PNRR: Fitto riferisce al Senato

Il Ministro Fitto questa mattina alle ore 10.00 in Audizione al Senato della Repubblica ha fatto il punto sul PNRR. Tra i punti ha parlato della revisione del Piano, RepowerEU, spesa fondi, incentivi e rinnovabili.

PNRR: Fitto riferisce al Senato

Si è tenuta, presso l’Aula del Senato, l'audizione del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR sullo stato di attuazione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza. Evidenziato il rapporto positivo costruito con la Commissione UE, che ha permesso all’Italia di ricevere una performance positiva sull’attuazione del Piano. Ripercorse le nuove riforme inserite con la rimodulazione del Piano ed evidenziata la necessità di migliorare la qualità e l’efficienza della spesa.

Sunto dei contenuti dell’audizione sul PNRR del Ministro Fitto:

  • Relazione semestrale PNRR – La terza relazione sul PNRR era la prima del Governo Meloni, che fotografava un quadro molto complesso relativo alla verifica della terza rata. La quarta rata coglie invece gli obiettivi raggiunti e quelli ancora da raggiungere nei prossimi mesi e anni.
  • Modifica terza rata – Nella fase di verifica della terza rata, è stato trovato un accordo positivo con la Commissione UE che ha consentito lo spostamento di un obiettivo dalla terza alla quarta rata e, conseguentemente, il pagamento della terza rata. In quella occasione, vi è stata altresì una riduzione dell’importo sulla terza rata spostato nella quarta rata che ha significato l’avvio di un nuovo confronto con la Commissione.
  • Revisione quarta rata – La revisione della quarta rata è stata avviata prima della revisione del Piano, che ha consentito all’Italia di incassare non solo la terza rata ma anche la quarta rata, raggiungendo un importo totale complessivo di 102 miliardi di euro da Bruxelles.  
  • Revisione del Piano – La Revisione del Piano poggiava su dati oggettivi, come l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha generato una importante crisi energetica e che ha portato la Commissione all’adozione di un nuovo strumento di risposta alla crisi, il RepowerUE. L’Italia ha dunque colto l’opportunità per intervenire anche su altre questioni, ossia quei progetti inseriti nel Piano ma che mai avrebbero potuto essere rendicontati o spesi nell’ambito del Piano con scadenza al 2026. Questi progetti non sono stati definanziati perché nel DL PNRR sono state previste tutte le coperture per quei progetti. Con l’esclusione di quei progetti, inoltre, sono state recuperate risorse necessarie per la nascita del capitolo aggiuntivo RepowerUE. Il lavoro del Governo è stato riconosciuto anche da ANCI.
  • RepowerEU – Si tratta di un capitolo fondamentale dove sono stati previsti oltre 6 miliardi per la transizione energetica delle imprese, con una serie di norme di indirizzo inserite anche all’interno del DL PNRR. Sono state inoltre inserite norme su infrastrutture strategiche del Paese e su altri settori strategici, come quello agricolo, dove sono stati previsti interventi concreti con aumento di dotazioni finanziarie anche prima delle proteste dei trattori.  
  • Miglioramento della spesa – Uno degli obiettivi fondamentali è quello di migliorare la qualità della spesa, ricordando che 122 miliardi sono a debito. Bisogna inoltre interrogarsi sul perché gli altri Paesi hanno fatto una scelta completamente diversa chiedendosi perché non hanno usato questa modalità. La spesa relativa al Piano nei primi due anni è pari a 24 miliardi di euro, la spesa del 2023 superiore a 21 miliardi di euro. In questo contesto, molti progetti potrebbero non essere stati conteggiati perché non sono stati caricati tempestivamente all’interno della piattaforma Regis. Inoltre, molti progetti sono ora ad una fase di progettazione o di messa a gara, e dunque verrà avviata solo successivamente una fase di spesa. All’interno della relazione semestrale, non sono stati inseriti gli aggiornamenti inseriti nel DL PNRR relativamente alla spesa.
  • Risorse giustizia e sanità - È importante sottolineare che ci sono una serie di misure e di riforme che hanno previsto coperture fino al 2026 come quelle sulla giustizia e sulla sanità e sulle quali è necessario che il Parlamento individui le soluzioni per dare stabilità e rendere efficace questo percorso di investimenti, programmando gli obiettivi per tempo.
  • Riforme del Piano – Il Governo Meloni non solo ha confermato tutte le precedenti 59 riforme previste dal Piano, ma ne ha anche aggiunte 7 nuove, di cui 5 collegate al RepowerUE. Tra queste, sono considerate cruciali:
  • Riforma Politica di Coesione – Si tratta di una riforma su cui il Governo sta lavorando in questi giorni, con l’obiettivo di approvare un provvedimento legislativo entro fine marzo. Sono state poste infatti le basi per un raccordo tra le diverse fonti di finanziamento ma anche per una revisione della governance affinché questa si avvicini a quella del Piano con target e milestone.
  • Testo unico sulle rinnovabili – Si tratta di una riforma che intende dare coerenza agli investimenti sul fronte energetico per l’approvvigionamento energetico del Paese e che si lega alle competenze da sviluppare soprattutto nella transizione green e nel settore dell’efficienza energetica.
  • Sistema degli incentivi – Si tratta di una riforma volta a creare un coordinamento e una visione comune.
  • Collaborazione con la Commissione UE e quinta rata – Il Governo Meloni ha creato le basi per una collaborazione positiva con la Commissione UE che ha portato a dei risultati concreti positivi. In questo contesto, infatti, l’Italia è stato il primo paese a richiedere la quinta rata da 10,6 miliardi.
  • Governance – Il Governo ha proposto un modello di governance simile a quello presente in Europa. La Struttura di Missione presso la PDCM è stato uno strumento pensato non per accentrare ma per semplificare le procedure, che ha generato impatti positivi oggettivi. Il Ruolo della Cabina di Regia è stato inoltre rafforzato, con numerose riunioni non solo successive alle decisioni ma anche precedenti. Anche nel caso del DL PNRR, sono state portate avanti numerose riunioni con realtà industriali che hanno permesso di includere alcuni suggerimenti, correggendo in corso le criticità.
  • Relazione Corte dei conti – Nella Relazione della Corte dei conti degli scorsi giorni emerge un sostanziale apprezzamento nei confronti del raggiungimento dei target previsti nell’ambito del Piano, mentre sono state sottolineate criticità sulla parte relativa alla spesa. In questo contesto, il DL PNRR punta ad una accelerazione della spesa del Piano, rendendola anche più efficiente, fondamentale dal momento che l’Italia ha scelto di utilizzare al 100% la quota a debito del PNRR.
  • Rapporto con altri Paesi UE – In confronto agli altri Paesi UE, l’Italia ha ottenuto una valutazione della performance molto positiva, la migliore tra gli stati membri. Questo emerge da un rapporto indipendente che la Commissione UE ha presentato nei giorni scorsi. Il PNRR italiano rappresenta il più grande piano, da cui dipende anche la riuscita del NextgenerationEU.