Banca d'Italia: la riserva di capitale nel rischio sistemico

In Italia l’economia reale è dipendente dai finanziamenti bancari; bisogna quindi continuare a rafforzare ex ante la resilienza del sistema bancario, per sostenere famiglie e imprese al verificarsi di shock avversi.

Banca d'Italia: la riserva di capitale nel rischio sistemico

La Banca d’Italia intende fissare per tutte le banche e i gruppi bancari autorizzati in Italia una riserva di capitale a fronte del rischio sistemico (systemic risk buffer, SyRB) pari all’1,0 per cento delle esposizioni domestiche ponderate per il rischio di credito e di controparte. Il tasso obiettivo dell’1,0 per cento sarebbe raggiunto gradualmente: le banche sarebbero chiamate a costituire una riserva pari allo 0,5 per cento delle esposizioni rilevanti entro il 31 dicembre 2024, mentre il rimanente 0,5 per cento dovrebbe essere costituito entro il 30 giugno 20251 . Il riquadro che segue illustra le motivazioni alla base dell’introduzione della riserva. L’appendice presenta i riferimenti per la calibrazione del suo livello e l’analisi degli effetti attesi per la resilienza del sistema bancario e dell’economia italiana. Una riserva di capitale a fronte del rischio sistemico in Italia La continua evoluzione del contesto economico di riferimento rende difficile individuare con precisione e in maniera precoce l’emergere di vulnerabilità e rischi di natura sistemica. Eventi avversi imprevedibili come epidemie e guerre, seppur originati all’esterno del sistema finanziario, possono avere gravi ripercussioni su di esso. A fronte di questi shock è fondamentale che il sistema bancario rimanga nel complesso ben capitalizzato e mantenga un’adeguata offerta di credito alle famiglie e alle imprese, così da prevenire effetti prociclici ed evitare un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche. La crisi dovuta al Covid-19 e lo shock energetico seguito al conflitto in Ucraina hanno mostrato che può essere inopportuno attendere un surriscaldamento dell’economia per dotarsi di una riserva di capitale macroprudenziale. In risposta a questi eventi i paesi europei che si erano dotati di tali riserve hanno potuto rilasciarle, contribuendo ad attenuarne le ripercussioni sull’offerta di credito alle famiglie e alle imprese, e in generale sull’economia. Questo intervento non è stato invece possibile per i paesi, tra cui l’Italia, che non avevano accumulato riserve macroprudenziali. A settembre del 2022 lo European Systemic Risk Board (ESRB) ha pubblicato un warning in cui – nel segnalare l’acuirsi delle vulnerabilità per il sistema finanziario europeo – ha sottolineato come un aumento delle riserve macroprudenziali rafforzerebbe la resilienza del sistema e permetterebbe alle autorità di avere riserve rilasciabili all’occorrenza2 . Le linee guida del Comitato di Basilea (BCBS) prevedono l’attivazione della riserva di capitale anticiclica (countercyclical capital buffer, CCyB) durante fasi cicliche espansive. Di recente il BCBS si è espresso a favore dell’attivazione del CCyB o di altri strumenti macroprudenziali, se disponibili, anche in fasi cicliche non espansive, senza cioè attendere il surriscaldamento del ciclo reale o finanziario3 . Anche la Banca centrale europea (BCE) si è espressa in tal senso4 ...continua a leggere il documento sul sito di Banca d'Italia