Audizione MiMIT sulla filiera automotive

In Audizione Urso ha trattato tra gli atri il tema dell’aumento della produzione dei veicoli in Italia, del piano degli incentivi per aumentare la domanda e delle modifiche apportate al Regolamento Euro 7.

Audizione MiMIT sulla filiera automotive

L'audizione del Ministro è iniziata con la considerazione che la componentistica automotive in Italia è composta da circa 1200 imprese che danno occupazione a circa 167 mila addetti. Se si allarga lo sguardo alla filiera allargata le aziende sono oltre 5.500 con 273 mila addetti diretti nelle attività produttive e 1 milione di indiretti. Genera circa 90 miliardi di fatturato pari al circa il 9,9% e con una incidenza sul PIL del 5,2%. 3 imprese su 4 hanno nel loro portafoglio clienti Stellantis, ma negli anni è cresciuto il grado di integrazione con le filiere europee. Più nel dettaglio:

  • Componentistica – Sono tre i fattori di rischio della componentistica:
  • Andamento produttivo della componentistica è influenzato dalla produzione di veicoli a livello nazionale e europeo.
  • Le sfide imposte dalla decarbonizzazione e l’incertezza del grado regolatorio europeo;
  • Le strategie del principale produttore italiano e l’ingresso di nuovi competitor.
  • Immatricolazioni – Hanno raggiunto un picco di 2,2 milioni nel 2017 per poi diminuire gradualmente raggiungendo quota 1 milione e mezzo nel 2022. La dinamica positiva del 2023 (+19%) non consente di recuperare i livelli pre-pandemici. Le immatricolazioni si sono ridotte di quasi un quinto rispetto al 2019. Nei prossimi anni il mercato dell’auto in Italia si stabilizzerà intorno a un milione e mezzo di immatricolazioni.
  • Transizione ecologica – La componentistica italiana è focalizzata per il 70% nella fabbricazione di veicoli a combustione interna. La strada della totale elettrificazione dei veicoli leggeri comporta un restringimento del campo dell’attività economica perché l’elettrico comporta una diminuzione dei componenti necessari all’assemblaggio dei mezzi. Il principale componente dei mezzi elettrici è la batteria, la cui catena del valore è per l’80% di dominio asiatico. Nei prossimi 5 anni si ridefinirà la filiera automotive nell’Europa e nel mondo.
  • Regolamento Euro 7 – La prima proposta del regolamento avrebbe comportato rischi per il nostro sistema produttive. L’AD di Stellantis stesso aveva sollevato questo problema, ritenendolo discriminante per la sopravvivenza della produzione automobilistico europea. Il Governo si è mosso per far passare il principio di neutralità tecnologica indispensabile per concentrarci sull’obiettivo della decarbonizzazione piuttosto che sulle modalità per raggiungerlo. Il Governo ha fatto fronte comune con altri paesi per modificare il regolamento e renderlo sostenibile.
  • Produzione in Italia – Nel 2000 l’Italia era il quinto paese europeo e il nono al mondo per produzione di auto. Nel 2022 è sceso all’ottavo posto e al 20esimo posto nel mondo. Dopo il 2017 c’è stata una lenta discesa: la produzione è passata da circa 796 mila autovetture nel 2018 arrivando a circa 350 mila vetture in meno nel 2022, il 30% in meno. La produzione di Stellantis ha visto una media di 930 mila unità negli anni pre-pandemia, riducendosi a 730 mila unità nel post-pandemia (sia di vetture che veicoli commerciali). La dinamica negativa ha riguardato principalmente la produzione di autoveicoli.
  • Competitor – La transizione green ha comportato la comparsa di competitor sui veicoli elettrificati sia americani che cinesi. Sul mercato di veicoli elettrici, il lancio di nuovi brand cinesi ha rappresentato il 50% dei nuovi modelli immessi nel mercato. Ha ricordato come Draghi, ieri, abbia parlato di innalzamento dei dazi doganali dell’Unione Europea.
  • Politica industriale europea e investimenti – Per affrontare le sfide della transizione produttiva, è necessario mettere in campo un piano coordinato di investimenti pubblici e privati e una politica europea industriale e commerciale capace di sostenere la competitività delle imprese europee e di tutelarle dalla concorrenza spesso sleale. Gli investimenti devono essere capaci di consolidare e ampliare l’innovazione sulle tecnologie chiave per lo sviluppo dell’auto.
  • Filiera italiana – La tutela della componentistica richiede volumi produttivi in Italia pari ad almeno 1 milione di vetture e circa 300 mila veicoli commerciali leggeri. Per questo è fondamentale raggiungere un’intesa con Stellantis puntando a consolidare la loro rete di fornitura nazionale e far sì che il gruppo non sposti la produzione all’estero.
  • Produttori – Le sfide globali impongono ai produttori politiche di efficientamento e riduzione dei costi, per questo è necessario che si investa in innovazione. È stato sottoscritto un accordo con ANFIA per creare le condizioni per un efficiente impiego del Fondo Automotive e in particolare alla destinazione dei fondi a sostegno dei progetti di riconversione per le imprese della componentistica.
  • Tavolo Automotive e Tavolo Stellantis – Il tavolo automotive è stato avviato dall’inizio della legislatura mentre il tavolo Stellantis è stato avviato a dicembre, con 5 sottotavoli. Fino a marzo ci saranno altre riunioni per raggiungere ad un protocollo di intesa per raggiungere la produzione di 1 milione di veicoli entro il 2030.
  • Attrazione di investimenti (Offerta) – Stellantis non può raggiungere da sola l’obiettivo. Solo in Italia esiste un unico produttore di auto, è un unicum. In Germania sono 6, in Francia 4, in Spagna 7 produttori. In Italia è necessario rafforzare la produzione e per fare ciò è necessario creare le condizioni per attrarre nuovi investimenti per avere almeno un’altra casa automobilistica che rafforzi l’indotto. In quel modo si potrà raggiungere l’obiettivo di 1 milione di veicoli prodotti. L’ecosistema nazionale è favorevole, la componentistica italiana è un’eccellenza, l’Italia è il posto ideale dove investire. Il dialogo si sta avviando con case automobilistiche che al momento non producono in Europa ma guardano con interesse al nostro mercato. Hanno avviato interlocuzioni con produttori orientali e occidentali (ad esempio Tesla).
  • Ecobonus (Domanda) – A sostegno della domanda hanno rinnovato l’ecobonus mettendo a disposizione 950 milioni, con attenzione agli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale. Il Governo ha raddoppiato i contributi per l’elettrico e l’ibrido. Per accelerare lo svecchiamento del parco auto e per andare incontro alle classi meno abbienti, è stato introdotto un principio di proporzionalità del contributo rispetto all’età dell’auto rottamata: più è vecchia e inquinante, più è alto il contributo per rottamarlo. Prevista anche una maggiorazione dei contributi per chi ha un ISEE inferiore a 30 mila euro. È stato introdotto in via sperimentale anche un noleggio a lungo termine. Nel piano incentivi auto è prevista altresì una misura specifica anche per i possessori di taxi e NCC, che incentiva ad avere un’auto elettrica o ibrida anche in ottica di aumentare le licenze.

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