Il Presidente Conte al Consiglio europeo

Informativa del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla Camera dei Deputati in vista della videoconferenza del Consiglio Europeo su “Next Generation EU” e sul Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027.

Il Presidente Conte al Consiglio europeo

Signor Presidente, gentili Deputate e gentili Deputati,

sono qui perché ritengo doveroso fornire un aggiornamento al Parlamento in vista della videoconferenza del Consiglio Europeo che si terrà venerdì 19 giugno riguardante il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 e il c.d. “Next Generation EU”, che come noto completano le componenti dell’articolato pacchetto di risposta europea alla crisi, per non parlare delle massicce, imponenti misure monetarie che sono state messe in campo dalla Banca Centrale Europea con diversa intensità.

Anche se non rientra nel perimetro di questa informativa, Vi confermo che il Governo vuole farsi trovare pronto all’appuntamento con gli strumenti di finanziamento europeo e già in questi giorni ha avviato un’ampia consultazione con tutte le forze politiche, produttive, sociali e culturali del Paese per elaborare un piano di rilancio da cui potrà essere successivamente ricavato il più specifico Recovery Plan che l’Italia presenterà in adesione al programma Next Generation EU il prossimo settembre in particolare.

Quando il progetto italiano avrà una fisionomia sufficientemente completa il Governo verrà doverosamente in Parlamento per riferire sui suoi contenuti pronto ad accogliere proposte e suggerimenti.

Questo perché, come ho ripetuto più volte, le risorse che al termine del negoziato verranno messe a disposizione dall’Europa non potranno essere gestite dal Governo in carica come un proprio tesoretto: costituiranno una base importante per finanziare il rilancio del nostro Paese ed è evidente che per questo obiettivo ambizioso occorre la collaborazione e la condivisione di tutti. Il nostro Paese – è questo il nostro obiettivo - deve tornare a credere in sé stesso e a condividere obiettivi ambiziosi comuni, al di là delle divisioni politiche.

Ma torniamo all’oggetto di questa informativa. La prossima riunione del Consiglio Europeo si terrà ancora in modalità telematica e dovrà aprire la strada a un accordo di qualità sui nuovi strumenti di supporto alla ripresa economica europea e sul prossimo bilancio pluriennale dell’Unione Europea. Perché il Consiglio possa pronunciarsi con un voto e con una decisione finale, manca ancora un elemento essenziale: la proposta formale di un nuovo quadro finanziario pluriennale da parte del Presidente del consiglio europeo Charles Michel.

L’incontro avrà pertanto una natura solo consultiva, e sarà volto a far emergere convergenze e dissensi ancora esistenti tra i Paesi membri al fine di preparare un successivo, confidiamo risolutivo, Consiglio Europeo. Prima di esso tornerò ovviamente in Parlamento per chiedere il vostro voto a supporto di una risoluzione che indichi la posizione che l’Italia terrà in Europa, alla luce anche della proposta formale di un nuovo quadro finanziario pluriennale.

L’esperienza insegna che le riunioni del Consiglio Europeo conducono a decisioni all’altezza della sfida, solo se vi è - anche in presenza di posizioni e di sensibilità differenti - un metodo di lavoro improntato allo spirito europeo e al dialogo costruttivo. Stiamo lavorando, anche in queste ore affinché l’Europa non disperda il patrimonio di credibilità e iniziativa politica che ha accumulato negli ultimi mesi, grazie al contributo determinante dell’Italia.

La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, tre settimane fa ha presentato proposte su “Next Generation EU” e sul Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027. Tali proposte sono ispirate dalla consapevolezza dell’ineludibile necessità di una risposta europea straordinaria ad una crisi senza precedenti nella storia dell’Unione.

Ciò è coerente con un approccio che l’Italia – permettetemi di dirlo  con orgoglio – ha responsabilmente proposto sui tavoli europei fin dalla prima fase del contagio da Covid-19. Abbiamo in questi mesi lavorato per far maturare la comprensione che l’unica risposta possibile ed efficace ai danni prodotti dal Coronavirus è una risposta europea ambiziosa ed effettivamente in grado di dare una forte scossa alle economie del continente, strettamente interdipendenti tra di loro. Lo sforzo italiano, condiviso in una prima fase da altri 8 Stati Membri, è divenuto, al Consiglio Europeo del 23 aprile, un consenso a 27 sul riconoscimento del “Recovery Fund” come misura necessaria a cui lavorare con urgenza per superare una crisi straordinaria, le cui dimensioni sono state recentemente confermate anche dalle stime più accreditate a livello internazionale, parlo del Fondo Monetario Internazionale, dell’OCSE, ed europee, parlo delle previsioni economiche di primavera della Commissione Europea.

La proposta della Presidente von der Leyen conferma che la Commissione Europea non ha mancato l’appuntamento con la storia, così come non l’ha mancato la Banca Centrale Europea, che ha messo in campo un’ingente “potenza di fuoco” a tutela delle economie europee. In queste settimane è il Consiglio Europeo ad essere chiamato all’appuntamento con la storia.

La proposta della Commissione Europea su “Next Generation EU” e sul QFP 2021-2027, rappresenta una buona base di partenza, di cui condivido la logica e lo spirito, così come ho considerato la proposta franco-tedesca un positivo passo avanti nella direzione, auspicata dall’Italia, di una risposta europea ambiziosa e all’altezza dei bisogni e delle aspettative dei cittadini del nostro continente.

Per far ripartire le nostre economie, è fondamentale – non mi stanco di ripeterlo ai miei omologhi europei – raggiungere l’obiettivo primario di un consenso prima possibile sulla decisione di dare un tempestivo avvio a “Next Generation EU”: una decisione tardiva infatti sarebbe già di per sé un fallimento.

La decisione politica che spetta ora al Consiglio Europeo rappresenta un obiettivo storico sul piano sia europeo, sia nazionale, in risposta alla peggior crisi economica continentale da oltre settant’anni. Non possiamo permetterci di riprodurre la liturgia delle decisioni dei Consigli Europei che, sulle questioni in particolare di bilancio, necessitano di lunghi negoziati che sfociano quasi sempre in “compromessi al ribasso”: non lo meritano le decine di migliaia di vittime europee del Covid-19 e non lo meritano le famiglie, i giovani, le imprese, i cittadini che ne stanno affrontando le conseguenze sociali ed economiche.

Per questa ragione che, vedete, non è solo politica ma anche morale, cui si aggiunge naturalmente l’”urgenza dei numeri” sull’andamento delle economie, tutti gli Stati Membri sono chiamati ad una decisione di elevato profilo. Il presupposto per raggiungere l’obiettivo è che i Capi di Stato e di Governo siano animati dai principi di responsabilità e di solidarietà.

La nostra posizione in questo senso è che non ci si discosti dalla proposta della Commissione, quanto al volume ed alla composizione ad ampia prevalenza di “grants” (donazioni) e che rimanga fermo il principio di un finanziamento straordinario e a lungo termine tramite debito comune europeo. Inoltre, come ho ricordato, l’accordo dovrà giungere in tempi rapidi, per consentire – dopo le necessarie approvazioni al Parlamento europeo e ai Parlamenti nazionali – un celere avvio dell’attuazione di “Next Generation EU” e del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale.

La posta in gioco sul piano europeo è la tenuta delle economie e della coesione sociale dell’Unione; è il funzionamento stesso del Mercato Unico, cioè uno dei cardini (così come Schengen) dell’Europa unita; è la possibilità di rendere le economie europee resilienti di fronte a future, analoghe crisi, a cominciare da una seconda ondata del Covid-19 che siamo comunque tutti impegnati a prevenire o a contenere, forti dell’esperienza già maturata; è l’opportunità di far vincere all’Europa la sfida del futuro nella transizione verde (il “Green Deal” europeo) ed in quella digitale.

È altrettanto fondamentale che venga preservato l’orientamento di “Next Generation EU” al sostegno di Paesi, regioni, settori più colpiti dalla crisi da Covid-19, è quindi necessario che venga mantenuta la distinzione fra i criteri di allocazione per gli strumenti di “Next Generation EU” volti alla ripresa dalla crisi da Covid-19 e quelli dei fondi di Coesione ordinari.

Queste considerazioni continuerò a sostenerle con determinazione al tavolo europeo, anche in risposta alle sensibilità differenti di altri Stati Membri, nella convinzione che il Consiglio Europeo debba mostrarsi capace, come ha già fatto il 23 aprile scorso, di confermare che l’Europa è una “comunità di interessi” coerente con valori condivisi.

Nell’approccio europeo che auspico, reputo altrettanto necessario uno spirito costruttivo da parte di tutti gli Stati Membri anche nelle discussioni sul nuovo Quadro Finanziario Pluriennale. Il Governo italiano condivide i cardini della proposta della Commissione che vuole contribuire a rendere l’Unione Europea più forte ed orientata a obiettivi per un futuro sostenibile e competitivo, come il “Green Deal ” e il digitale, preservando politiche, come la Coesione e la Politica Agricola Comune, che rimangono fondamentali. In questo scenario, è auspicabile un concreto avanzamento sulle nuove risorse proprie, obiettivo ineludibile se vogliamo che l’Unione europea possa non solo uscire da questa crisi, ma anche essere in grado di affrontare per tempo ulteriori emergenze di così ampia portata.

Nella discussione sul QFP figureranno anche privilegi (i c.d. “rebates”) per pochi Stati Membri che, fin dal negoziato precedente alla crisi da Covid-19, abbiamo definito anacronistici. Ne comprendiamo l’elevata importanza per alcuni Stati Membri, in termini di politica nazionale, ma vogliamo credere che tale sensibilità venga accompagnata da quegli stessi Stati Membri da apertura e flessibilità riguardo a “Next Generation EU”. Una difesa dei privilegi unita ad una chiusura su “Next Generation EU” risulterebbe inspiegabile, minando l’opportunità di ripresa economica a Paesi, regioni e settori più colpiti da una crisi senza precedenti e colpendo i numerosi lavoratori e imprenditori che guardano all’Europa per ricevere protezione per il presente ed il futuro loro e delle loro famiglie.

Le posizioni degli Stati Membri in seno al Consiglio sono ancora distanti su alcuni punti, nonostante i notevoli progressi fatti negli scorsi mesi: ricordiamoci che quando l’Italia propose un fondo europeo dedicato alla ripresa, finanziato con debito comune, molti, anche nel nostro Paese, ci accusarono di essere dei visionari. In queste settimane non stiamo discutendo sul “se” tale fondo si farà, neppure si discute dell’emissione straordinaria di debito comune per il suo finanziamento, ormai dati per scontati.

Stiamo discutendo dell’entità del Fondo e dei criteri di allocazione.

Questo è un successo del nostro Paese, che ha insistito nell’indicare questa strada da subito in Europa e alla fine ha convinto anche i partner europei più pensierosi che questa era la direzione giusta per l’Unione. Si è trattato di un continuo e paziente lavoro politico e diplomatico, con una riconquistata credibilità ed affidabilità internazionali.

L’obiettivo di una decisione politica di alto livello racchiude una forte valenza nazionale, oltre che europea. Responsabilità e solidarietà devono essere messe in opera dai Governi europei anche nei rispettivi Paesi. Rilanciare la crescita ed il lavoro nelle economie del continente è possibile, infatti, solo se si sapranno trarre lezioni dalla crisi attuale. Occorre uno sforzo riformatore ampio e profondo, capace di cogliere l’opportunità storica della risposta europea alla crisi per affrontare nodi e criticità che da troppo lungo tempo impediscono all’economia italiana di farsi trovare resiliente di fronte a shock di ampia portata.

Abbiamo dovuto combattere uno shock senza precedenti, che ha comportato costi umani altissimi anche sociali ed economici. L’Italia ne sta finalmente e faticosamente uscendo, ma non possiamo permetterci ritornare allo status quo antecedente a questa crisi. L’Italia, da oltre 20 anni, fatica a tenere il passo delle altre economie avanzate.

Il nostro Paese sconta tassi di crescita del prodotto lordo e della produttività che sono al di sotto della media europea e ha subìto, ben di più rispetto agli altri Paesi europei, le conseguenze della crisi finanziaria del 2008, nonché di quella dei debiti sovrani di qualche anno più tardi.

L’esperienza della coraggiosa risposta all’emergenza sanitaria posta dal coronavirus, della resilienza dimostrata da molti settori economici - pubblici e privati -, l’eccezionale prova superata dai nostri concittadini, sono le stesse leve che consentiranno di far ripartire l’economia italiana su nuove basi che assicurino una rapida ripresa e – al contempo – un nuovo modello di sviluppo che superi i ritardi e gli ostacoli del vecchio.

Le decisioni del Consiglio europeo consentiranno di mettere in campo ulteriori risorse economiche importanti per rafforzare gli investimenti pubblici in Italia, che sono su livelli assai inferiori rispetto agli altri Paesi europei.

Siamo quindi consapevoli che dovremo accompagnare questi progetti con un percorso di riforme ambizioso, indispensabile per dare un futuro migliore al nostro Paese e ai nostri figli. Il Governo è coeso, si lavora insieme uniti soprattutto da una cosa: la fiducia nell’Italia e la speranza che sentiamo riposta in noi dagli italiani: non possiamo deluderli.

Il Consiglio europeo poi discuterà dello stato dell'arte del negoziato tra l'UE e il Regno Unito sulle future relazioni, dopo quattro sessioni negoziali e la riunione di alto livello dei vertici delle Istituzioni UE con il Primo Ministro britannico Johnson il 15 giugno scorso.

Come noto, sono in corso i negoziati per un accordo sulle future relazioni prima che i legami tra UE e Regno Unito si sciolgano definitivamente al termine dell'attuale periodo transitorio, previsto per il 31 dicembre prossimo.

Ritengo che un accordo ambizioso sia ancora più importante adesso, alla luce della crisi pandemica che ha colpito duramente sia l'UE che il Regno Unito.

L'Italia continua a sostenere gli sforzi negoziali del Capo Negoziatore Michel Barnier, a tutela innanzitutto dei nostri cittadini e delle nostre imprese e con l'obiettivo di chiudere entro la fine dell'anno un'intesa che rifletta la profondità dei rapporti e l'equilibrio degli scambi tra l'Unione europea e il Regno Unito.

Alla videoconferenza del Consiglio Europeo è inoltre prevista la consueta informativa della Cancelliera Merkel e del Presidente francese Macron sullo stato di attuazione degli Accordi di Minsk. L'informativa risponde all'esigenza, sempre fatta valere dall'Italia, di avere una discussione politica fra Leader prima di procedere al rinnovo semestrale delle sanzioni economiche settoriali nei confronti della Federazione russa (la cui prossima scadenza è il 31 luglio prossimo), evitando quindi automatismi di sorta. Rimane prioritario, per l’Italia, lavorare insieme ai nostri partner europei per favorire una piena attuazione degli Accordi di Minsk, obiettivo cui è finalizzato lo strumento delle sanzioni.

Signor Presidente, gentili deputate e gentili deputati,

In queste settimane sono in gioco la reputazione e un miglior futuro dell’Europa e dei suoi Stati Membri, che nell’assetto previsto dai Trattati giocano un ruolo fondamentale. E’ il momento in cui deve prevalere la massima unità europea, per il bene supremo della tenuta dei suoi pilastri, dal Mercato Unico, a Schengen, alla protezione sociale ed economica dei cittadini del continente.

E’ il momento di agire con spirito di piena coesione anche sul piano nazionale, perché questa crisi non rechi all’Italia il doppio danno di vederla perdere la sfida economica della ripresa europea e quella, forse ancor più difficile, di riformare alcune tradizionali criticità, dando così finalmente respiro ad un sistema economico le cui eccellenze troppo spesso sono state ostacolate ovvero oscurate da logiche particolaristiche o familistiche.

Uniti in Europa per proteggere società ed economie del continente; coesi in Italia per cogliere subito e per intero l’opportunità che l’Europa offre a sè stessa supportando i Paesi più colpiti dal Covid-19.
Con questo spirito europeo intendo partecipare alla videoconferenza del 19 giugno del Consiglio Europeo; questo spirito auspico caratterizzi il dibattito politico italiano, in questa fase cruciale per la futura generazione dell’Unione Europea.

Grazie.