Audizione del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco
Aumentano NPL, crediti scaduti, inadempienze probabili e sofferenze che rappresentano, oggi e nel futuro prossimo, per il sistema bancario italiano il principale elemento di rischio.
L’aumento dei crediti deteriorati (non-performing loans, NPL) – crediti scaduti, inadempienze probabili e sofferenze – è il principale rischio che le banche italiane si trovano oggi a fronteggiare. Possono farlo da una posizione più solida rispetto al passato. Rispetto al 2007 nel complesso del settore bancario il rapporto tra capitale di migliore qualità e attivi ponderati per il rischio è più che raddoppiato; lo stock degli NPL si è ridotto di oltre due terzi rispetto al picco del 2015. Questi progressi sono stati ottenuti anche grazie alle riforme regolamentari realizzate a livello internazionale a seguito della crisi finanziaria del 2007-2011 e all’azione di vigilanza svolta dalla Banca d’Italia, sia in autonomia sia in quanto componente del Meccanismo unico di vigilanza istituito presso la Banca centrale europea (Single Supervisory Mechanism, SSM). Nel seguito di questo mio intervento ripercorrerò brevemente il contenuto della memoria depositata presso questa Commissione alcune settimane fa (riprodotta in Appendice), soffermandomi in particolare sul funzionamento di due misure che sono state al centro dell’attenzione del dibattito pubblico negli ultimi mesi: l’applicazione di un approccio “di calendario” alle svalutazioni sugli NPL e la nuova definizione di default prudenziale. Si tratta di norme e prassi di vigilanza concordate a livello europeo, spesso criticate perché non terrebbero sufficientemente conto delle specificità del nostro paese.
Audizione completa in allegato
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