CSC:inizio 2025 con energia cara e rischio dazi. Tassi cauti

la prima Congiuntura Flash del CSC evidenzia un'economia che all'inizio dell'anno risente del caro energia e dell'incertezza sui dazi USA. La BCE sarà più prudente sui tassi.

CSC:inizio 2025 con energia cara e rischio dazi. Tassi cauti
 
 
Il 2025 si apre con prezzi dell’energia in aumento, che pesano su inflazione e costi delle imprese, e timori di dazi sull’export, già debole. Ma proseguiranno il calo dei tassi, che alleggerisce le condizioni finanziarie, e l’attuazione del PNNR, che non si può più rimandare. Per il 4° trimestre 2024, si stima che il PIL in Italia sia stato fiacco tra crescita modesta dei servizi e industria ancora in affanno.
 
Inflazione su in Europa. I prezzi al consumo dell’energia sono saliti di +0,1% annuo a dicembre da -6,1% a settembre, portando l’inflazione a +2,4%, da +1,7%, con la core invariata. In Italia, l’inflazione è stabile a +1,3%: la core frena (+1,6% da 1,8%), ma i prezzi dell’energia si riducono meno (-2,8%, da -5,5%).
 
Tassi: BCE più prudente. Dopo il taglio dei tassi a dicembre (a 3,00%), la BCE non sembra preoccupata per l’inflazione, ma i mercati ora si aspettano meno ribassi (-0,50% nell’anno, invece di -1,00%). In Italia il BTP sale poco (3,52% a gennaio), con spread sul Bund quasi invariato (+1,08). I tassi bancari sono in calo (4,53% a novembre per le imprese, da 5,48% a inizio 2024). Il credito è in recupero per le famiglie, con prestiti stabilizzati in termini annui (da -0,2% in ottobre), ma è in calo per le imprese (-3,7%).
 
Salgono i servizi. L’indice RTT (CSC-TeamSystem) segnala un rimbalzo del fatturato dei servizi a novembre e una crescita acquisita nel 4° trimestre. A dicembre, il PMI è risalito in area espansiva (50,7 da 49,2) e anche la fiducia delle imprese del settore è rimbalzata. Quella delle imprese turistiche è ai massimi, anche se la spesa di stranieri aveva segnato in ottobre il primo calo del 2024 (-5,9% annuo).
 
Industria: timide luci. La produzione a novembre (+0,3%) è salita sul mese, seguendo il recupero marginale di ottobre, e ora la variazione acquisita nel 4° trimestre è +0,1% (-0,5% nel 3°, 6 trimestri consecutivi in calo). Il modesto recupero è confermato dalla risalita a dicembre dell’HCOB PMI, ancora su valori recessivi (46,2 da 44,5). L’RTT industria invece indica un 4° trimestre in calo per il fatturato.
 
Investimenti in calo. A dicembre si rileva una moderata risalita della fiducia delle imprese (95,3, da 93,2). Cala invece la domanda, misurata dagli ordini di beni (saldo a -22,5, da -21,9), sia sul mercato interno che estero. Inoltre, le condizioni di investimento sono peggiorate nel 4° trimestre (-11,3 da -7,7; indagine Banca d’Italia). Nel complesso, il quadro per gli investimenti resta debole a fine 2024.
 
Consumi: correzione al ribasso. Continua a novembre la fase di calo delle vendite al dettaglio (-0,6% in volume), come in ottobre (-1,0% la variazione acquisita nel 4° trimestre); giù sia i beni alimentari che quelli non alimentari. Anche la fiducia delle famiglie, in flessione in tutti i mesi del trimestre, conferma la correzione dei consumi, dopo il balzo nel 3° per il parziale rientro del tasso di risparmio (9,2% da 10,0%).
 
Quasi fermo il mercato del lavoro. La crescita degli occupati si è quasi fermata a fine 2024: +0,1% a ottobre-novembre sul 3° trimestre (dopo +0,4%). Parallelamente, il forte calo di chi cerca lavoro (-6,6%) segnala una minore forza lavoro, che potrebbe limitare le prospettive di crescita occupazionale futura.
 
Export in calo. L’export italiano di beni resta debole nel 4° trimestre (-0,2% a ottobre-novembre sul 3°). Dinamica negativa nei mercati UE (-0,9%), incluse Germania e Francia. Timido aumento extra-UE (+0,6%): bene in UK e Turchia, male negli USA (-11,0% annuo a novembre) e Cina (-19,2%). Forte il calo per mezzi di trasporto (-17,3%) e tessile-abbigliamento-calzature (-9,0%). Le prospettive restano deboli, secondo gli ordini manifatturieri esteri in dicembre, anche per il commercio mondiale. Rilevanti rischi pongono i possibili dazi USA, seconda destinazione dell’export italiano con oltre il 22% dell’extra-UE.
 
Eurozona: dinamiche eterogenee. A novembre l’industria europea mostra un’ampia eterogeneità: la Germania rialza la testa nella produzione (+1,3%) e la Francia registra una tenue variazione positiva (+0,2%), ma in entrambi i paesi l’acquisito nel 4° trimestre resta negativo; viceversa, la Spagna è in calo (-1,5%), ma grazie al balzo di ottobre resta in territorio positivo in termini trimestrali. L’andamento del clima di fiducia e delle aspettative sull’occupazione nell’Eurozona a dicembre non sono incoraggianti.
 
USA: male l’industria, bene i consumi. La produzione industriale a novembre resta in calo (-0,1%), per il terzo mese, delineando un 4° trimestre negativo (-0,7% acquisito, -0,1% nel 3°). Gli indicatori segnalano ulteriore debolezza a dicembre: l’indice di Chicago prosegue il crollo (36,9, da 40,2), l’ISM (49,3) e il PMI manifatturiero (49,4) rimangono recessivi. Buona invece la dinamica degli occupati (+256 mila unità a dicembre), che continua ad alimentare i consumi USA (+0,4% le vendite al dettaglio a dicembre).
 
Cina: boom dell’export. Le esportazioni cinesi accelerano a dicembre (+10,7% annuo, da +6,7%). Anche l’import cresce (+1,0%), alleviando le preoccupazioni sul lato della domanda, sebbene restino le fragilità legate ai consumi domestici. Il surplus commerciale della Cina ha raggiunto 104,8 miliardi di dollari il mese scorso (992 totali nel 2024); quello con gli USA è aumentato a 33,5 miliardi (da 29,8): a tale risultato concorre il timore delle imprese cinesi di maggiori barriere commerciali nei prossimi mesi...Continua a leggere sul sito di Confindustria