Anfia: mercato auto chiude 2021 a -1,5mln immatricolazioni
Anfia: il mercato auto chiude il 2021 con una riduzione di un milione e mezzo di immatricolazioni. Dicembre chiude a -27,5%, sesto calo mensile a doppia cifra pesano la mancanza dei chip che ritarda consegna dei veicoli.
Inspiegabilmente, la Legge di Bilancio 2022 approvata lo scorso 30 dicembre non prevede alcuna misura pluriennale di incentivazione all’acquisto di autovetture a zero e a bassissime emissioni né altre misure a supporto della graduale ripresa del comparto e, soprattutto, della transizione ecologica ed energetica che sta affrontando. ANFIA continuerà l'interlocuzione con le istituzioni per attivare con urgenza un piano strutturale di accompagnamento alla transizione che comprenda incentivi triennali per le auto elettrificate e i veicoli commerciali leggeri, insieme a strumenti di politica industriale che aiutino le aziende.
Secondo i dati pubblicati oggi dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, a dicembre 2021 il mercato italiano dell’auto totalizza 86.679 immatricolazioni (-27,5%) contro le 119.620 unità registrate a dicembre 2020. I volumi immatricolati nell’intero 2021 ammontano, così, a 1.457.952 unità, il 5,5% in più rispetto ai volumi del periodo gennaio-dicembre 2020. Rispetto al 2019, il periodo gennaio-dicembre 2021 risulta in calo del 23,9%. “A dicembre il mercato auto registra, per il sesto mese consecutivo, un pesante calo a doppia cifra (-27,5%), nonostante un giorno lavorativo in più a dicembre 2021 rispetto a dicembre 2020 (22 giorni contro 21) — dichiara Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA. Il 2021 — un anno indiscutibilmente difficile per il mercato dell’auto, apertosi in piena pandemia e ostacolato dai problemi di approvvigionamento e rincari delle materie prime, a cui si è affiancata una preoccupante crisi della logistica e, in tempi più recenti, un’impennata dei costi dell'energia — si chiude, così, con poco meno di 1,5 milioni di unità immatricolate, in recupero rispetto al 2020 (+5,5%), ma ancora molto lontano dai livelli pre-covid del 2019 (-23,9%). Riguardo alle prospettive 2022 per le materie prime, se per l’acciaio la situazione è probabilmente destinata a migliorare nel corso dei prossimi mesi, per i microchip occorrerà attendere almeno fino al 2023 e anche sul fronte della logistica non vedremo così rapidamente un ritorno alla normalità...