquantenni. Nel complesso, il tasso di occupazione scende lievemente, attestandosi al 57,5% (-0,1 punti percentuali). 

Tra gli under 25 il 27,5% è disoccupato.
I più penalizzati sono i giovani, il tasso di disoccupazione per gli under 25 risale al 27,6% e in questa fascia d’età diminuiscono gli occupati che sono fanalino di coda in Europa.

Occupazione femminile in calo al 48,2%.
Il tasso di occupazione femminile  al 48,2%, agli ultimi posti dell’Ue, peraltro in calo, chiama in causa la mancanza di servizi, il ritardo nelle politiche di conciliazione tra vita privata e lavorativa, un’organizzazione del lavoro che ancora penalizza le donne lavoratrici.

82,4% dipendenti in attesa di rinnovo contratto.

A fine giugno sono in attesa di rinnovo 52 contratti di lavoro e sono relativi a circa 10,2 milioni di dipendenti - l'82,4% del totale - cui corrisponde un monte retributivo pari all'81,6%. Lo sottolinea ancora l'Istat evidenziando che entrambe le quote sono più elevate di quelle osservate sia alla fine del trimestre precedente (a marzo 2020 pari rispettivamente a 80,4% e 79,9%), sia dodici mesi prima (a giugno 2019 pari a 42,0% e 44,2%). "La quota di dipendenti in attesa di rinnovo da inizio anno si mantiene stabilmente oltre l'80% - spiega l'istituto nel commento - attestandosi sui valori più elevati della serie".

Alla fine di giugno 2020 i contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica (21 contratti) riguardano il 17,6% dei dipendenti - circa 2,2 milioni - e un monte retributivo pari al 18,4% del totale. Nel periodo aprile-giugno 2020 nessun nuovo accordo è stato recepito, mentre ne è scaduto uno (tessili, vestiario e maglierie).

Il tempo medio di attesa di rinnovo, per i lavoratori con contratto scaduto, è leggermente aumentato, passando dai 15,8 mesi di giugno 2019 ai 16,6 mesi di giugno 2020, mentre l'attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è più che raddoppiata: 13,7 contro 6,6 mesi. 

In un anno persi 752mila occupati.
Allargando il confronto ad un anno fa, rispetto a giugno del 2019 il quadro è desolante e risente pienamente dell’effetto lockdown: ci sono, infatti, 752mila occupati in meno, il crollo interessa soprattutto i contratti a termine (-548mila) e gli indipendenti (-140mila). Il tasso di occupazione al 57,5% in un anno è sceso di 1,8 punti, la caduta interessa tutte le classi d’età con l’eccezione, come abbiamo detto,  degli over 50.