Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, la DCNF Intesa Sanpaolo

La DCNF mostra come Intesa Sanpaolo abbia la volontà di essere un intermediario finanziario sostenibile, dando valore alla collettività, all'ambiente, all'innovazione ma anche alla governance e alla gestione del rischio.

Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, la DCNF Intesa Sanpaolo

La Dichiarazione Consolidata Non Finanziaria (DCNF) del Gruppo Intesa Sanpaolo che riporta le informazioni sulla sostenibilità del Gruppo ha cadenza annuale ed è in linea con il Decreto legislativo 254/2016. Il documento è molto ricco di informazioni e oltre a coprire le aree previste dalla legge dedica la prima parte a sviluppare un’accurata descrizione dell’IDENTITÀ, della GOVERNANCE E GESTIONE DEI RISCHI e della SOCIETÀ. Nella seconda parte è descritta, in un’ottica di miglioramento, l’attenzione alle PERSONE DEL GRUPPO, all’AMBIENTE e ai DIRITTI UMANI.

Un grande Gruppo Bancario, come quello in esame, è consapevole di esercitare un notevole impatto sul contesto sociale e ambientale in cui svolge la propria attività scegliendo di agire non solo in funzione del PROFITTO, ma con l'obiettivo di CREARE VALORE di lungo periodo per la Banca, le sue persone, i suoi clienti, la comunità e l’ambiente. Intesa Sanpaolo vuole essere un intermediario finanziario sostenibile che genera VALORE COLLETTIVO, consapevole che l’INNOVAZIONE, lo SVILUPPO DI NUOVI PRODOTTI E SERVIZI e l'AGIRE SOSTENIBILE DELLE IMPRESE possono contribuire alla RIDUZIONE DEGLI IMPATTI di fenomeni quali il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali. Da questa consapevolezza deriva l'adesione a importanti iniziative internazionali, quali il Global Compact delle Nazioni Unite e gli Equator Principles. Le fonti e i riferimenti per la misurazione delle attività sono sia internazionali che nazionali e comprendono la Global Reporting Initiative (GRI) con i Sustainability Reporting Standard, le Raccomandazioni Task Force on Climate-related Financial Disclosure (TCFD), gli indicatori previsti dal Sustainability Accounting Standards Board (SASB) e i Principles for Responsible Banking (PRB).

Queste metriche hanno consentito un’autovalutazione dell’attività interna e delle informazioni contenute nella dichiarazione, trasmettendo trasparenza e solidità delle analisi. Il messaggio di Intesa Sanpaolo è volto a testimoniare il forte impegno del gruppo sui temi della sostenibilità, ne è dimostrazione anche la sottoscrizione delle principali iniziative delle Nazioni Unite relative al sistema finanziario per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG).

Tra le diverse iniziative si segnala l’attuazione del programma ISP4ESG per rispondere alle sfide del contesto esterno al fine di consolidare la leadership del Gruppo nella sostenibilità. Concretamente ha permesso di avviare la Cabina di regia per supportare il Comitato di Direzione nella proposizione strategica sulle tematiche ESG e nel coordinamento operativo, che ha visto l’identificazione di nuove figure chiamate Sustainability Manager per ciascuna Divisione e Area di Governo. Il Comitato di Direzione si riunisce ogni tre mesi per il riesame delle tematiche di sostenibilità, che includono il cambiamento climatico. A tal proposito sembra davvero indispensabile ricordare il ruolo della cultura diffusa nell’organizzazione e dell’up-levelling di competenze affinché l’integrazione dei fattori ESG sia davvero efficace e propulsore di processi sempre più performanti, ciò richiede una pianificazione in partnership con il fornitore per determinati corsi e la partecipazione a corsi generalisti che permettano alle persone delle diverse divisioni di comprendere meglio le esigenze, le azioni, ma anche le richieste determinate dalle linee strategiche.

La governance (Figura n. 1) tiene conto degli obiettivi di solida e sostenibile creazione di valore per tutti gli stakeholder ed è organizzata seguendo compiti chiari e ben collegati tra loro. La DCNF è responsabilità della funzione Corporate Social Responsibility, che si trova all’interno della Direzione Financial Market Coverage. Le policy in materia di sostenibilità e le linee strategiche sono approvate dal Consiglio di Amministrazione su proposta del Consigliere delegato e del CEO con il supporto del Comitato di Direzione e con il Comitato Rischi, che condividono, a loro volta, i temi per la matrice di materialità. Tali temi tengono conto del contesto nazionale e internazionale in un anno così particolare come è stato il 2020, infatti otto temi su dodici complessivi sono stati aggiornati.

 

Figura 1 – Governance della sostenibilità

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Fonte: elaborazione Assilea su DCNF 2020 Intesa San Paolo

 

La DCNF di Intesa Sanpaolo è davvero ricca di informazioni e di spunti di riflessione, ma considerando gli obiettivi che ci poniamo in quanto Osservatorio della Sostenibilità di Assilea, di seguito daremo prioritaria attenzione all’impatto che il leasing sostenibile ha sull’attività creditizia delle banche e, poi, sulla questione dei rischi ESG, in particolare, sulle attività pianificate o avviate riguardo i rischi climatici.

 

Se si guarda al tipo di esposizione e finanziamento trattato nella dichiarazione, le considerazioni possono essere molto differenti. Il leasing è valorizzato nell’attività di microcredito e di lotta all’usura per il finanziamento, in generale, di beni e servizi strumentali all’attività svolta, ma anche per finanziamenti e servizi della Green e Circular Economy. I comparti in cui il Leasing è proposto richiedono competenze tecniche e riguardano l’energia, in particolare, le Energie Rinnovabili, Biogas, Biomentano, Efficienza energetica su edifici, impianti e processo. Non di poco conto sono le competenze tecnico-finanziarie necessarie per finanziare questi beni che richiedono anche abilità per riconoscere la sostenibilità dell’investimento. È plausibile che nelle DCNF sarà dedicato sempre più spazio al Leasing per valorizzare il lending sostenibile dei Gruppi, fino a valutare DNF specifiche delle società di Leasing per consentire agli stakehoder di valutare con più dettaglio l’attività green e sostenibile collegata e per soddisfare la tendenza regolamentare di valorizzare alcuni finanziamenti specifici del Leasing nei KPI per la diclosure sui fattori ESG (Pillar III). Per Intesa Sanpaolo è la divisione Banca e Territori ad includere le attività di leasing, insieme a factoring e credito industriale.

 

L’attività creditizia, che sia o no specializzata, richiede l’analisi dei rischi ESG e reputazionali presidiati attraverso il framework di Risk Management al fine di governare rischi ambientali, sociali e di governance sia nell’operatività creditizia che nelle operazioni di maggior rilievo. Il dettaglio con cui sono trattate le criticità rispecchia un forte orientamento alla prevenzione e al sostegno dell’obiettivo di de-risking. Partendo dalla definizione dei temi materiali per mezzo della matrice di materialità (Figura n. 2) vengono messi in evidenza i relativi rischi potenziali. Conseguentemente, per ciascun rischio già identificato sono rilevati gli impatti potenziali e gli orizzonti temporali, ma anche le azioni di mitigazione e di adattamento intraprese per il relativo rischio, che sia indiretto o diretto. Altre attività di particolare interesse riguardano

  • la definizione di una tassonomia ESG/climate per essere consolidata con le mappature settoriali già esistenti del Gruppo,
  • una prima analisi dell’esposizione creditizia di Gruppo verso i settori più esposti ai climate change risk,
  • l’avvio di progetti specifici per le analisi di scenario e le metodologie di stress testing.

Notevole è l’attenzione ai rischi ambientali legati agli immobili e le valutazioni in occasione delle certificazioni ISO guardando all’impatto che Intesa Sanpaolo genera sull’ambiente.

 

Figura 2 – Matrice di Materialità 2020 di Intesa Sanpaolo

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Fonte: DCNF 2020 Intesa Sanpaolo

Il Gruppo sta presidiando i rischi ESG associati non solo alle attività delle imprese clienti, ma anche a quelle attività economiche in cui investe, ponendo particolare attenzione quando il rischio socio-ambientale diventa rilevante. Ovviamente i rischi climatici, che ricordiamo manifestarsi sotto il profilo di rischio fisico e di transizione, richiedono due attività strategiche al fine, non solo di gestirli, ma anche di rispondere ai framework legislativi che stanno prendendo forma in questi anni:

  • l’identificazione, la valutazione e la misurazione di tali rischi;
  • l’attuazione, lo sviluppo e il monitoraggio di un framework di gestione del rischio a livello aziendale, compresa la cultura del rischio, la propensione al rischio ed i relativi limiti creditizi.

 

Queste attività richiedono notevoli sfide da affrontare per ripensare i processi e colmare i gap e sinergie interne per poi attivare partnership mirate con i soggetti delle filiere produttive dei settori rilevanti per la sostenibilità. In questo contesto l’expertise sviluppato con il leasing offre opportunità che possono essere messe in evidenza con un approccio bottom-up. Infatti, il leasing gestisce le operazioni con una competenza tecnica che a volte è già in grado di porsi come “advisor della sostenibilità”, mentre in altre richiede un’epsilon di up-skilling sulla sostenibilità. In entrambi i casi, la valorizzazione di questa esperienza potrebbe permettere un’analisi più focalizzata al miglioramento dei KPI di sostenibilità prevista al Pillar III (ad es. Green Asset Ratio).

Tutto ciò deve combinarsi con l’obiettivo di migliorare la qualità del servizio che passa anche attraverso la tutela del cliente e la vendita responsabile per un elevato impatto sociale.

A tal proposito, il Gruppo ha generato molteplici attività riconducibili a ben undici SDG (Figura n. 3) che riguardano le Persone, i Diritti umani, il Pianeta e la Lotta alla corruzione. Molte sono le iniziative  che riguardano i clienti, i dipendenti e le persone del Territorio in generale: un vero sostegno alla comunità in diverse aree come la sanità, la cultura, l’educazione finanziaria, l’ambiente e la sostenibilità, l’inclusione sociale e lo sport.

Nell’area sull’ambiente sono riportate le informazioni che sono riconducibili a due aspetti principali:

  1. la transizione verso un’economia sostenibile e circolare, che prevede i finanziamenti e i servizi per la Green e la Circular economy nonché aspetti relativi alla cultura green,
  2. gli impatti ambientali diretti collegati con le emissioni atmosferiche e i consumi energetici e con la gestione responsabile delle risorse;

Gli aspetti di cui al punto 1. si traducono in un’attività creditizia più attenta con i S-Loan (Sustainability Loan, per maggiori informazioni vi rimandiamo al materiale del GDL Sostenibilità di Assilea in occasione del LAB annuale 28 gennaio 2021) e in un’attività d’investimento che al momento è sempre più orientata ai Green bond. Gli impatti ambientali invece richiedono azioni volte all’efficientamento dei consumi energetici, ma anche della mobilità, dei sistemi di circolarità dei prodotti e dell’uso delle risorse e dei rifiuti.

Nonostante la vastità delle iniziative, delle metriche e dei temi trattati è evidente, e non scontata, la cura dei particolari nel descrivere i progetti di Intesa Sanpaolo, che animano le relazioni con le Persone e l’Ambiente trasformando in valore per gli stakeholder l’impegno profuso nella DCNF analizzata.

Figura 3 – Obiettivi dell’Agenda 2030 selezionati da Intesa Sanpaolo

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Fonte: Elaborazione Assilea immagini ONU su DCNF 2020 Intesa Sanpaolo

 

 

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