Macchina utensile, la produzione 2019 scende a 6,4 miliardi
Leasnews ha incontrato il D.G. di UCIMU, Alfredo Mariotti, nella sede dell’Associazione: "per il 2020 prevediamo un calo nella produzione generale intorno all’8%".
L'industria italiana della macchina utensile, automazione e robotica a fine 2019 (dati preconsuntivi elaborati dal Centro Studi UCIMU) ha registrato una flessione della produzione, scesa da 6,7 miliardi a 6,4 miliardi di euro. A prezzi correnti la riduzione è del -4,9%.
LN - La raccolta ordini è scesa a fine 2019, ma lo stipulato leasing di beni strumentali è sensibilmente cresciuto, sia in numero, sia in valore.
AM Il 2019 non è stato uno dei migliori nella storia del bene strumentale italiano. A fronte di un 2018 da record assoluto, il 2019, di fatto, rappresenta l’anno di inversione di tendenza, segnando un calo che dovrebbe proseguire anche 2020. L’indice degli ordini raccolti dai costruttori di macchine utensili, relativo al quarto trimestre del 2019, ha segnato un arretramento del 18% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A pesare su questo risultato sono state sia la debolezza del mercato interno, con l’incertezza alimentata dalla poca chiarezza legata ai provvedimenti di Industria 4.0, sia quella dei mercati esteri, complicati da una serie di circostanze non favorevoli.
LN - Cresce invece la penetrazione del leasing.
AM Ormai l’acquisto del 60% dei beni strumentali viene sostenuto dal leasing finanziario. Nel leasing operativo, ancora non particolarmente utilizzato in Italia, c’è stato un incremento del 3,5%.
LN - Come vede le prospettive dell’operativo?
AM Le nostre macchine sono macchine super customizzate, fatte su richiesta del cliente. Da sempre il made in Italy di settore è riconosciuto proprio per questa capacità di realizzare macchine speciali. Tale caratteristica rende complesso l’utilizzo del leasing operativo, specialmente per la difficile fungibilità del bene macchina da noi prodotto. Occorre però dire che vi sono alcune aziende che si stanno dedicando anche all’attività di revamping per ricollocare l’usato sul mercato e, in questo, Industria 4.0 può aiutare tantissimo, assicurando un’offerta di qualità all’utilizzatore.
LN - Come è iniziato il 2020?
Come è finito il 2019. Per il 2020 prevediamo un calo nella produzione generale intorno all’8%, ma confidiamo che man mano le aziende cominceranno a conoscere i nuovi provvedimenti Industria 4.0, ci sarà una ripresa del mercato che potrà concretizzarsi a partire dal secondo semestre dell’anno.
LM - Il cambiamento da Super e Iper ammortamento a Credito d’imposta crea alcune difficoltà?
AM - Si, anche soprattutto dal punto di vista della comprensione. Le aziende avevano appena imparato a conoscere super e iper ammortamento e ora si trovano nuovi strumenti. Il credito di imposta è decisamente più semplice nel suo utilizzo ma è importante che le aziende sappiano di queste nuove misure a loro disposizione. Occorre una campagna di comunicazione e informazione anche da parte delle autorità di governo chiara e immediata, un po’ come si fece con Industria 4.0 agli albori.
LN - Come avete reagito?
AM Bisogna continuare a insistere. Fondazione UCIMU ha organizzato il primo incontro per le imprese proprio per illustrare la nuova situazione. In quell’occasione, era fine gennaio, oltre 160 ospiti - in rappresentanza di tanti settori manifatturieri, non solo delle macchine utensili - hanno partecipato al convegno con l’obiettivo di conoscere dettagli e tecnicismi di questi nuovi provvedimenti. Lì abbiamo avuto la conferma che c’era smarrimento tra le aziende.
LN - Dunque serve maggiore conoscenza.
Si. E’ importante avere spazi in cui presentare il Credito d’imposta, per questo vedo con favore l’iniziativa di Lease2020 (il Salone del leasing finanziario, operativo e del noleggio a lungo termine, ndr), all’interno del quale ci sarà uno spazio apposito per spiegare alle imprese come utilizzare le nuove disposizioni.
LN - Ritiene il Credito d’imposta realmente orientato alle PMI?
La trasformazione da Super e Iper ammortamento in Credito d’imposta, se ben compresa, potrebbe favorire il finanziamento delle PMI, anche se rimango dell’idea che queste agevolazioni dovrebbero essere fatte per favorire le imprese virtuose. Ora si dice “l’abbiamo ampliata”, ma non vorrei che fosse utilizzata per permettere alle imprese di implementare il circolante.
LN - Quali altri limiti dello strumento vuole evidenziare?
AM - Ogni volta le autorità di governo mettono in campo strumenti di sostegno per le imprese con una cadenza annuale, e ogni anno in legge di bilancio ci troviamo a dover affrontare la scadenza del rinnovo della misura. Le aziende così hanno difficoltà a fare una programmazione credibile.