ANFIA: Focus trade Automotive novembre 2022
L'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, attraverso il rapporto mensile sull’andamento del trade di autoveicoli e componenti, analizza la crescita del 2022 (+4,0%) per l'import dei nuovi autoveicoli.
Nei primi undici mesi del 2022, l’import di autoveicoli nuovi in valore verso l’Italia risulta in crescita (+4,0% rispetto al cumulato del 2021), nonostante il marcato calo nel comparto dei veicoli industriali, che registrano una flessione del 25,8%. Il comparto delle autovetture, mostra invece un segno positivo (+9,5%). L’export in valore risulta in aumento rispetto a quello del periodo gennaio-novembre 2021, +10,0%, grazie soprattutto alle autovetture esportate (+13,1%); anche il valore dei veicoli industriali è in aumento, ma in lieve misura (+2,0%). Il saldo è negativo (oltre gli 8,6 miliardi di euro) per le autovetture, ma positivo per i veicoli industriali (+1,7 miliardi di euro).
Mentre l’import di autoveicoli ha origine quasi totalmente da paesi europei (il 91,5% del valore totale importato), l’export con destinazione Europa rappresenta, nel cumulato del 2022, il 60,8% del totale. Gli Stati Uniti rimangono il primo mercato di destinazione extra europeo (18,5%), seguiti da Cina (5,7%) e Giappone (4,0%).
Per quanto riguarda il comparto della componentistica, nel periodo analizzato, crescono sia l’import che l’export (rispettivamente +14,2% e +6,4%), con un saldo positivo di 5,5 miliardi di euro (era di 4,72 miliardi nel periodo gennaio-novembre 2021). L’Europa rappresenta il 75,5% del valore dell’import ed il 77,2% del valore dell’export. Al di fuori del continente europeo, la prima macroarea di origine è l’Asia, da cui l’Italia importa il 17,8% di parti e componenti (in valore), mentre la prima macroarea di destinazione dell’export è il Nord America: 10,4% del totale.
Autoveicoli nuovi e componenti, insieme, generano, da inizio anno, importazioni pari al 6,1% dell’import totale dell’industria (7,8% se considerata al netto dell’energia) ed il 6,1%
dell’export (6,4% al netto dell’energia).