Audizione PNRR del Ministro Franco

Conclusa, presso le Commissioni riunite Bilancio, Finanze e Politiche UE di Camera e Senato, l'audizione del Ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco, sull'esame della proposta di PNRR.

Audizione PNRR del Ministro Franco

Il Ministro, nel corso dell'audizione, ha sottolineato che il Governo sta considerando la costituzione di una struttura centrale di coordinamento del PNRR presso il MEF a presidio dell’attuazione del Piano. Ha inoltre preannunciato che il Governo metterà a disposizione del Parlamento le bozze delle note tecniche degli interventi previsti nel PNRR al fine di un esame completo da parte del Parlamento.

Di seguito i principali punti emersi nel corso dell’audizione.

  • Next Generation EU – Next Generation EU è un passaggio storico nel processo di integrazione europea ed è volto a ridisegnare l’assetto dell’UE nei prossimi anni. Circa il 90% dei 750 miliardi del NGEU saranno distribuiti attraverso il Dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza. Per accedere alle risorse, ciascun paese deve predisporre un Piano con i progetti di investimenti e riforma da attuare nei seguenti settori di intervento: transizione verde, trasformazione digitale, occupazione e crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, coesione sociale e territoriale, salute e resilienza, politiche per la prossima generazione (comprese quelle per l’istruzione). Il 37% della dotazione di ciascun piano dovrà essere destinato alla transizione verde e almeno il 20% alla trasformazione digitale. Il regolamento definitivo approvato dal PE il 10 febbraio scorso prevede che i paesi devono presentare i Piani entro il 30 aprile 2021. La Commissione poi valuterà i piani nelle successive otto settimane. Acquisita l’approvazione della CE, il Consiglio avrà quattro settimane per fornire la decisione finale. Le risorse saranno disponibili alla fine dell’estate. I paesi potranno ottenere prefinanziamenti per un valore pari al 13% dei progetti del Piano.
  • Le etereogenità presenti nel Paese – L’Italia ha un cronico problema di crescita da ormai due decenni. Il paese soffre di forti eterogeneità (territoriale, generazionale e di genere). Nelle regioni del Sud vive 1/3 della popolazione ma si produce 1/4 del PIL. Il Pil pro capire è pari al 55% di quello medio delle regioni del centro nord. La seconda dimensione delle disparità riguarda i giovani: il tasso di disoccupazione di chi ha meno di 30 anni è quasi tre volte maggiore rispetto a quello dei lavoratori più anziani e la quota di NEET è la più elevata dell’UE. La terza dimensione è la disparità di genere: il tasso di occupazione femminile nella fascia 15-64 è pari al 50%, di diciotto punti inferiore a quella degli uomini.
  • Sulla necessità di rafforzare la capacità di spesa – I piani si muovono lungo le direttrici strategiche indicate dalla CE: digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Il Piano dovrà definire le specifiche modalità operative di ciascun intervento. Per l’Italia questo implica un cambio di passo nel modo di impiegare le risorse messe a disposizione dall’UE. Con riferimento all’ultimo ciclo di programmazione comunitaria, si ricorda che i fondi europei consentono di attivare interventi per 73 miliardi e che a fine 2020 sono state impegnate risorse per solo 50 mld e spesi soltanto 34 mld.
  • Trasmissione note tecniche al Parlamento – Il PNRR richiede uno sforzo corale delle diverse istituzioni coinvolte. Preannuncia che il Governo metterà a disposizione delle Commissioni le bozze delle note tecniche sulle misure da finanziare nell’ambito del PNRR al fine di un esame completo da parte del Parlamento. Si tratta delle note tecniche analitiche sottostanti il Piano del 12 gennaio, redatte in inglese per l’esame da parte della CE. I ministri sono attualmente al lavoro per integrare e sviluppare tali schede.
  • Risorse del PNRR – Il dispositivo prevede fondi a disposizione per l’Italia per gli anni 2021-2026 per circa 196 miliardi, 69 dei quali sotto forma di trasferimenti e 127 di prestiti. Tenendo conto dei dati finanziari più aggiornati (RNL del 2019), la stima dell’entità delle risorse a disposizione del Paese è di circa 191,5 mld. Queste cifre sono oggetto di ulteriori margini di variabilità: tolto il 70% delle risorse i cui criteri di distribuzione sono già noti, la distribuzione del restante 30% sarà definita nel giugno del 2022 sulla base dell’andamento del PIL nei paesi dell’UE nel biennio 2020-2021.
  • Articolazione del Piano – L’orientamento del Governo è di confermare le sei missioni del programma. E’ tuttavia necessario rafforzare alcune parti del Piano esistente: va predisposto un capitolo che definisca la governance; va tarato il valore dei progetti sulle risorse effettivamente disponibili; alcuni progetti vanno completati. Il Piano contiene già importanti progetti: la transizione 4.0, la connessione veloce, gli investimenti nel TPL, i programmi di risanamento degli edifici scolastici, interventi di efficientamento energetico, interventi di contrasto al dissesto idrogeologico, Alta velocità, piano Asili nido, Scuole 4.0, rigenerazione urbana e housing sociali, ammodernamento parco tecnologico e digitale ospedaliero. Queste iniziative costituiscono una solida base di partenza. Complessivamente i progetti in essere ammontano a circa 65 mld. Nelle prossime settimane, sarà necessario riflettere sul rapporto tra progetti a legislazione vigente e nuovi progetti e vedere se la distribuzione tra i due canali di intervento debba restare quella indicata o possa essere soggetta a cambiamenti. All’interno delle risorse del Piano, è stata inserita anche una quota di risorse del Fondo sviluppo e coesione di circa 20 mld per progetti non ancora definiti, a cui si aggiunge 1 mld riferito al Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie. Le risorse del Fondo sviluppo e coesione sono dedicate a progetti nuovi, addizionali e complementari.
  • Elementi strategici del PNRR – Gli elementi strategici su cui puntare, come già indicati dal Presidente Draghi, saranno la produzione di energia da fonte rinnovabili, l’abbattimento dell’inquinamento dell’aria e delle acque, le reti ferroviarie veloci, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzatone, la banda larga e le reti di comunicazioni.
  • I tre capisaldi del PNRR – La digitalizzazione e l’innovazione dei processi rappresenta un fattore determinante per la trasformazione del Paese e deve caratterizzare ogni aspetto del Paese, dalla giustizia, alla PA, al sistema sanitario. A questa transizione va dedicato almeno il 20% delle risorse del Piano. La transizione ecologica, come indicato dall’Agenda 2030 dell’ONU e dai nuovi obiettivi europei per il 030 (abbattimento dell’emissione del gas serra nel 2030 del 55% rispetto ai livelli del 1990), avrà enormi implicazione per il sistema produttivo. A questa transizione va dedicato almeno il 30% delle risorse del Piano. L’inclusione sociale significa colmare i divari di natura sociale ed economica tra le aree del paese. La loro riduzione risponde ad obiettivi di equità e coesione territoriale.
  • Piano di azione del Governo – Bisogna assicurarsi che i progetti di riforma e investimento siano effettivamente completati entro i tempi previsti dal Piano. A tal fine, il Governo è impegnato su due fronti. Dal punto di vista organizzativo, per garantire la finalizzazione del lavoro, il Governo ha incardinato la governance del PNRR presso il MEF, che si coordina con le amministrazione di settore cui competono le scelte sui singoli progetti, e il compito di indirizzo sulle proposte di riforma. La responsabilità primaria sui progetti e sugli investimenti rimane dei singoli ministeri, che devono lavorare congiuntamente laddove la trasversalità degli obiettivi lo richieda, e con il coordinamento del MEF. Insieme al MEF sono coinvolti il Ministero per la transizione digitale per tutti i progetti che riguardano la digitalizzazione, il Ministero per la transizione ecologica per quelli relativi alla politica energetica e impattanti sull’ambiente e il Ministero del Sud per assicurare la coerenza del Piano con l’obiettivo di riduzione dei divari territoriali.
  • Sulla capacità amministrativa – Nella fase di progettazione dei progetti di investimento bisogna essere consapevoli che è necessario avere una grande capacità di valutazione ex ante dei progetti e ex post dei risultati. Questo richiede il rafforzamento delle strutture tecniche preposte.
  • Sulle caratteristiche dei progetti – I progetti devono essere contraddisti da tre caratteristiche: la realizzabilità, l’accountability, la monitorabilità. Per ogni intervento il piano deve indicare la struttura di governo responsabile, gli organi responsabili della loro realizzazione e le modalità di coordinamento delle diverse autorità coinvolte.
  • Tempistiche di spesa dei progetti – I paesi dovranno impegnare i fondi ricevuti entro il 2023. Il 70% delle risorse va impegnato già entro il 2022 e gli interventi conclusi entro il 2026.
  • Il modello di governance – Il modello di governance si basa su due livelli. Da un lato il Governo sta considerando la costituzione di una struttura centrale di coordinamento del PNRR presso il MEF a presidio e supervisione dell’attuazione del Piano. Questa struttura si occuperà di:
    • supporto della gestione del monitoraggio degli interventi;
    • gestione dei flussi finanziari con l’UE;
    • rendicontazione degli avanzamenti del PNRR alla Commissione Europea;
    • controllo della regolarità della spesa e della valutazione dell’impatto;
    • Questa struttura sarà affiancata da un’unità di audit indipendente.

Dall’altro lato, a livello di ciascun Ministero si considera la creazione di presidi di monitoraggio e controllo sull’attuazione delle misure di rispettiva competenza, con il compito di interagire con i soggetti attuatori pubblici e privati. Queste si interfacceranno con la struttura centrale del MEF che aggregherà i dati ai fini della rendicontazione al Governo, anche per le eventuali azioni correttive da assumere. Va prevista la possibilità di assicurare un supporto tecnico specialistico alle amministrazioni che dovranno realizzare gli interventi anche a livello locale.

  • Coinvolgimento del Parlamento – Partendo dalla bozza di Piano disponibile, insieme ai Ministeri, il Governo sta analizzando i contenuti del Piano, verificando gli interventi e le strategie delle riforme. La attività sarà accompagnata dal confronto con il Parlamento e con le istituzioni. Si ricorda che il Presidente Draghi ha rilevato che gli orientamenti del Parlamento saranno di importanza fondamentale nella preparazione della versione finale.
  • Visione unitaria della politica economica – Il PNRR non è l’unico strumento di politica economica ma si affianca alla normale programmazione comunitaria sottolineando che il QFP 2021-2027 prevede interventi per 1.074 mld. Inoltre, la legge di bilancio 2021 assegna al Fondo di sviluppo e coesione per il periodo 2021-2027 una dotazione finanziaria di 50 mld, cui si aggiungeranno 23 mld con la legge di bilancio del 2022, come previsto nella NADEF. Altri interventi infrastrutturali potranno essere realizzati avvalendosi dei Fondi di durata quindicennale introdotti con la legge di bilancio 2017 (l’ultima legge di bilancio prevede interventi per investimenti per 50 mld per il periodo 2021-2036). E’ quindi necessario avere una visione unitaria e scegliere nel tempo gli strumenti più adatti per conseguire i vari obiettivi.
  • Necessità delle riforme – La riforme fondamentali sono quella della PA e della giustizia. Una terza area di riforma riguarda interventi di semplificazione normativa trasversali.