Ministero della transizione ecologica: di cosa si tratta?

Errore comune è confondere la Transizione Energetica con quella Ecologica, infatti l'una è una parte, neppure la più rilevante, dell'altra. Necessaria per rimodellare la nostra società su principi di tutela ambientale.

Al momento, la novità più rilevante del nuovo Governo Draghi è l’istituzione di un Ministero della transizione ecologica, che va a sostituire quello dell’Ambiente aggiungendogli anche competenze infrastrutturali.

Innanzitutto, cosa si intende per transizione ecologica? Secondo il network europeo Etres (Educational and Training Resources for Environment and Sustainability) che si occupa di diffondere lo sviluppo sostenibile e l’educazione ambientale attraverso iniziative rivolte ai cittadini, per transizione ecologica si intendono una serie di strategie basate su un’etica della responsabilità che hanno l’obiettivo di creare un futuro sostenibile mantenendo gli equilibri planetari associati al benessere dell’umanità. Un futuro sostenibile non solo dal punto di vista economico considerato che non si può più scindere il problema economico da quello sociale e ambientale (vedi i l’ex Ilva di Taranto, di cui abbiamo parlato oggi su Leasenews.it) è anche autoproduzione, economia circolare, crescita verde, attenuazione e adattamento per contrastare il cambiamento climatico. Un passo necessario quindi istituire un Ministero ad hoc per dare una svolta alla produzione industriale. L’emergenza ambientale, che è anche un fatto sociale, implica la necessità di affrontare questo tema sia dal punto di vista della domanda, espressa dal consumatore/cittadino, che da quello dell’offerta, rappresentato dall’azienda.

La transizione ecologica, quindi, può avvenire soltanto se, dal basso, i cittadini spingono con i loro comportamenti e le loro abitudini l’industria a cambiare e, dall’alto, avviene un cambiamento della produzione che deve essere in grado di convertirsi a una economia circolare, con lo scopo di trasformare gli scarti aziendali rendendoli prodotti sostenibili. Un cambio di verso profondo di tutti gli attori economici, senza utilizzare l'escamotage facile ma ingannevole del greenwashing. Insomma sostanza al posto della mera apparenza, quello che ci chiede l'Europa e di cui tutti noi, abitanti del Pianeta, soprattutto le giovani generazioni, vogliamo. E Roberto Cingolani per competenze e sensibilità è il ministro che può dare il giusto contributo al Paese verso questo cambiamento.