Covid-19, UE: attivato il comitato di coordinamento crisi

Costituita anche una squadra di pronto intervento, con funzioni di coordinamento a livello politico, composta dai commissari responsabili per le politiche maggiormente interessate. Le prospettive macroeconomiche.

Covid-19, UE: attivato il comitato di coordinamento crisi

Il ruolo della Commissione è principalmente quello di aiutare gli Stati membri ad affrontare la crisi, formulando raccomandazioni su una linea d'azione comune.

La Commissione vuole evitare che gli Stati membri adottino misure non coordinate o addirittura contraddittorie che, in ultima analisi, compromettano gli sforzi comuni per combattere l'insorgere del virus. Il coordinamento e le raccomandazioni sono pertanto necessari nei settori della sanità pubblica, ma anche dei trasporti, dei controlli alle frontiere, dei mercati interni e del commercio.

Il meccanismo di coordinamento delle crisi ARGUS della Commissione è stato attivato e il comitato di coordinamento di crisi si riunisce regolarmente per creare sinergie tra gli interventi di tutti i servizi competenti della Commissione e delle agenzie dell'UE. È presieduto dal commissario Janez Lenarčič nel suo ruolo di coordinatore europeo per la risposta alle emergenze.

La Commissione ha inoltre istituito una squadra di pronto intervento con funzioni di coordinamento a livello politico, composta dai commissari responsabili per le politiche maggiormente interessate: Presidente Ursula von der Leyen, La Vicepresidente esecutiva Marghrete Vestager è responsabile di un'Europa pronta per l'era digitale, Il commissario Paolo Gentiloni è responsabile degli aspetti macroeconomici, Il commissario Thierry Breton è responsabile del mercato interno, La commissaria Stella Kyriakides è responsabile di tutti gli aspetti sanitari, il Commissario Janez Lenarcic è responsabile della gestione della crisi, La commissaria Yvla Johansson è responsabile delle questioni relative alle frontiere, La commissaria Adina Valean è responsabile della mobilità.

Le prospettive macroeconomiche

Sebbene la nostra prima preoccupazione riguardi la salute dei nostri cittadini, la Commissione sta monitorando attivamente anche le ripercussioni economiche del coronavirus negli Stati membri e nel resto del mondo. Le previsioni economiche d'inverno della Commissione, presentate il 13 febbraio 2020, hanno già individuato nel COVID-19 un nuovo rischio di evoluzione negativa per l'economia europea. La notevole incertezza in questa fase rende molto difficile prevedere l'impatto del virus sull'Europa. È tuttavia evidente che, con la massiccia diffusione del virus al di fuori della Cina, l'impatto negativo sull'economia europea sarà forte. Confidiamo che le competenze e la professionalità dei sistemi europei di protezione della salute e della protezione civile e il nostro coordinamento globale degli sforzi nazionali serviranno a ridurre al minimo l'epidemia in Europa e che una risposta basata su una politica economica coordinata possa mitigarne l'impatto economico.

La Commissione dispone di unità che seguono da vicino gli sviluppi nel settore manifatturiero, del commercio, del turismo e dei mercati mondiali e gli effetti dell'epidemia di COVID-19 sull'economia nel suo complesso.

Il vicepresidente esecutivo Dombrovskis e il commissario Gentiloni sono in contatto diretto con le autorità italiane in merito alle decisioni di bilancio adottate dall'Italia in relazione al COVID-19.

 

La Commissione ha preparato le seguenti misure per sostenere i paesi dell'UE nei loro sforzi per:

  • garantire che gli aiuti di Stato vadano alle imprese che ne hanno bisogno
  • sfruttare al meglio la flessibilità prevista dal patto di stabilità e crescita.
 

 

Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus

I beneficiari dell'iniziativa di investimento in risposta al coronavirus saranno:

  • i sistemi sanitari
  • le PMI
  • i mercati del lavoro
  • altre parti vulnerabili delle nostre economie.

Al fine di destinare in tempi rapidi 25 miliardi di euro di investimenti pubblici europei per far fronte alle ricadute della crisi determinata dal coronavirus, la Commissione proporrà di rinunciare quest'anno all'obbligo di chiedere il rimborso dei prefinanziamenti a titolo dei fondi strutturali e di investimento europei che non sono stati spesi e che sono detenuti dagli Stati membri.

Gli Stati membri dovranno utilizzare questi importi per accelerare gli investimenti a titolo dei fondi strutturali. Li useranno per coprire il cofinanziamento nazionale che di norma sono tenuti ad assicurare per poter ricevere le tranche successive delle rispettive dotazioni a titolo dei fondi strutturali. Alla luce dei tassi medi di cofinanziamento negli Stati membri, questi 7,5 miliardi di euro saranno in grado di innescare lo sblocco e l'utilizzo di circa 17,5 – 18 miliardi di euro di finanziamenti strutturali in tutta l'UE.

Questa proposta può essere attuata con una modifica del regolamento recante disposizioni comuni sui fondi strutturali. La Commissione presenterà la proposta al Consiglio e al Parlamento questa settimana e poi sarà eventualmente necessario adeguare i programmi operativi nazionali per convogliare i finanziamenti verso le misure a breve termine per l’occupazione, il settore sanitario, le misure per il mercato del lavoro e i settori particolarmente colpiti dalla crisi.

Trasporti

Aggiornamento sull'impatto sui trasporti, anche in relazione ai controlli alle frontiere sulla base dell'acquis di Schengen.

Trasporto aereo

L'Associazione internazionale del trasporto aereo (IATA) ha pubblicato online la sua valutazione impatto economico 

Trasporto marittimo

Secondo le stime della Camera internazionale della marina mercantile, l'agenzia marittima che rappresenta l'80% della flotta mercantile mondiale, ogni settimana il virus costa 350 milioni di dollari di entrate perse. Oltre 350 000 container sono stati ritirati dal commercio mondiale. Le catene di approvvigionamento globali continuano a subire danni e la messa in quarantena delle navi nei porti causa problemi.

Gli scali in Cina sono diminuiti di più del 30% dall'inizio del 2020 e il flusso totale nei porti cinesi è diminuito di oltre il 20% nelle ultime settimane (questa ultima percentuale si basa sui dati dell'agenzia di ricerca Alfaliner, l'organizzazione che controlla il trasporto di container). Complessivamente, le traversate di navi portacontainer provenienti dalla Cina sono calate del 49% nelle ultime quattro settimane.

Rotterdam e Amburgo sono stati i porti più colpiti in Europa per quanto riguarda i container provenienti dall'Asia. Si è calcolato che nel primo trimestre del 2020 il traffico globale è diminuito dello 0,7%, ma le conseguenze potrebbero essere molto più gravi per determinati porti, a seconda della durata della crisi. Una stima per il porto di Rotterdam indica una riduzione annuale dell'1%, pari a 150 000 container.

Attualmente i porti della navigazione interna non hanno ancora segnalato un calo degli scambi. Tuttavia, nei prossimi mesi si può prevedere un effetto analogo anche in questi porti, dato che il traffico con l'entroterra diminuirà. Anche la riduzione del numero di treni provenienti dalla Cina inizierà a farsi sentire.

La prevista riduzione del 20-25% della produzione mondiale di trasporto marittimo avrà un impatto significativo sul settore dei terminal portuali. Mentre il settore del trasporto marittimo è in grado, in una certa misura, di ridurre i costi fermando le navi ed evitando così i costi del combustibile e dei terminal, la base di costo dei terminal portuali è molto meno flessibile a breve termine. La principale voce dei costi operativi di un terminal è di solito la forza lavoro, di cui solo costi minori possono essere attenuati (ore di lavoro straordinario, ecc.).

Inoltre, tutti i porti e i terminal si troveranno ad affrontare l'accumulazione di container vuoti, con la conseguente congestione degli impianti, mentre al tempo stesso le compagnie marittime e i clienti chiederanno di rinunciare ai diritti di magazzinaggio per cause di forza maggiore dovute al virus.

 

Turismo

Il turismo è il terzo settore per importanza dell'economia dell'UE. Genera il 10,3% del PIL e dà lavoro a 27 milioni di persone (l'11,7% di tutti i posti di lavoro nell'UE). Dopo gli Stati Uniti e la Russia, la Cina è al terzo posto per numero di visitatori internazionali nell'UE. Il segmento dei turisti cinesi è in forte crescita, con 2,8 milioni di domande di visto Schengen nel 2018, pari a un aumento dell'11,3% rispetto al 2017. 

A seguito dell'epidemia di COVID-19, il settore turistico dell'UE si trova ad affrontare:

  • La perdita di una percentuale elevata di viaggiatori cinesi a partire da fine gennaio. Quasi tutti i vettori europei hanno sospeso i voli verso la Cina fino alla fine di marzo e la maggior parte delle prenotazioni cinesi in Europa è stata cancellata. Il probabile impatto sull'industria del turismo dell'UE da gennaio a fine aprile 2020 è una possibile perdita di circa 400 000 viaggiatori cinesi e 2 milioni di pernottamenti (stime preliminari)
  • La perdita di altri gruppi considerevoli di viaggiatori internazionali che sono stati colpiti dall'epidemia nel loro paese (Giappone, Corea del Sud) o che hanno annullato il viaggio a causa dell'aumento di casi in Europa (Stati Uniti, Canada, ecc.)
  • Le cancellazioni e il calo delle prenotazioni di cittadini europei all'interno dell'UE (i turisti provenienti da altri paesi dell'UE rappresentano il 60% degli arrivi)
    • Diminuzione dei soggiorni brevi in città europee a causa dell'incertezza sui rischi di contaminazione e sulla possibilità di rientrare
    • Ridimensionamento e annullamento di importanti fiere commerciali e altri eventi.

Al fine di monitorare e gestire la situazione in tempo reale, la Commissione europea è in costante contatto con i ministeri competenti per il turismo, le organizzazioni internazionali specializzate (UNWTO e OCSE) e l'industria turistica (in particolare attraverso una rete ad hoc che riunisce le associazioni professionali dell'UE, in collaborazione con la Commissione europea del turismo).

 

Principali mercati di provenienza - © Commissione europea, Osservatorio virtuale del turismo.

 

Commercio e industria

L'impatto economico del COVID-19 varierà a seconda dei settori industriali e delle imprese in funzione di una serie di fattori, tra cui l'esposizione alla Cina come fonte di entrate intermedie, la possibilità di passare a fornitori alternativi, la disponibilità di scorte o il ricorso a processi di produzione just-in-time. 

La Commissione europea è in stretto contatto con le autorità nazionali, i rappresentanti dell'industria e le altre parti interessate al fine di monitorare e valutare l'impatto sull'industria e sul commercio europei.

per maggiori informazioni e paper: https://ec.europa.eu