Valutazione rischi ESG: Report EBA su dati e metodologie

Un’indagine mirata a conoscere quali informazioni sono disponibili e quali le analisi effettuate

Valutazione rischi ESG: Report EBA su dati e metodologie

Un recente report dell'Autorità Bancaria Europea (EBA), rispondendo ad uno specifico mandato della CRR (Regolamento Europeo sui requisiti prudenziali delle banche), analizza la disponibilità e l'accessibilità dei dati ESG (ambientali, sociali e di governance) per le istituzioni finanziarie e la fattibilità di una metodologia standardizzata per identificare e qualificare le esposizioni ai rischi ESG nel settore bancario. L’analisi si basa su un'indagine condotta su 36 istituzioni finanziarie in 14 Paesi europei, rappresentanti il 27% delle esposizioni bancarie nell’UE.

I dati ESG sono più facilmente accessibili con riferimento alle grandi imprese e ai mutui ipotecari, mentre esistono lacune significative per le PMI e le famiglie. Le informazioni sui rischi ambientali, in particolare quelli climatici, sono le più avanzate, mentre le informazioni sui rischi sociali e di governance sono ancora limitati. La Direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità aziendale (CSRD) e gli standard correlati miglioreranno la qualità dei dati ESG disponibili per il settore corporate nei prossimi anni.

Le banche utilizzano una combinazione di dati interni ed esterni per valutare i rischi ESG. Gli “ESG scores” (punteggi ESG) sono gli strumenti più diffusi, ma mancano di uniformità e comparabilità tra i diversi fornitori. Alcune istituzioni integrano i rischi ESG nella valutazione del credito, ma le metodologie sono ancora in fase di sviluppo.

Le differenze nei dati disponibili tra i vari settori e paesi rendono difficile creare un'unica metodologia. I rischi climatici sono quelli più facilmente integrabili in un sistema standardizzato. L’uso di test di stress e scenari di rischio ESG è ancora in fase esplorativa.

Attualmente, i dati e le metodologie disponibili non sono ancora sufficientemente maturi per supportare una metodologia standardizzata e robusta per tutti i tipi di esposizioni bancarie. L’EBA suggerisce un approccio graduale, iniziando con la standardizzazione dei rischi climatici per le imprese non finanziarie, per poi estendersi ad altre categorie di rischio e tipologie di esposizioni nel tempo. Saranno necessari ulteriori sviluppi normativi e raccolte di dati per integrare pienamente i rischi ESG nel quadro prudenziale delle banche.

Il report a questo link