BCE: l'inflazione raggiungerà l'obiettivo 2% solo nel 2025

"Nei prossimi mesi ci si attende che l'inflazione oscilli intorno ai livelli attuali, per poi diminuire fino a raggiungere l'obiettivo del 2 per cento il prossimo anno". Così la BCE nel Bollettino Economico n. 3, 2024.

BCE: l'inflazione raggiungerà l'obiettivo 2% solo nel 2025
 

Secondo la stima preliminare dell’Eurostat, commenta la BCE nel suo Bollettino economico,  l’inflazione sui dodici mesi ha continuato a diminuire, passando dal 2,6 per cento di febbraio al 2,4 di marzo. A marzo l’inflazione dei beni alimentari è scesa al 2,7 per cento, dal 3,9 di febbraio, mentre quella della componente energetica si è collocata al -1,8 per cento, rispetto al -3,7 di febbraio. Nello stesso mese l’inflazione dei beni si è nuovamente ridotta, raggiungendo l’1,1 per cento, dall’1,6 di febbraio; quella dei servizi si è mantenuta invece elevata, al 4,0 per cento. Gran parte delle misure dell’inflazione di fondo è scesa ulteriormente a febbraio, confermando il quadro di graduale diminuzione delle pressioni sui prezzi. Benché l’inflazione interna si confermi elevata, la crescita dei salari e dei profitti per unità di prodotto è stata meno marcata di quanto anticipato nell’ultimo trimestre del 2023; è rimasto tuttavia alto il costo del lavoro per unità di prodotto, di riflesso, in parte, al debole incremento della produttività. Gli indicatori più recenti segnalano un’ulteriore moderazione della dinamica salariale. Nei prossimi mesi ci si attende che l’inflazione oscilli intorno ai livelli attuali, per poi diminuire fino a raggiungere l’obiettivo del 2 per cento il prossimo anno, per effetto della più debole crescita del costo del lavoro, del dispiegarsi degli effetti della politica monetaria restrittiva perseguita dal Consiglio direttivo e del venir meno dell’impatto della crisi energetica e della pandemia. Le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine restano sostanzialmente stabili, collocandosi perlopiù intorno al 2 per cento. Valutazione dei rischi I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso. L’espansione economica potrebbe risultare inferiore se gli effetti della politica monetaria si rivelassero più forti delle attese. Anche un indebolimento dell’economia a livello mondiale o un ulteriore rallentamento del commercio internazionale graverebbero sulla crescita dell’area dell’euro. La guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente rappresentano significative fonti di rischio geopolitico. Ciò potrebbe indurre una perdita di fiducia riguardo al futuro in famiglie e imprese e produrre interruzioni negli scambi internazionali. La crescita potrebbe essere più elevata se l’inflazione diminuisse più rapidamente delle attese e se l’incremento dei redditi reali comportasse aumenti della spesa maggiori del previsto, oppure se l’espansione dell’economia mondiale fosse più forte delle aspettative. Tra i rischi al rialzo per l’inflazione figurano le accresciute tensioni geopolitiche, soprattutto in Medio Oriente, che potrebbero determinare un rialzo dei costi di energia e di trasporto nel breve periodo, causando interruzioni nel commercio mondiale. Inoltre, l’inflazione potrebbe collocarsi su livelli più elevati del previsto se le retribuzioni aumentassero più di quanto atteso o i margini di profitto evidenziassero una tenuta superiore. Al contrario, l’inflazione potrebbe sorprendere al ribasso se la politica monetaria frenasse la domanda più di quanto atteso o nel caso di un deterioramento inaspettato del contesto economico nel resto del mondo.

Continua a leggere il Bollettino economico BCE, n. 3 - 2024